INTRODUZIONE
The Legend of Heroes , noto in Giappone come Eiyū Densetsu , è una serie di videogiochi di ruolo sviluppati da Nihon Falcom . Iniziata come parte della serie Dragon Slayer alla fine degli anni ’80 su PC 8801 della Nec, la saga si è evoluta in una serie interconnessa composta da quasi 20 episodi, comprese diversi spin-off. Tutti i giochi del franchise rilasciati dal 2004 fanno parte della sotto serie Trails , nota come Kiseki in Giappone.
Nis, dopo aver portato in Occidente l’intera quadrilogia di Trails of Cold Steel, ha deciso di adattare per il mercato europeo e nord americano The Legend of Heroes: Trails from Zero.
Si tratta di un videogioco di ruolo del 2010 che fa parte della serie Trails , a sua volta parte della più ampiaserie The Legend of Heroes . E’ stato rilasciato per la prima volta in Giappone per la PlayStation Portable di Sony ed è stato successivamente portato su Windows in Cina nel 2011. Un port migliorato e doppiaggio aggiuntivo è stato rilasciato per PlayStation Vita in Giappone con il titolo Zero no Kiseki: Evolution nel 2012. Il gioco ha ricevuto una traduzione in inglese amatoriale nel 2020 che NIS America ha utilizzato come base per la versione ufficiale rilasciata in tutto il mondo per i sistemi ludici dell’attuale generazione a fine settembre.
TRAMA
Trails from Zero è ambientato tre mesi dopo la fine di The Legend of Heroes: Trails in the Sky the 3rd, nella città-stato di Crossbell stretta tra due grandi potenze : l’Impero Ereboniano e la Repubblica del Calvard, che rivendicano entrambe la sovranità su Crossbell. In aggiunta la città è lacerata da tensioni politiche, corruzione e criminalità.
Il protagonista, Lloyd Bannings, è un detective della polizia alle prime armi. All’inizio del gioco viene assegnato alla Special Support Section (SSS) del dipartimento di polizia della città insieme a Elie McDowell, erede di una dinastia politica, Randy Orlando, un ex soldato e Tio Plato, una giovane ragazza genio dell’elettronica. Le SSS indagano sui piani delle organizzazioni criminali della città.
Dal 2003 Falcom ci sta mostrando l’ intero continente in guerra dalla prospettiva di tutti e quattro gli attori coinvolti: l’Impero, con i quattro Trails of Cold Steel, Liberl, con la trilogia di Trails in the Sky, Calvard con Kuro No Kiseki, di cui è già stata annunciata una versione occidentale e appunto Crossbell, con i due episodi Trails from Zero.
Il gioco preso in esame oggi è quindi solo una delle dieci tessere complessive che vanno a comporre il mosaico pensato dallo sviluppatore giapponese, eppure, essendo la prima delle due ambientate nella città-stato, è approcciabile anche da chi fosse totalmente a digiuno dello sterminato background/lore del franchise.
Nello specifico, gli eventi qui narrati vanno a collocarsi cronologicamente dopo quelli di Trails in the Sky ma prima della quadrilogia incentrata su Rean Schwarzer.
Perciò chi avesse già completato quei titoli incontrerà in Trails from Zero diversi volti noti e troverà riferimenti a fatti e persone che inevitabilmente sfuggiranno a chi si approccia per la prima volta ad un titolo della saga. Ma, a differenza di Trails of Cold Steel, Trails from Zero rappresenta un ideale punto di ingresso nella serie, concentrandosi su una mappa piuttosto circoscritta e su un cast di personaggi ampio ma no sterminato.
GAMEPLAY E CONSIDERAZONI SU UN ADATTAMENTO MOLTO “PIGRO”
Il gioco possiede tutti i tratti distintivi delle produzioni Falcom: dal combat system a turni agli attacchi di gruppo, dalle gemme da incastonare nelle armi che garantiscono effetti elementali supplementari fino alla turnazione sempre visibile nell’angolo in alto a sinistra e modificabile dalle azioni del giocatore.
Ci sono essenzialmente due fattori che impediscono a questo titolo di essere considerato tra i migliori del franchise: in primis essendo arrivato dopo la quadrilogia di Trails of Cold Steel, risente dell’inevitabile paragone, dal quale esce sconfitto sotto tutti i punti di vista.
In secundis inevitabilmente a dodici anni dalla prima pubblicazione, le meccaniche di gioco proposte risultano datate e minano il ritmo della narrativa in più punti e sfortunatamente questa riedizione non propone cambiamenti di sorta.
Così, a fronte di un sistema di combattimento comunque solido e godibile, ci si trova ad avere a che fare con fasi di gioco dove non è ben chiaro come avanzare, costringendo il giocatore a parlare con tutti gli NPC o affidarsi ad una delle tante guide reperibili online.
Inoltre la scelta di non includere alcun tipo di viaggio rapido sembra mirata ad allungare il brodo di uno dei capitoli altrimenti più brevi dell’intera saga. E’ vero che le dimensioni della mappa appaiono decisamente più contenute rispetto ad altri titoli della saga , ma dover ripercorrere le stesse strade decine di volte in poche ore, tra missioni principali e secondarie, diventa presto tedioso. A queste vanno aggiunte alcune animazioni che non è possibile saltare e mercanti che vendono merci molto specifiche, cosa che costringe il giocatore a a girovagare per Crossbell solo per poter mettere le mani su tutto l’equipaggiamento che serve.
Al netto della discutibile scelta di portare questo capitolo in Europa successivamente alle avventure di Rean Schwarzer, però, ci troviamo innanzi ad uno JRPG solido e divertente dalla durata di circa 40 ore.
I gioco però rappresenta comunque un tassello importante di una delle serie più amate dello sviluppatore nipponico che doveva arrivare prima o poi anche in Europa. Peccato non l’abbia potuto fare in una forma ancora più convincente. Trails from Zero manca un po’ nelle rifiniture, complice un’operazione di rimasterizzazione portata a termine con il minimo sforzo e con un budget risibile. Come anticipato, per la localizzazione Falcom si è affidata alla base costituita dall’ottima fan translation (in inglese) operando pochissimi cambi e risparmiando così notevolmente.
Soldi che però non sono stati reinvestiti in altri settori dato che la modellazione poligonale e il motore di gioco non sono stati minimamente toccati, ed essendo quelli del 2010 su PSP, risultano un pugno nell’occhio su un televisore moderno. Delude anche la mancanza di alcune feature che oggi si danno per scontate come l’autosalvataggio e un tasto per l’avanzamento automatico delle linee di dialogo.
CONCLUSIONI
The Legend of Heroes: Trails from Zero, pur rappresentando un passo indietro rispetto ai quattro titoli della serie Trails of Cold Steel che lo hanno preceduto sul suolo europeo, è comunque un capitolo solido e divertente dell’ universo creato da Falcom, un titolo che tutti gli appassionati d della serie non si lasceranno scappare. Rispetto a Trails of Cold Steel, però, il peso degli anni intercorsi dalla prima pubblicazione si fa sentire, per colpa di una veste grafica non sempre all’altezza, di game design invecchiata male e di uno sforzo non troppo intenso da parte dello sviluppatore nel riproporlo al pubblico moderno, probabilmente dovuto anche ad un budget ristretto.
Se si è fan della serie o è alla ricerca di un JRPG ben scritto, con personaggi credibili ed un combat system classico ma estremamente funzionale, The Legend of Heroes: Trails from Zero è il gioco giusto da acquistare, ma bisogna anche tener presente che la concorrenza è molto forte a partire proprio da altri titoli della stessa Falcom.