Accanto all’Accademia delle belle arti, nel quartiere San Lorenzo, c’è una strada che ricorda una figura singolare del panorama napoletano. Micco Spadaro, in realtà Domenico Gargiulo, è stato un pittore attivo principalmente a Napoli, nel XVII secolo. Micco (soprannome di Domenico) era detto Spadaro perché da piccolo lavorava nella bottega del padre che costruiva spade. Fisicamente poco atletico, aveva un’indole piuttosto vivace che emerge da più di un episodio avvenuto nella sua vita. Il più singolare fu legato alla richiesta di un suo amico, anche lui pittore, di procuragli qualche lavoro. Micco lo presentò ad un Signore che voleva far ritrarre la moglie. Il prezzo fu pattuito in pochi scudi e il lavoro ultimato. Purtroppo al momento del pagamento il committente si rifiutò di pagare il giusto prezzo e gli offri dieci carlini (undici carlini corrispondevano a uno scudo), Il pittore si lamentò con l’amico Micco, che non si perse d’animo e andò ad affrontare “il cattivo pagatore”. Spadaro gli intimò di pagare per l’opera dieci scudi ma ne ricevette solo una risposta canzonatoria, Il pittore andò via minacciando “ne pagherete 20!”.
Portò via il ritratto e dipinse accanto alla Signora un bel moro che la baciava. Il giorno dopo portò l’opera presso la bottega di Aniello Mele, uno dei mercanti d’arte più famosi in via dei Guantai. Il marito della Signora ebbe notizia che il bacio clandestino di sua moglie stava per essere venduto al miglior offerte e corse ad acquistare il ritratto per ben venti scudi!