Si, la notizia è di una settimana fa ma prima di affrontare un argomento tanto grave ho preferito prendermi del tempo per pensarci, per capire cosa si nasconda dietro ad uno storia di (non) ordinaria follia quotidiana.
Un ragazzino napoletano di soli 14 anni è stato picchiato e ustionato con della benzina perché gay. A ridurlo così sono stati i suoi stessi genitori (manco fossimo in un paese islamico) perché gay, come se potesse diventare etero a suon di calci e pugni.
La cronaca ci ha abituati, ahimè, al contrario; i bulli sono fuori, ti aspettano, ti prendono in giro e la casa è il nostro scudo protettivo, la famiglia sono i nostri vigilanti della vita. Ma quando i bulli li abbiamo in casa? In effetti non si tratta di bullismo ma di maltrattamenti in famiglia.
La peggior forma di “BULLISMO” perpetrata da chi ti dovrebbe capire invece ti schiaccia, non resta che uscire ed urlare.
Si è scoperto dopo varie denunce e controlli che questa ragazzino, non è noto in che zona di Napoli abiti, ha subito mesi di violenze fisiche e psicologiche.
Ha avuto il coraggio, o meglio è arrivato al limite e si è ribellato chiedendo aiuto.
Essendo minorenne la situazione è delicata. Ma cosa spinge dei genitori a fare una cosa del genere? Dico non è come beccare il figlio con una canna, lì uno schiaffone ci può stare, perdonatemi. Ma scoprirlo gay? Non dovrebbe la famiglia aiutarlo, capirlo, accettarlo? I figli sono essere umani ed ogni individuo è a se stante, ha le sue inclinazioni, paure, amori e fobie. I genitori dovrebbero accompagnarci nella nostra vita, non distruggerla. Fatto gravissimo e senza scusanti.
Ora non resta da aspettare che il tribunale faccia il suo lavoro, il ragazzino è stato tolto alla famiglia ad opera del gay center nella persona di Fabrizio Marrazzo con il supporto del MIUR e OSCAD (osservatorio contro le discriminazione della polizia di stato) che sta monitorando la situazione e proteggendo il giovane in una struttura controllata.
Ogni anno migliaia di gay chiamano Gay Help Line 800 713 713, se subite violenze in famiglia o fuori o conoscete qualcuno che ne subisce non esitate a chiamare.
È retorica, lo so, ma a volte le problematiche adulte di rabbia depressione e violenze nascono da situazioni “claustrofobiche” proprio in famiglia. Un bambino maltrattato oggi è un cattivo adulto di domani, se non si suicida prima.
Commentando questa notizia sono orgoglioso di essere gay ma (oggi) mi vergogno di essere napoletano.
Ustioni e percosse a un ragazzino perchè gay

Autore dei romanzi "La pecora Rosa"e "Crazy Bear Love" e "A Destra dell'Arcobaleno" e giornalista,Carlo Ditto con la sua ironia e il suo tono sempre sopra le righe,riesce a raccontare in modo davvero unico,la quotidianetà.Nella sua rubrica "L'angolo della Pecora Rosa",accompagnerà i nostri lettori nel mondo LGBT.