“Tropical House” è il titolo della mostra site specific di Francesco Patriarca, allestita nelle sale dello Spazio Nea, in via Costantinopoli a Napoli, fino all’ 8 gennaio 2019. Nucleo centrale del percorso espositivo sono le fotografie, i disegni e i dipinti dedicati al mondo tropicale e alla rigogliosa natura delle sue foreste. E’ un approccio ibrido, in cui si intrecciano la componente figurativa e astratta; una stratificazione che consente al fruitore una lettura e valutazione personale dell’opera d’arte. Emerge la composizione di un mosaico visivo e mentale, in cui l’esperienza, le situazioni, le emozioni e il punto di vista dell’artista si manifestano, generando diversi spunti di riflessione. Da una parte c’è il desiderio di raccontare luoghi lontani, sognati e immaginari, in un rapporto simbiotico fra uomo e natura, dall’altro, l’esigenza di focalizzare l’attenzione sul cambiamento climatico, di cui il mondo tropicale è particolarmente soggetto. Una serie di fotografie sono l’omaggio alla Maison Tropicalé” , di Jean Prouvé, la struttura abitativa modulare che l’architetto realizzò per sopperire al fabbisogno abitativo dell’Africa coloniale. Erano state progettate per essere trasportate dalla Francia al continente africano. Le case dovevano essere leggere e facili da assemblare; strutture prefabbricate in alluminio realizzate anche per adattarsi al clima tropicale dell’Africa occidentale, attraverso un innovativo sistema di raffreddamento naturale. La Maison Tropicalé è diventata un esempio di casa moderna, la funzionalità, la razionalità e la standardizzazione che hanno caratterizzato il progetto, ne fanno un’icona del modernismo industriale.
La mostra riproduce l’atmosfera di una serra tropicale con carte e disegni che rappresentano la natura, dei collage di foglie e piante disegnate che rievocano la ricchezza e la sensualità di quel mondo. E’ una ricerca non solo estetica, ma anche introspettiva. E’ la necessità dell’individuo di comprendere la propria esistenza e di dare una risposta al suo rapporto con la natura e con il mondo che lo circonda. I manufatti artistici sono il medium che consentono una riflessione sulla percezione della realtà, sull’integrazione, sulla coesistenza, e sulle contraddizioni fra il genere umano e la natura, fra individuo e ambiente, fra società ed ecosistema.
E’ una indagine approfondita, analizzata nei singoli dettagli e nelle sfumature, che fa emergere la suggestione dei luoghi, delle temperature e della intensità dell’aria e del vento; gli slanci e i freni della natura, dove le linee dritte e slanciate, o nervose serpentine, o troncate drasticamente, coprono l’intera superficie della composizione.
Patriarca utilizza molte tecniche nella sua arte: disegno, pittura, installazione e fotografia. I suoi progetti nascono da periodi e situazioni vissute personalmente fuori e dentro lo studio. La sua creatività interviene per trasformare questi progetti in mostre carichi di esperienza. Ogni esposizione diventa il pretesto per proiettare l’osservatore verso luoghi geografici, mentali e fisici, lontani dall’immaginario collettivo, in cui l’artista ricostruisce pezzi di storia, propria e della comunità. Per questo suo talento e modo di interpretare il mondo che ci circonda, può essere considerato un “ambasciatore” che mette l’individuo di fronte all’evidenza, lasciando a quest’ultimo il libero arbitrio.