La terra continua a tremare senza sosta, seminando paura e precarietà. Tantissime le persone preda dell’insicurezza del futuro che stanno dormendo per strada perchè non si sentono più sicuri nelle loro case.
Erano le ore 1:25 del 13 marzo quando una forte scossa di magnitudo 4.4 colpisce le aree comprese tra Bagnoli e Pozzuoli con epicentro relativamente basso con una profondità di circa 2.5 km, e dopo poco meno di 48 ore di distanza c’è stata una nuova scossa di magnitudo 3.5 il 15 marzo con profondità di 3 km e l’epicentro sempre nella zona tra Pozzuoli e Bagnoli.
In piena notte, la scossa durata per lunghissimi 20 secondi ha sconvolto Napoli ovest e le sue più vicine province dell’area flegrea con ripercussioni sia sulle case che sugli edifici delle zone interessate. Innumerevoli le famiglie delle zone di Bagnoli, Fuorigrotta, Bacoli e Pozzuoli che si sono riversate per strada, cercando un riparo per la notte, nelle zone attrezzate dalla Protezione Civile, se non nella propria auto, rinunciando a tornare nelle proprie abitazioni.
La terra trema , l’incertezza aumenta, il destino è inafferrabile e così diviene impossibile trovare un sollievo…
La sismicità dei Campi Flegrei è correlata alla dinamica vulcanica e in particolare alle fasi di deformazione e sollevamento del suolo, noto come bradisismo che consiste nel movimento del suolo dovuto a gas e fluidi molto caldi, a loro volta presenti per la natura vulcanica del territorio.. L’attuale crisi bradisismica, iniziata nel 2005, ha finora prodotto un sollevamento massimo di circa 140 cm nell’area centrale della caldera, misurato in una piccola area a 500 metri a sud del Rione Terra (Pozzuoli).
Nel passato si sono verificate altre fasi di sollevamento del suolo accompagnate da sismicità, nei periodi 1969-1972 e 1982-1984. I terremoti di maggiore energia nel corso di quelle crisi furono registrati il 4 ottobre 1983 e il 14 marzo 1984 entrambi con una magnitudo Md pari a 4.0, caratterizzata da una sismicità talmente intensa da provocare gravi danni agli edifici di Pozzuoli ed una parziale evacuazione dei suoi abitanti.
Nelle ultime tre settimane, la velocità media di sollevamento del suolo nella zona di massima deformazione in prossimità del Rione Terra a Pozzuoli, si è attestata intorno a diversi centimetri con valori di accelerazione molto alti, soprattutto verso il bordo della Solfatara e Pozzuoli, verso mare e verso est, in direzione della collina di Posillipo e della città di Napoli.
“Per ora non misuriamo nessun tipo di processo che ci dia evidenza di un’eruzione imminente. Perché ci sia un’eruzione imminente è necessario che il magma arrivi in superficie” – queste le parole di Francesca Bianco, Direttore della Sezione di Napoli dell’Osservatorio Vesuviano dopo le ultime scosse.
Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, ha definito il sisma dell’altra notte “uno stress test, per vedere anche la capacità degli edifici di reagire a questo tipo di evento. È stato un evento che ha visto un’accelerazione al suolo molto intensa, ma localizzata in un’area in prossimità dell’epicentro“.
Il Prefetto di Napoli, Michele di Bari e i vertici della Protezione Civile Nazionale con il capo Fabio Ciciliano domenica mattina sono stati a Baia per un vertice sulla crisi sismica per individuare le iniziative da mettere in campo e condividerle con la cittadinanza attiva. All’incontro hanno preso parte anche il sindaco di Bacoli, Josi Della Ragione, insieme alla comandante della Polizia Municipale e ai tecnici comunali.
“Abbiamo fatto il punto sulla gestione del bradisismo – ha detto il sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione – Insieme al Prefetto di Napoli, Michele Di Bari, ai massimi vertici regionali delle forze dell’ordine ed a tutte le funzioni di supporto del COC. Fabio Ciciliano ci ha fatto i complimenti per il lavoro che stiamo svolgendo, in una fase molto complessa. Sono molto funzionali i protocolli sanitari e scolastici che abbiamo firmato in Prefettura. Abbiamo ricevuto massima rassicurazione sul supporto di uomini, mezzi e risorse per il sostegno e l’assistenza alla popolazione».
L’incontro, durato un’ora è servito per fare un pò il punto della situazione. «Siamo soddisfatti che dal Capo Dipartimento si confermi l’attenzione massima nazionale sul territorio dei Campi Flegrei. Fabio Ciciliano ha confermato che non è in programma nessuna evacuazione della comunità. Ma continueremo a lavorare per rendere più sicuro il nostro patrimonio edilizio pubblico e privato. Dalle case alle scuole».
Le scuole sono state chiuse per tre giorni, al fine di consentire ai tecnici di effettuare i controlli più opportuni e adeguati alle circostanze, e complessivamente tutti gli studenti rientreranno in classe, tranne pochissime circostanze in cui si procederà in dad per effettuare controlli e consentire le riparazioni laddove ci siano stati danni agli edifici.
Purtroppo, gli animi dei cittadini sono assolutamente bollenti, perchè alla paura delle scosse si somma la paura per un futuro che non si presenta certo roseo, al momento le risposte delle autorità sono sempre rassicuranti, in quanto, nonostante la presenza di magma in movimento e di terremoti dovuti al vivo della crisi bradisismica in atto da più di un decennio ormai, non sarebbe prevista nel breve un’eruzione dei Campi Flegrei che come ben sappiamo è uno dei vulcani più grandi ed estesi dell’Italia.
Gli scienziati, in una simulazione dell’eruzione, ipotizzano una distruzione ben più vasta del territorio napoletano e del suo hinterland, perché, a parte le caratteristiche del vulcano e delle sue bocche ribollenti, le esalazioni di gas sarebbero devastanti e distruttive, generando condizioni in cui la vita umana non può aver luogo causa esalazioni di gas e temperature elevatissime.
Allora per il momento, siccome sarebbe improponibile pensare ad una evacuazione preventiva, l’unica strategia resta quella di pianificare soluzioni future.
A tal riguardo, il Capo della Protezione civile nazionale, Fabio Ciciliano ha precisato che “L’evacuazione della popolazione è prevista solo ed esclusivamente nel piano vulcanico. Il piano per il bradisismo, del quale ci stiamo occupando in questi giorni, non prevede assolutamente l’evacuazione , così non è prevista l’evacuazione durante un sisma“.
Ad oggi, sono 242 le persone senza abitazione per la dichiarata inagibilità provocata dalle ultime scosse di terremoto registrate nella zona dei Campi Flegrei, coinvolte anche Bagnoli, Pozzuoli e Bacoli, mentre sono stati oltre 350 gli interventi delle squadre di soccorso di vigili del fuoco e protezione civile, e “al momento non si registrano molti casi di danni strutturali. Sono i dati forniti dal prefetto di Napoli, Michele di Bari, che riguardano la situazione monitorata, dopo la riunione del Comitato coordinamento soccorsi, in continua evoluzione.
“I comuni di Napoli, Pozzuoli e Bacoli hanno adottato complessivamente 23 ordinanze per 114 nuclei familiari, ovvero 242 persone – dice il Prefetto – quasi tutti hanno trovato autonomamente una soluzione e solo un piccolo gruppo di 37 persone è stato alloggiato in albergo“.
Nella seduta di giovedì 20 marzo, alle 9, nell’Aula di Montecitorio avrà luogo l’informativa urgente del Governo, con la partecipazione del Ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, in ordine ai recenti eventi sismici che hanno colpito l’area dei Campi Flegrei e allo stato di attuazione degli interventi per la popolazione.
Sebbene da molti mesi si continuano a registrare variazioni fluttuanti e variabili, ma sostenute, di alcuni parametri quali la velocità di deformazione del suolo e l’emissione di CO2 e non solo anche di altri gas, gli altri parametri rilevati dal sistema di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano-INGV nel suo complesso, non mostrano al momento evidenze dell’imminenza di una eruzione vulcanica, soprattutto alla luce di un’analisi di tutti i parametri geofisici e geochimici nel loro complesso.
Gli scenari nel breve termine vanno, quindi, inseriti nel quadro geofisico che la caldera dei Campi Flegrei mette in luce da tempo: la sismicità proseguirà fin quando sarà in atto il sollevamento del suolo e i terremoti di energia variabile con una possibile intensificazione della crisi bradisismica come pure una sua diminuzione, con un passaggio da sollevamento a subsidenza (così come avvenuto nelle crisi del secolo scorso).
Una maggiore velocità di sollevamento potrebbe comportare sicuramente un maggior numero di terremoti anche di magnitudo elevata, anche se non è possibile stabilire quando avverranno né quanto saranno forti. Una deformazione più rapida del suolo non significa però che un’eruzione vulcanica sia imminente.
La Protezione Civile mantiene costante il monitoraggio anche sulle esalazioni di gas al fine di garantire la tutela più efficace degli abitanti della zona e anche dei più giovani che frequentano le scuole del territorio che spesso manifestano il disagio per l’aria sulfurea che si avverte e che aumenta in prossimità degli eventi sismici.
Malgrado sia stato registrato un costante e rapido aumento del sollevamento del suolo e delle emissioni gassose di origine vulcanica che si sentono in molte delle zone interessate e che stanno preoccupando la popolazione locale, non ci sono evidenze di una risalita del magma altrimenti le reti di monitoraggio dell’INGV-Osservatorio Vesuviano avrebbero rilevato segnali anomali diversi da quelli compatibili con una tipica crisi bradisismica, come il verificarsi di terremoti a bassa frequenza e la presenza di anomalie nell’aspetto delle deformazioni del suolo.