In questi tempi in cui, ovunque ci si volti, pare di avere a che fare solo con persone poco propense al sorriso e alla cordialità; in questi tempi nei quali, specie sui social e in tv, assistiamo a un vero e proprio effluvio di linguaggi rabbiosi e rancorosi, ci sembra molto opportuno ricordare una figura -divenuta ormai storica insieme al suo corpulento compagno-, della quale, come nel caso di altri grandi interpreti della comicità del passato, quella elegante, raffinata e mai volgare, oggi avremmo più che mai bisogno per riportare un po’ di sana leggerezza nei tanti, troppi animi esacerbati. Ci stiamo riferendo a Stan Laurel (pseudonimo di Arthur Stanley Jefferson), il quale veniva a mancare, a Santa Monica, proprio il 23 febbraio del 1965. Come tutti sappiamo, egli è conosciuto, in tutto il mondo, per il ruolo di Stanlio del duo comico Stanlio e Ollio, formato insieme ad Oliver Hardy, ed è considerato, con la sua fisicità agile, l’inventiva e i giochi di parole, uno dei più grandi attori comici di tutti i tempi.
Figlio d’arte, nato a Ulverston, in Inghilterra, nel 1890, Stan abbandonò gli studi per dedicarsi, fin da giovanissimo, al teatro. Il suo sogno era, appunto, quello di diventare un comico e iniziò presto a prendere parte in alcuni spettacoli nei quali ottenne un buon successo. Nel 1908, l’artista entrò a far parte della compagnia di pantomima del noto impresario Fred Karno – la stessa del grande Charlie Chaplin – e grazie a questa apprese le tecniche di mimo e raffinò il suo talento nell’arte del riso. Nel 1910, insieme alla compagnia, Stanlio approdò negli Stati Uniti, dove iniziò a distinguersi e a farsi conoscere e apprezzare dal pubblico. Nel giro di pochi anni, egli creò due formazioni, il “The Keystone Trio” e poi il “The Stan Jefferson Trio”, con le quali girò i teatri di varietà di mezza America. Nel 1917, per l’attore cominciarono ad arrivare le prime proposte dal mondo del cinema, inizialmente con un cortometraggio dal titolo “Nuts in May”. Quattro anni dopo, invece, avvenne l’ncontro con colui il quale, in seguito, diventò un punto di riferimento per Stan, sia dal punto di vista professionale che privato, ovvero, appunto, Oliver Hardy. I due si conobbero sul set di ‘The Lucky Dog”, in cui Stan impersona un signorotto che Oliver tenta invano di derubare. Nel 1927, Leo McCarey e Hal Roach li notarono nella comica “Duck Soup” e si resero conto che, in coppia, gli attori avrebbero potuto riscontrare un successo enorme. Così, a partire della comica muta “Putting Pants on Philip”, del 1927, i due, con una sintonia perfetta, divennero i protagonisti di una serie di esilaranti film comici basati sulla contrapposizione fisica e psicologica dei loro due buffi personaggi: uno magro, svampito e pasticcione di nome Stanlio, l’altro grasso, saccente e prepotente di nome Ollio. Da quel momento, Stan Laurel e Oliver Hardy interpretarono una grandissima serie di pellicole, mute e sonore, tra le quali ricordiamo “Pardon Us”, “The Devil’s Brother”, “Sons of the Desert”, “Way Out West”, “Block-Heads” e “A Chump at Oxford”.
Dopo una pausa, nella prima metà degli anni Quaranta, la coppia di attori tornò a lavorare insieme, interpretando, per la 20th Century Fox e la Metro Goldwyn Mayer, una serie di film fra i quali “Jitterbugs”. Dopo una tournée europea nel 1952, i due si ritirerarono a vita privata. Oliver morì nel 1957 mentre Stan, come si diceva, venne mancare il 23 febbraio del 1965, dopo esser stato premiato con un Oscar alla carriera.
Oltre che sagace attore e comico, Laurel fu pure un ottimo regista e sceneggiatore. Di sicuro, attraverso la sua Arte, egli ci ha lasciato un’eredità immensa che non possiamo dimenticare perché riscoprirla fa bene al cuore.