Il filone narrativo delle storie incentrate su un assedio è un grande classico del genere western, usato e riutilizzato, e continua a far presa. Con l’albo N° 710 della serie regolare mensile di Tex, L’assedio di Mezcali, ci troviamo tra le mani proprio questo tipo di storia, ma il vero evento è rappresentato dal ritorno ai testi di un veterano dei racconti di Aquila della Notte come Claudio Nizzi. Negli ultimi tempi si era avvertita un po’ la mancanza delle sue storie sempre ben misurate, dall’andamento lineare e regolare, e in questo caso si tratta di una inevitabile riproposizione di qualcosa di già visto ma rielaborato in modo diverso, rimescolando personaggi e situazioni.
La trama è semplice: Tex e Kit sono a caccia del fuorilegge Jack Bulder nel deserto di Yuma, ai confini con il Messico; nello stesso frangente, poco distante, una famiglia girovaga di attori teatrali viene salvata da una rapina grazie al provvido intervento del giocatore d’azzardo Frank Yunker; infine, un manipolo di uomini dell’esercito viene assalito durante una perlustrazione da una banda di spietati predoni Yaqui, bramosi di impossessarsi delle loro armi. Le tre linee narrative confluiscono per forza di cose nell’unico luogo di rifugio nelle immediate vicinanze, la stazione di posta di Mezcali, nella quale si sviluppa una trama corale che vede Tex e Carson protagonisti, ma affiancati da diverse personalità, ciascuna con una diversa storia, a ruotare attorno a loro.
L’abilità di Nizzi è stata costruire le strutture dei rapporti umani tra ciascuno dei personaggi, suggerire evoluzioni appena accennate, e mettere tutti insieme sotto assedio per mostrare chi regge lo stress, chi sta bluffando, chi invece crolla e soccombe. Imperturbabile come sempre su questo gruppo si staglia la figura di Tex con il suo senso del valore e della giustizia, perfettamente affiancato dal suo pard Kit Carson secondo uno schema di botte e risposte consolidato nei decenni ma anche con la proverbiale intesa soprattutto nei momenti di pericolo.
Un buon inizio dunque per questa doppia storia, che scopriremo nel prossimo albo quale epilogo saprà regalarci con la speranza che il tutto non venga troppo affrettato come a volte accaduto. Se da 70 anni Tex continua ad appassionare una nutrita accolita di fedelissimi lettori, anche questo è uno dei motivi: ci sono saghe più audaci o che spostano l’azione su altri territori e scenari, ma poi c’è sempre un buon numero di storie che puntano su canovacci classici a base di sparatorie e avventura, inseguimenti a cavallo e indiani, scazzottate e rapine, fino ad un bivacco attorno al fuoco con il solito Kit a brontolare. Nel caso in questione, un racconto di stampo tradizionale è portato avanti con un ritmo sempre incalzante che facilita la lettura sia per i dialoghi sempre ben dosati di Nizzi ma anche grazie ai disegni di un altro autore di grande esperienza nel proporre Tex, Lucio Filippucci, che ritorna dopo una lunga assenza sulla serie regolare e riporta sulle pagine dell’eroe del west il suo stile regolare e leggero, senza sbavature, perfetto per una avventura di questo tenore nella quale era fondamentale dipingere con la giusta enfasi le diverse espressività dei componenti del gruppo.
Il Maestro Villa compie il solito egregio lavoro con la sua copertina, stavolta di ambientazione notturna, che ci mostra Tex imbracciare il suo fucile nella stazione di posta mentre osserva i fuochi lontani degli accampamenti dei predoni che tengono sotto tiro Mezcali con le loro frecce assassine.
uscita: 07/12/2019
Formato: 16×21 cm, b/n
Pagine: 112
Soggetto: Claudio Nizzi
Sceneggiatura: Claudio Nizzi
Disegni: Lucio Filippucci
Copertina: Claudio Villa