” Inebriato dal suo odore di fragole appena colte, non riuscii a resistere: presi in mano una sua ciocca di capelli e me la portai alle labbra. Lei ebbe un fremito, mi allontanò da sé con uno strattone e ci guardammo, soltanto per un attimo, perché i miei occhi furono attratti da altro. Maddalena era inciampata proprio nella valigia.”
- Trama: Romanzo nel romanzo, Echi da un destino sospeso è la storia dell’incontro tra Camilla, giovane scrittrice, e Valerio, un uomo anziano che, dopo aver letto il suo ultimo romanzo, ha deciso di affidare a lei la sua storia, rimasta sepolta nella memoria per anni. In una villetta presa in fitto a Positano, mentre Camilla riprende a scrivere e soprattutto a vivere, Valerio svela le vicissitudini di cui è stato protagonista insieme ai suoi tre amici. Tra il presente moderno e un passato lontano aleggia però il destino che, riprendendo a tessere la trama lasciata in sospeso oltre settant’anni prima, si compirà in un sorprendente finale.
Eretica Edizioni
- Recensione: Dal titolo forse un po’ troppo ridondante mi aspettavo il contrario di quello in cui mi sono imbattuta. E’ una storia nella storia, caratteristica in un libro che ho sempre apprezzato: rende il tutto più trascinante e coinvolgente. Lo stile è semplice, lineare e si contrappone appunto all’ intestazione, che come ho fatto notare prima mi era sembrata un po’ pesante e troppo strutturata. La trama prende il lettore, non si perde in particolari o episodi inutili e la storia narrata da Valerio diventa uno sfogo, quasi un urlo per liberarsi di un peso e di un mistero mai svelato. Camilla ritrova la forza per riscattarsi da un episodio doloroso che ha segnato la sua vita, ritrova la passione per il suo lavoro e ritorna a sorridere alla vita. C’è tanto sentimento in questo libro: l’amicizia vera ed un’amore che perdura nel tempo tanto da ricordarmi in un breve passaggio quello tra Fermina e Florentino ne L’amore ai tempi del colera. Forse la conclusione ed il colpo di scena finale sono un po’ troppo cinematografici, li ho reputati eccessivamente irreali, ma ciò non macchia l’opinione positiva che ho della storia.
- Virginia Bernardi è autrice della raccolta di racconti Mosaico (2016) con la quale vince il Premio Internazionale Letteratura. Finalista al Garfagnana in Giallo – Premio Barga, il suo racconto Io ti prenderò! è inserito nell’Antologia Criminale 2017. Echi da un destino sospeso è il suo primo romanzo.
INTERVISTA
1) Hai iniziato come scrittrice di racconti, ben più difficili rispetto ad un romanzo: in poche pagine bisogna racchiudere tutto. Parlaci di “Mosaico”.
“Mosaico” è stato il mio sogno realizzato. E’ una raccolta di quattro racconti di genere diverso. Mi piace sperimentare e non sentirmi ingabbiata in una categoria specifica. Il primo racconto, “Matassa”, è una storia d’amore intrecciata con un pizzico di giallo proveniente dal passato che si dipana pian piano nella storia, proprio come una matassa. Il secondo, “Marika”, narra lo struggente rapporto tra Marika, malata terminale di cancro e Cristina, la fidanzata diciottenne del figlio, affrontando anche un tema molto attuale, l’eutanasia. Il terzo, “Chi la lascia la via vecchia…”, è una “cavalcata” in avanti nella vita della protagonista che, con ironia e lucida determinazione, affronta gli ostacoli sempre più duri, soprattutto lavorativi, in cui incorre suo malgrado, nonostante i pronostici positivi dei proverbi. L’ultimo, “Amar’amore” affronta il problema della violenza sulle donne, un tema a me molto caro. Leggendo la vicenda, si percepisce con chiarezza quanto sia facile farsi sopraffare dai sensi dando fiducia all’uomo sbagliato e a quanta forza occorra per liberarsene, se ci si riesce. In ogni storia è palpabile il mio modo di “sentire” le cose, di vivere fino in fondo ogni tipo di emozione e situazione, anche scabrosa, sempre, però, con la fiducia nel futuro che mi contraddistingue.
2) Com’è nata, invece, l’idea di “Echi da un destino sospeso” ?
“Echi da un destino sospeso” nacque una mattina d’agosto dello scorso anno, su una spiaggia della Sardegna. Mi guardavo intorno rilassata e, a un tratto, l’immagine di Maddalena quindicenne si materializzò nella mia mente. Presi carta e penna, immancabili nella mia borsa, e ne delineai i lineamenti fisici e il carattere. Capii così di voler scrivere una storia incentrata su una bravata adolescenziale e le sue conseguenze negli anni. Ma in che periodo ambientarla? Non in quello moderno, perché non ho conoscenza diretta del mondo dei ragazzi di oggi e non nel mio per non cadere nell’autobiografico. Scelsi quindi l’immediato dopoguerra anche perché, pur se un tempo lontano, mi consentiva di inserire un protagonista anziano e creare due storie parallele, divertendomi molto a giocare con il destino facendo confluire, nel finale, il passato nel presente.
3) Nella storia c’è anche un episodio di morte, inizialmente irrisolto. Sei “giallista” nell’anima?
Senza ombra di dubbio.
4) Che tipo di lettrice sei?
Onnivora. E famelica, se la storia mi prende. Ho sempre spaziato in ogni genere letterario, anche a seconda dell’età e dello stato d’animo. Nei libri ho cercato risposte, chiesto pareri differenti dal mio, sognato l’Africa e sospirato d’amore; ho combattuto battaglie e vissuto assedi; ho sorriso e pianto; ho tremato di paura e mi sono trasformata in investigatore. Cosa, più dei libri, può regalare suggestioni così forti e differenti?
5) Questo libro è stato ben pubblicizzato con presentazioni ed incontri. Come vivi l’evento? Come vivi il pubblico lettore?
L’evento lo vivo ancora con molta apprensione. Non preparo con i miei relatori ciò che dovrò dire, consapevole che dimenticherei ogni cosa. Improvviso seguendo la piega dell’incontro e, dopo i primi tentennamenti, mi apro con facilità. Soprattutto perché amo confrontarmi con il pubblico lettore. Mi piace sapere da cosa sono stati colpiti leggendo le mie storie. E le risposte mi meravigliano sempre. Da lettrice so che ognuno interpreta le situazioni narrate con la propria anima ma, sentirselo dire, significa aver fatto centro. La storia è arrivata dove io la volevo condurre, cioè al cuore.
6) Stai lavorando a qualcosa in questo periodo?
Sì, certo. Devo scrivere tutti i giorni, per la necessità di sgombrare la mente dalle storie che l’affollano. Ho già terminato la prima bozza di un thriller che sta “decantando” nel cassetto della scrivania, in attesa di essere ripresa e corretta. Nel frattempo mi sto dedicando a una storia d’amore in cui la protagonista, con molta autoironia, narra le proprie vicissitudini. Una vicenda attuale in cui, sono certa, si potranno specchiare donne e uomini di ogni età. Due generi agli antipodi, per non farmi annoiare dai miei stessi personaggi e proporre ai lettori storie sempre nuove, mai ripetitive.