Trama: L’autrice dà voce a un Giappone di invisibili. I suoi libri, premiati in patria coi più alti riconoscimenti letterari, sono critici verso la società nipponica e le contraddizioni della modernità. Vincitore del National Book Award come miglior opera straniera, Tokyo – Stazione Ueno è un ritratto sincero, privo di moralismi e toni drammatici, un quadro lirico e spietato della vita umana.
Tokyo, Parco di Ueno. I ciliegi fioriscono e i visitatori possono ammirare le bellezze storiche della capitale, ma ai margini di questo idillio si consuma una tragedia silenziosa. Lo sguardo delicato del protagonista accompagna il lettore alla scoperta non solo di un luogo meraviglioso e dei suoi angoli più nascosti, ma anche del dolore e della dignità di chi, come lui, all’interno del parco non vive più, ma sopravvive.
21 Lettere
Recensione: Kazu è solo uno dei tanti senzatetto che vivono, anzi, sopravvivono attorno alla stazione Ueno di Tokio, in un parco pubblico brulicante di vita.
Attraverso i suoi occhi e le sue orecchie vediamo e sentiamo le storie di gente di passaggio, stralci di vita veloci, ma conosciamo anche le condizioni di vita di chi non ha una casa, vive in una tenda o riparato da un cartone.
Ma perché Kazu si è ridotto a vivere così? Lui una vita facile non l’ha mai avuta: sposato per amore, ma costretto a lavorare lontano per pochi yen. Un uomo che a stento ha conosciuto i suoi figli pur amandoli alla follia. Una vita dura, non felice che viene maggiormente incrinata dall’improvvisa morte del figlio.
Kazu, pur essendo nato lo stesso anno dell’imperatore, non ha avuto nessuna fortuna.
Ci disegna il Giappone con colori contrastanti: da un lato ci racconta della fioritura dei ciliegi, delle Olimpiadi, del progresso, ma dall’altro ci ritrae uno scenario fatto di povertà e tristezza. Ci spiega che nessun senzatetto lo è per scelta, le circostanze hanno deciso per lui. Il suo fantasma è deluso, sperava, una volta morto, di potersi ricongiungere con i suoi cari, ma si ritrova nel parco, pieno di domande.
Un romanzo non di ultima uscita, parliamo del 2014 e nel 2020 ha vinto il National Book Award.
Un libro in cui dal protagonista scaturisce un’accettazione passiva di tutto ciò che gli riserva la vita.
Una storia che consiglio di affrontare, un viaggio nell’anima e con l’anima di Kazu, che pur schiacciato da un’esistenza difficile, resta aggrappato alle sue radici ed ai suoi sentimenti.
YU MIRI
Autrice sudcoreana Zainichi, ossia nata e cresciuta in Giappone da genitori sudcoreani. La sua lingua madre, con cui scrive, è il giapponese. Nel 2011, dopo il disastro nucleare di Fukushima si è trasferita nelle zone colpite da terremoto, tsunami e radiazioni, trasmettendo con una postazione radio da campo, in cui intervista i sopravvissuti al disastro.