Polpaccio dolente, gonfio, magari arrossato, spesso sono sintomi ai quali il paziente non da molto peso, ma possono essere il segnale di complicanze più insidiose e pericolose di un semplice dolore muscolare. Tali manifestazioni possono associarsi ad uno stato di trombosi venosa profonda, condizione che, se non adeguatamente trattata, può causare complicanze pericolose per la nostra salute.
La trombosi venosa profonda consiste nella formazione di un coagulo di sangue in una vena profonda. Il circolo venoso si divide in superficiale e profondo; per meglio comprendere il circolo venoso superficiale è il sistema venoso che possiamo anche vedere guardandoci le mani e le braccia, mentre quello profondo non è visibile ad occhio nudo poiché decorre lungo le nostre strutture interne.
La trombosi venosa profonda si verifica più comunemente a livello degli arti inferiori o del bacino, più raramente può svilupparsi nelle vene profonde degli arti superiori (4-13% dei casi).
Le condizioni che aumentano la possibilità di formazione di una trombosi venosa profonda sono rappresentate da:
- Alterato ritorno venoso: tale condizione si sviluppa di frequente nei pazienti allettati, l’ipomobilità crea una condizione di stasi venosa e ciò facilita la formazione di trombi. Tant’è vero che nei pazienti allettati è importante applicare una profilassi terapeutica anticoagulante
- Danno endoteliale: l’endotelio rappresenta lo strato cellulare che riveste la parte interna delle vene, quando questo viene danneggiato è possibile che si formino trombi all’interno del vaso sanguigno. Tali fenomeni sono frequenti, ad esempio, nei pazienti con trauma da frattura; infatti, anche in questo caso è utile applicare una profilassi terapeutica.
- Ipercoagulabilità: tale condizione è spesso associata a varianti genetiche in cui il soggetto a causa di mutazioni specifiche presenta alterazioni dell’asse coagulativo con tendenza alla trombosi. Tali anomalie sono da indagare in quei soggetti che sviluppano trombosi, senza alcun fattore di rischio (es. pazienti giovani non immobilizzati e senza alcun trauma). L’ipercoagulabilità può essere anche causata da condizioni patologiche quali ad esempio infezioni o tumori.
La trombosi venosa profonda può presentare delle complicanze sistemiche e locali. Tra le prime annoveriamo l’embolia polmonare: in questo caso, parte del trombo si stacca dal circolo venoso profondo e di conseguenza torna alla parte destra del cuore, quest’ultimo lo riverserà nel circolo polmonare dando delle micro-occlusioni. La sintomatologia dell’embolia polmonare è variabile e dipende da molti fattori quali le condizioni di base del paziente, l’età e l’entità della trombosi. Può essere del tutto asintomatica o presentarsi con un quadro di affanno severo. Nelle forme più importanti potrebbe anche causare una morte improvvisa come nel caso di una trombosi del circolo polmonare molto estesa.
Complicanze locali sono rappresentate da:
- Insufficienza venosa cronica: in alcuni casi i trombi guarendo portano alla formazione di tessuto cicatriziale con danno alle valvole delle vene. Tale condizione comporta un accumulo di liquido e gonfiore dell’arto.
- Ischemia dell’arto: Raramente, un coagulo di sangue molto esteso in un arto inferiore causa un edema di tali dimensioni da causare l’ostruzione del flusso ematico in tutto l’arto. L’arto diventa pallido o cianotico ed estremamente doloroso. Se il flusso ematico non viene ripristinato, si può sviluppare gangrena.
La diagnosi di trombosi venosa è alquanto semplice, nel caso di sospetto clinico è semplicemente necessario eseguire un esame ecografico chiamato Doppler venoso, tale esame permette di porre diagnosi con estrema accuratezza. Esistono anche esami del sangue che potrebbero essere utili come il D-dimero, quest’ultimo è un prodotto della fibrinolisi che aumenta in caso di trombosi.
Per indagare la presenza di complicanze come l’embolia polmonare è utile eseguire una Angio-TAC che ricostruisce il circolo polmonare. È utile eseguire tale indagine solo nel caso di sospetto clinico e se prescritto dal medico.
Il trattamento prevede l’utilizzo di farmaci anticoagulanti, attualmente in commercio esistono diverse tipologie di farmaco con un ottimo profilo di sicurezza, efficacia e maneggevolezza. Nel caso in cui il paziente non possa assumere anticoagulanti (ad esempio pazienti con sanguinamento o con alto rischio emorragico), si possono applicare dei filtri cavali che impediscono ad eventuali trombi di arrivare al cuore ed al circolo polmonare. Nei casi più gravi con embolia polmonare severa che pone il paziente in imminente pericolo di vita, è necessario applicare una terapia fibrinolitica atta a sciogliere il trombo. Ovviamente ogni terapia va prescritta da un medico specialista dopo le opportune valutazioni del caso.