La trilogia è sempre stato uno dei mezzi più efficienti nella produzione artistica: la triade, tralasciando tutta la simbologia cristiana, è stata sempre apprezzata dal pubblico. Già nella letteratura greca troviamo l’Orestea di Eschilio, una trilogia vera e propria; più vicini ai giorni nostri troviamo la Divina Commedia di Dante (anche se è concepita come un’opera completa, se volessimo farne un adattamento cinematografico, la trilogia non sarebbe perfetta?) e il frequente uso del trittico (un’opera composta da tre immagini diverse) dall’iconografia cristiana medievale e rinascimentale fino alle applicazioni più contemporanee, come Riflessi delle nubi sullo stagno delle ninfee (1918) di Monet e Autobiografia (1968) di Rauschenberg. La “trilogia” la troviamo anche nella musica: Mozart componeva le proprie sonate spesso in tre movimenti mentre poco conosciuta in quanto tale è la Trilogia di Berlino di David Bowie composta dagli album Low (1977), Heroes (1977) e Lodger (1979). Ma tra tutte le arti, la settima è quella che ne ha fatto l’uso più intenso. Le trilogie nel cinema abbondano e molte sono diventate vere e proprie icone. Qui esploriamo le cinque trilogie a mio avviso più belle del mondo del cinema. Sarà un peccato lasciare fuori trilogie meravigliose come Matrix, Hannibal Lecter o ma lo spazio non lo concede eccezioni.
5- La trilogia del cornetto
L’alba dei morti dementi (2004); Hot Fuzz (2007); La fine del mondo (2013)
La trilogia del cornetto diretta da Edgar Wright e scritta da Wright stesso e Simon Pegg, uno degli autori comici più prolifici e interessanti contemporanei, è un vero e proprio caposaldo delle trilogie nel cinema. Seppur non ci sia nessun collegamento tematico tra i film, questa serie di film è stata pensata e viene vista dai fan come una vera e propria trilogia. Il regista l’ha ironicamente paragonata a Tre Colori di Kieslowski. L’elemento principale che collega i tre film è appunto il Cornetto Algida (da qui il nome), presentato in ogni film di un gusto diverso (e qui il collegamento con Tre Colori) come miglior cura per i postumi di una sbornia. Altre gag ritornano tra i film, come saltare una staccionata o situazioni da pub. I film sono diventati tutti cult della parodia di genere e di un certo stile di commedia.
4- Il Signore degli Anelli
La compagnia dell’anello (2001); Le due torri (2002); Il ritorno del re (2003)
Otto anni di lavoro, 281 milioni di dollari di budget, 438 giorni di riprese e 557 minuti di film (le versioni estese) fanno del progetto di Peter Jackson uno dei più difficili e intraprendenti della storia del cinema – e il prodotto dimostra che ne è valsa la pena. La trilogia del Signore degli Anelli è la rappresentante, la portabandiera del genere fantasy nel mondo del cinema. Ha il merito di aver fatto appassionare una generazione intera a questo genere prima quasi inesistente. Essendo un adattamento cinematografico dell’omonima trilogia di J.R.R. Tolkien, questi film hanno anche il merito di essere un’ottima dimostrazione di trasposizione di generi. Vincitore di un numero spropositato di Oscar (solo Il ritorno del re ne ha portati a casa 11), ogni singolo elemento del film, dai protagonisti alla colonna sonora, sono diventati un simbolo. Tutto questo tralasciando le incantevoli riprese di panorami neozelandesi, la precisione e la cura del dettaglio della scenografia e degli oggetti di scena (per esempio, il set della Contea è stato costruito quasi un anno prima delle riprese per far crescere le piante), la cruda verosimiglianza e credibilità e un casting più che perfetto.
3- La trilogia del dollaro
Per un pugno di dollari (1964); Per qualche dollaro in più (1965); Il buono il brutto, il cattivo (1966)
I tre film sono un modello per il genere spaghetti-western – genere a cui molti registi si ispirano, primo tra tutti Quentin Tarantino. Sergio Leone non aveva l’intenzione di fare dei film una trilogia, ma il fascino enigmatico del protagonista (l’Uomo senza nome o Il biondo interpretato da Clint Eastwood), che sembra essere lo stesso in tutti e tre i lungometraggi, ha fatto sì che la critica e il pubblico li considerasse tali. Molti aspetti rimangono ancora dubbi, come la sequenza temporale: l’ultimo film è ambientato negli anni della Guerra di Indipendenza americana e si ritiene che i primi due siano ambientati successivamente alla guerra (le armi sono più moderne e la data su una bara nel primo film è datata 1873). I film, per la loro struttura episodica e frammentaria, per i temi e per la violenza, hanno cambiato totalmente la faccia del cinema hollywoodiano. A contribuire alla loro bellezza ci pensa il maestro Ennio Morricone che per l’occasione ha composto una delle colonne sonore più importanti di sempre.
2- Il Padrino
Il Padrino (1972); Il Padrino – Parte II (1974); Il Padrino – Parte III (1990)
L’adattamento di Francis Ford Coppola del romanzo omonimo di Mario Puzo è uno degli esempi migliori di perfetta interazione tra regia e soggetto: come i Corleone, anche i Coppola sono immigrati italiani, precisamente dalla lucania, quindi Francis sa bene di cosa parla. Il primo film da molti critici e non è visto come uno dei film migliori della storia del cinema, mentre il secondo è considerato uno dei sequel migliori di sempre, mentre il terzo è aspramente criticato, ma fa comunque egregiamente il suo dovere di concludere la saga e la vita di Don Vito Corleone. Anche questi film sono impressi nella cultura popolare del mondo, creando uno stereotipo ben definito di mafioso italo-americano: chi non ha mai detto, proponendo qualcosa a un amico, “Ti farò un’offerta che non potrai rifiutare?”. La trilogia, insieme alla carriera tutta del regista, ha aiutato alla definizione del cinema della New Hollywood (il movimento che si rivede nel cinema di Coppola, De Palma, Scorsese, Spielberg e Lucas).
1- Guerre Stellari
Una nuova speranza (1977); L’impero colpisce ancora (1980); Il ritorno dello Jedi (1983)
Anche se oggi si parla di Universo Star Wars (o espanso) composto da tre trilogie (la classica, la prequel e la sequel ancora in produzione) e vari spin-off, la cosiddetta trilogia classica rimarrà per sempre nella storia del cinema. I film di George Lucas (anche se non tutti diretti da lui, ma tutti scritti e supervisionati, tranne per la nuova trilogia) hanno totalmente ridefinito la grammatica del cinema e hanno consolidato il primato cinematografico hollywoodiano, facendolo rimanere fermamente in sella fino ad oggi. Come il Signore degli Anelli è simbolo del fantasy, Guerre Stellari è il simbolo principale e indiscusso della fantascienza (indiscusso fin quando non si ha a che fare con qualche fan di Star Trek) e ha anche il merito di aver sdoganato il genere e averlo scolpito nel marmo della cultura pop del mondo. Nessuno non sa di cosa si parla quando sente “Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…” e “Luke sono tuo padre” è diventato il plot-twist (e lo spoiler) per eccellenza e la principessa Leia è una delle prime femministe del cinema. L’eterna lotta tra bene e male qui assume le forme di una fantasia di un bambino che ogni adulto ha o può avere.