Era una notte buia e tempestosa a Napoli. Le strade erano avvolte da un’atmosfera sinistra, mentre una fitta nebbia avvolgeva i vicoli stretti come un velo fantasmagorico. In quel contesto misterioso, si trovava il protagonista di questa storia, un giovane scrittore di nome Marco, che aveva appena terminato il suo ultimo romanzo. Il titolo della sua opera era “Cento giorni per non morire”, un titolo inquietante che rifletteva il tema oscuro che avrebbe affrontato.
Marco viveva in una vecchia casa nel cuore del centro storico di Napoli, una dimora isolata e decadente che aveva ereditato dai suoi antenati. La casa era conosciuta per le sue storie di tragedie e presunti fantasmi, ma Marco era scettico e non credeva alle superstizioni popolari. Era deciso a scrivere il suo capolavoro, immergendosi completamente nel suo ambiente cupo e ricco di storia.
Una sera, mentre Marco era intento a scrivere nel suo studio, sentì uno strano suono provenire dal piano di sotto. Sembrava il cigolio di una porta che si apriva lentamente. Marco si avvicinò all’uscio del suo studio e scrutò nel corridoio buio. La luce fioca delle candele illuminava appena la scena, lasciando spazio a ombre inquietanti. Decise di scendere le scale per verificare cosa stesse accadendo.
“Maledizione”, sussurrò Marco tra sé e sé, mentre si avventurava nel corridoio. “Certo che questa casa è piena di rumori strani.”
Arrivato al pian terreno, Marco si trovò di fronte alla porta di una stanza che era sempre stata chiusa a chiave. In preda alla curiosità, prese la chiave dalla tasca e la inserì nella serratura arrugginita. La porta si aprì con un sinistro scricchiolio, rivelando un ambiente polveroso e desolato.
Mentre Marco esplorava la stanza, vide un vecchio libro sul tavolo, aperto a una pagina segnata. Le parole scritte con inchiostro sbiadito sembravano danzare sulla pagina, invitandolo a leggere. Con un brivido lungo la schiena, Marco si avvicinò e iniziò a leggere le parole.
“Centocinquanta giorni di tormento, centocinquanta notti di paura, cento giorni per non morire.” La frase riecheggiò nella sua mente come un’oscura profezia.
Improvvisamente, la stanza si riempì di un freddo glaciale, e Marco sentì una presenza invisibile avvicinarsi. Si girò di scatto e vide un’ombra sinistra che si materializzava davanti a lui. Era una figura alta e magra, con occhi infossati e un sorriso malefico sul volto.
“Chi sei?” chiese Marco, tremando di paura.
L’ombra emise una risata sinistra e disse con una voce cavernosa: “Sono l’Anima Oscura di questa casa, il custode dei segreti più oscuri. Se hai il coraggio di affrontare la tua paura, avrai cento giorni per non morire.”
Marco era terrorizzato, ma l’idea di sperimentare qualcosa di unico e di trascendente era troppo allettante per resistere. Accettò la sfida dell’Anima Oscura e si imbarcò in un viaggio di cento giorni nel regno dell’orrore.
Le giornate si susseguivano con una serie di eventi inquietanti e visioni spettrali. Ogni notte, Marco sperimentava incubi vividi e angoscianti, mentre durante il giorno era tormentato da presenze invisibili che lo osservavano. Si trovava intrappolato in un incubo senza fine, incapace di fuggire dalla sua stessa mente.
Man mano che i giorni passavano, Marco iniziò a trasformarsi. La sua pelle divenne pallida come la morte, i suoi occhi persero la luce e il suo corpo si indebolì. Si stava avvicinando alla fine dei cento giorni, e la sua vita sembrava essere stata risucchiata dal buio.
Nella notte fatidica, Marco si trovava nel suo studio, consumato dalla paura e dall’angoscia. L’Anima Oscura apparve di fronte a lui, ancora più sinistra e inquietante di prima.
“È arrivato il momento, Marco. Il tuo tempo è scaduto”, disse con voce cupa.
Marco si aggrappò alla speranza, implorando: “Per favore, lasciami andare! Ho visto abbastanza, ho imparato la lezione. Ho capito il valore della vita!”
L’Anima Oscura sorrise maliziosamente. “Mi dispiace, Marco, ma il patto è stato sigillato. Devo prendere ciò che mi spetta.”
In un attimo, l’Anima Oscura si avvicinò a Marco e lo toccò con una mano fredda come la morte. Un brivido letale attraversò il corpo di Marco, mentre la sua anima veniva strappata via dal suo guscio mortale. La sua voce si perse in un urlo silenzioso e il suo corpo cadde senza vita.
Così finì la storia di Marco, il giovane scrittore che aveva osato sfidare le forze oscure. La sua casa rimase avvolta da un’aura di tragica maledizione, e i racconti sul suo destino terribile si tramandarono per generazioni.
L’Anima Oscura scomparve nelle ombre, soddisfatta del suo trionfo. Aveva ottenuto un’altra anima da reclamare, un’altra vittima della sua oscura magia.
E così, la casa nel centro storico di Napoli rimase un luogo avvolto dal mistero e dalla morte, conosciuto solo come “La dimora dei cento giorni”. Nessuno osò avvicinarsi a quel luogo infestato, e le storie di paura e tragedia continuarono a circolare tra i coraggiosi che osavano ascoltarle.
L’oscuro segreto della casa era custodito gelosamente dalle ombre, e nessuno osò sfidare il destino che attendeva coloro che avrebbero avventurato i loro piedi in quel luogo maledetto.
E così, il racconto di “Cento giorni per non morire” si concluse, lasciando dietro di sé un retrogusto amaro e una lezione impietosa sulla fragilità dell’animo umano e l’inesorabilità delle forze che si celano nell’oscurità.