A quasi 70 anni dalla sua prima pubblicazione, l’opera del J.R.R. Tolkien non smette di affascinare e incuriosire. In Francia si è appena conclusa una importante mostra tutta dedicata all’immaginifico mondo de Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit, organizzata dalla Bibliothèque nationale de France, a Parigi. Con più di 135.000 visitatori, la mostra si aggiudica il nuovo record di presenze nella storia della Bibliothèque nationale, superando il precedente (di 86.000) segnato da “L’aventure des Écrittures: matières et forme” nel 1998. Inaugurata lo scorso 22 ottobre, la mostra ha raccontato per quasi quattro mesi l’immaginario tolkeniano, assieme alla vita e al lavo del suo autore, attraverso 300 pezzi tra manoscritti e disegni originali.
Un mondo, quello dello scrittore inglese, che dopo aver fondato un genere letterario e aver impregnato di sé il conscio e l’inconscio narrativo dei decedi successivi non sembra voler tramontare. Dal romanzo al fumetto, dai giochi da tavolo a quelli da schermo, le creazioni contenute nel vasto ciclo de Il Signore degli Anelli sono state consacrate a topos letterari per chiunque abbia voluto confrontarsi dopo di lui con la magia, il fantastico e l’avventura. Una “febbre” culminata a livello globale nei primi anni 2000, con la trilogia cinematografica di Peter Jackson. Uno sforzo produttivo e immaginifico gigantesco, premiato ancora una volta da diversi record. L’intera trilogia ha infatti conseguito il più grande incasso cinematografico della storia, mentre il suo terzo capitolo “Il Ritorno del re“, rimane il film più premiato nella storia degli Oscar, con ben 11 statuette.
E il 2020 sarà in qualche modo l’anno del ritorno del Signore degli Anelli in Italia. Già dallo scorso dicembre infatti è cominciata la ripubblicazione (con il primo volume: La Compagnia dell’Anello) dell’opera nella nuova traduzione italiana, ad opera di Ottavio Fatica. Questo nuovo adattamento sarà solamente la seconda traduzione dell’opera originale nella nostra lingua, dato che tutte le edizioni precedenti contenevano la traduzione realizzata nel 1967 da Vittoria Alliata di Villafranca. L’operazione è stata a lungo attesa e preparata, e può vantare, oltre che la grande preparazione ed esperienza dello stesso Fatica, una stretta collaborazione del nuovo traduttore con la Associazione Italiana Studi Tolkeniani.
Ovviamente i plausi per il primo volume della nuova traduzione non potevano non essere accompagnati dalle polemiche. In un paese perennemente spaccato su tutto, e tendenzialmente tradizionalista, la rivisitazione di un adattamento letterario così radicato e duraturo (o forse la sua sostituzione, visti gli sviluppi della faccenda) non avrebbe potuto non infuocare gli animi.
Nessuna meraviglia in fondo che il mondo immaginato da Tolkien non smetta di attirarci. Forse incantata ma certo mai pacificata, la Terra di Mezzo è un luogo di scontri, di grandi passioni individuali e collettive, e di fazioni impegnate in dispute spesso futili.
Un continente di grandi ideali? Forse, ma soprattutto una terra di conflitti, persa nella ricerca di una pace che non potrà che essere fragile e temporanea…