La “zona Mazzarri”, stavolta, è fatale al Napoli di Calzona: gli azzurri vengono raggiunti al 96′ a Cagliari, e dicono addio alle già minime chances di continuare a lottare per un posto nella prossima, ricchissima Champions League.
Un pareggio amarissimo, ma francamente giusto, visto che i Campioni d’Italia hanno latitato per più di un’ora, a tratti messi sotto da un Cagliari modesto ma volenteroso, e comunque sempre incapaci di accelerare alla ricerca di giocate pericolose.
A ribellarsi alla noia di un pareggio già scritto è stato Jack Raspadori, unico anche in precedenza a mostrare segni di vita: suo il recupero palla su Augello con relativa fuga in contropiede, suo l’assist al bacio per Osimhen, a cui è bastato spingere in rete di testa il cioccolatino recapitato dall’ex Sassuolo a metà ripresa.
Smorzato l’entusiasmo dei padroni di casa, il Napoli ha buttato alle ortiche diverse occasioni nel finale, soprattutto con Politano e Simeone, i cui errori sotto porta sono ancor più gravi perchè macchiati da un ingiustificabile egoismo, visto che in entrambe le occasioni c’erano due compagni liberissimi a centro area e pronti a segnare.
A punire una squadra diventata anche presuntuosa, è arrivato a tempo scaduto il pareggio di Luvumbo, cui non è parso vero di poter stoppare e scaraventare alle spalle di Meret un lancio alla disperata giunto da metà campo e inspiegabilmente lasciato arrivare a centro area da un incommentabile Juan Jesus.
Il difensore brasiliano ha compiuto l’ennesimo strafalcione di una stagione purtroppo indimenticabile, ma appare ingiusto addossare troppe colpe a un giocatore preso 3 anni fa per essere l’ultima riserva e ritrovatosi titolare per l’incapacità, prima di trovare in tempi rapidi un sostituto di Kim, e poi di dare fiducia a un Natan che raramente ha demeritato quando è sceso in campo.
Ad ogni modo, anche una vittoria avrebbe cambiato di poco le possibilità degli azzurri di tornare in corsa per il quarto posto, visto l’andamento eccellente di Bologna e Atalanta, ma il Napoli ha comunque il dovere di provare a cambiare immediatamente passo, a cominciare da oggi pomeriggio (ore 18), quando al Mapei Stadium di Reggio Emilia verrà recuperato il match con il Sassuolo, rinviato per la trasferta araba di Supercoppa.
Calzona dovrà rinunciare a Cajuste, vittima di un risentimento muscolare in allenamento, e a Ngonge, fermo ai box dalla scorsa settimana, ma potrà fare nuovamente affidamento su capitan Di Lorenzo, tornato a disposizione dopo aver scontato il turno di squalifica.
Arride ai partenopei il bilancio dei 10 precedenti giocati in Emilia in Serie A, visto che l’unica vittoria dei neroverdi è il 2-1 in rimonta del 23 Agosto 2015, quando i gol dell’ex Floro Flores e di Sansone vanificarono il vantaggio lampo firmato da Hamsik.
L’ultima sfida ha visto prevalere i ragazzi di Spalletti, che il 17 Febbraio dello scorso anno si imposero 2-0 grazie alle due perle della coppia d’oro (all’epoca…) Kvara-Osimhen.
Alla stagione precedente risale invece il pareggio più recente, e anche in quel caso il Napoli fu beffato a pochi secondi dalla fine, facendosi rimontare un doppio vantaggio da Scamacca e Ferrari dopo le reti di Fabian e Mertens.
Se è vero che ormai il cammino verso la Champions è compromesso, è anche vero che i Campioni d’Italia hanno l’obbligo di ripartire, sia perché è ancora in ballo la qualificazione in Europa League , sia perché lo scudetto conquistato lo scorso anno, fin qui indegnamente indossato sulle pur bellissime maglie azzurre, va onorato fino alla fine.