“Schiavi del sesso” è un urlo di libertà contro la società capitalistica e patriarcale che ha strumentalizzato il corpo della donna dando origine ai fenomeni di slutshaming e bodyshaming o ancora al revenge porn di cui stiamo sentendo parlare in questi giorni. E’ l’invito a riconoscere l’amore sano, in quanto sentimento totale che ti rende libero. Il coraggio di chi, all’interno di una società malata, non scende a compromessi, ma porta a spasso con fierezza la propria identità.
Senza falsi moralismi un ritratto della società di oggi, con la fierezza e la freddezza che la contraddistinguono, la ricerca spasmodica del “nuovo” per raccontarlo, per innalzare il proprio io di fronte agli altri, ma senza un vero e proprio rapporto soddisfacente. Il sesso mercificato, vuoto, come moneta di scambio per la propria sicurezza interiore. Una voce, quella di Martina, che resta impressa nella mente, come solo le grandi voci possono: graffiante, avvolgente, calda. Il messaggio arriva forte e chiaro. Siamo schiavi ma anche liberi di fare sesso.
In uno dei suoi ultimi post sui social Martina, voce del duo, ha descritto così il brano: “A mezzanotte esce una canzone a cui tengo molto: “Schiavi del sesso”. Utilizzo queste due immagini per comunicarvelo proprio per centrare la questione sollevata dal brano: la strumentalizzazione del corpo della donna nella società capitalistica ed i fenomeni di #slutshaming e #bodyshaming che ne derivano. A ciò si aggiunge la depressione in cui stanno cadendo molte donne nel vedere la propria immagine lontana dalla irrealtà di un filtro di Instagram.⠀Paragono la società in cui ci troviamo ad un girone dantesco in cui i bambini vengono messi a bada con dei videogiochi ed il rapporto di coppia è un evento insano in cui a mancare prima di tutto è il rispetto dell’altro; un mondo in cui il sesso è uno strumento utilizzato per ottenere più vendite, più likes, più followers;⠀una “terra desolata” in cui non c’è più spazio per i sentimenti, se non per quelli di aggressività
e odio a cui siamo abituati.
Potrebbe questa essere la conseguenza di ciò che aveva già sollevato Marcuse in “Eros e Civiltà”? Sapete che Freud affermava che una società per definirsi civile doveva assolutamente reprimere il cosiddetto “principio di piacere” e dunque l’energia vitale (quella che hanno i bambini per intenderci) per dare spazio al progresso e al benessere economico? ⠀
In opposizione al contesto che ho delineato si muove la protagonista della canzone. Una donna libera, ma sola, in mezzo ad una moltitudine da cui riesce a difendersi mantenendo integra la propria identità grazie ad un amore totale che nutre, in primis, per se stessa.”
Il Cortometraggio
Il progetto è una collaborazione tra Volosumarte (Martina Catalfamo – Francesco Santalucia), la regista Dejana Poposka e il direttore della fotografia Leonardo Kurtz. E’ prodotto da Hubris Pictures per conto di Cafe Concerto Italia Srl.
Il film è un dibattito aperto, uno scontro generazionale, un invito a riflettere sui rapporti sociali e la loro relazione con il denaro.
Attraverso Amedeo Modigliani, morto precisamente 100 anni fa, mettiamo in contrasto la società di chi vende e quella degli artisti. Modigliani non ha mai guadagnato nulla dalle sue opere se non un paio di franchi. Ma c’è chi, dopo la sua morte, sfruttando anche il mito della sua vita privata, è riuscito a guadagnare miliardi. Modí dipingeva maggiormente donne e le amava nel senso più ampio del termine “amore”. Con la sua pittura elevava il corpo femminile, con tutte le sue imperfezioni, a quanto di più nobile e sacro potesse esistere senza pensare minimamente di accostare la donna al denaro. Come siamo arrivati fino a qui? Come viene percepito oggi un artista come lui? Adolescenti e adulti, condividono tutti la stessa visione sull’amore? E sul sesso?
Il linguaggio grottesco utilizzato nel film vuole risvegliare in ogni spettatore una situazione già vista o vissuta nella vita reale quasi per dare voce a chi non ha ancora il coraggio di denunciare. Ecco perché abbiamo deciso di condividerlo il 25 Novembre, giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Biografia
VOLOSUMARTE è un esperimento nato a Roma dall’incontro tra Martina Catalfamo e Francesco Santalucia. Tra chitarre pulp, psichedelia, elettronica e richiami seventies graffiati dalla voce e dai testi distopici di Martina, Volosumarte è la fuga verso un universo utopico, vergine, in cui l’uomo si riscopre puro istinto.
Martina Catalfamo è un’attrice e cantautrice siciliana. Dopo aver studiato recitazione tra i laboratori del Centro sperimentale di Cinematografia e il CIAPA di Gisella Burinato, ha lavorato con Michael Redford ne “The music of Silence”, progetto internazionale sulla vita di Andrea Bocelli e con Cosimo Terlizzi in “DEI”, film vincitore del premio “miglior opera d’esordio del 2018” durante gli RdC Awards a Roma. In televisione ha esordito nella seconda serie de “La Mafia Uccide Solo D’Estate” nel ruolo di “Vincenzina Marchese”. Ha preso parte alla 37esima edizione del Torino Film Festival con il documentario diretto da Cosimo Terlizzi “Dentro di te c’è la terra”.
Francesco Santalucia è un compositore, pianista, polistrumentista e produttore artistico nato in Puglia nel 1986. Vive tra Roma e New York. Ha composto musiche di scena per diverse produzioni italiane ed internazionali debuttando in teatri quali “La Mama” di New York , il teatro greco di Siracusa, il teatro stabile di Catania, il Piccolo di Milano e il Wilton di Londra. Il suo primo album da compositire “Memoria” è stato presentato al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite il 4 Dicembre 2017. Ha scritto e prodotto l’album colonna sonora di SUBURRA – Final Season con Tommaso Zanello “Piotta”, con il quale aveva già composto la sigla della prima stagione “7 Vizi Capitale”.
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