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TRACKLIST
ASTEROIDE
Brano che dà il nome all’album, filo conduttore con gli altri brani ed emblema del disagio dell’autore. Asteroide parla di un amore mai ricambiato, in cui le bizzarrie del protagonista gli impediscono una vita sociale accettabile e lo portano a chiedersi sempre cosa ci sia di sbagliato in lui, fino a capire che la sua eccentricità non è un difetto ma un punto di forza.
SCRIVERE A COLORI
Tentativo di rallentare la quotidiana frenesia alla ricerca di un po’ di ispirazione, di bellezza, di pace. Scrivere fluttuando tra l’immaginario ed il lento respiro, tra il sogno e la realtà, senza cadere nel bieco cinismo, prendendo quello che arriva e senza aver paura di poter finalmente essere felici.
FESTA
“Festa” è una rivincita fantozziana di chi non è mai adeguato, di chi non riesce ad adattarsi, di chi non partecipa perché non viene invitato. Un viaggio tra i weekend di provincia, tra musica elettronica scadente e gente che si dimena con mandibole “fluttuanti” e ragazze irraggiungibili. Un mondo guardato, con occhi spalancati e luccicanti, da lontano, come uno spettatore, sognando di esserne il protagonista o almeno di farne parte. Un agglomerato di divertimento dove tutti godono di felicità nervosa e senso di partecipazione ad una razza sul pezzo, sui pezzi, di tendenza ed in tensione costante.
MIA NONNA E’ UNA STRONZA
Si può scrivere una canzone impertinente e sdolcinata allo stesso modo? Di protesta e di amore? Si può far convivere disagio e tenerezza? Ebbene sì. Succede con “Mia nonna è una stronza”, una dettagliata descrizione di quella che è la quotidianità all’interno del gitano gruppo famigliare di Virginian. Si tende (chissà perché) a mistificare gli anziani ed a riverire le loro parole e le loro gesta anche se in passato sono stati dei bugiardi, dei cazzoni, dei gelatinosi eunuchi, esattamente come lo sono i loro nipoti ora.
“Non penso di rendere veramente omaggio ai miei cari bacucchi mentendo spudoratamente sulla loro natura o esaltandone solo gli atteggiamenti positivi. Io voglio bene a mia nonna per quello che è, per il disagio e per la sincerità, per l’egoismo e per la spontaneità. E un giorno, in cuor mio lo so, quando sarò vecchio, sarò esattamente come lei…”
26TH QUERRIN STREET
Il nome arriva da una via di Londra senza alcuna importanza, dove c’era una casa, dove c’era una coppia di innamorati. Poi è arrivata una tormenta e tutto è finito. Il disagio qui si manifesta nella rincorsa della persona perduta, in modo infantile ma sincero. Sapere che indietro non si torna ma non poter far nulla per smettere di sperarci.
CHARDONNAY
Canzone d’amore che riflette sulle occasioni mancate. L’ardente desiderio di poter passare la propria vita assieme alla persona amata potrebbe essere un’arma a doppio taglio: dapprima manifesto di felicità immensa, poi una vera violenza psicologica. Il desiderio, d’altronde, non è altro che una fiamma che brucia di sé stessa, se appagato si spegne.
MIO NONNO E’ ALCOLIZZATO
Controparte maschile della nonna, il nonno è specchio del futuro di Virginian, di come inevitabilmente un giorno sarà. “Allora nonno, quando hai finito di deridere le mie pulsanti passioni di ragazzo ribelle, insegnami la severa e antica arte del vino!”
FUORI CITTA’
Cosi come cominciato, l’album si conclude con un brano inno al disagio. Le più recondite e meschine abitudini dell’autore vengono a galla. Ma sono ineluttabili, cosi è nato, non può farci niente. Quando Dio distribuiva le virtù, lui era impegnato con suo nonno a bere vino. Ora viene osservato e giudicato per la sua inettitudine ma in fondo, voi, chi cazzo siete per giudicare?
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