Uno dei desideri più comuni fra la gente è quello di viaggiare. Tranne poche persone troppo attaccate alla routine quotidiana e alle proprie abitudini, la maggior parte degli individui, soprattutto fra i giovani, si sposta volentieri per conoscere posti nuovi, nuove culture, per riposarsi, per un viaggio avventura dove mettere alla prova le proprie capacità. I periodi in cui più frequentemente ci si sposta sono le festività natalizie e pasquali, ma in prima battuta le vacanze estive. E’ questo il momento in cui si possono fare i viaggi più lunghi, si possono programmare da parecchio tempo prima, si può sfruttare ogni genere di offerta. Quindi è d’obbligo dedicare un articolo a questo argomento, per cui questa settimana vi presenterò 5 film che trattano in modo diverso di viaggi.
Into the wild – Nelle terre selvagge
Into the wild – nelle terre selvagge è un film del 2007 tratto dal romanzo biografico “Nelle terre estreme” di Jon Krakauer. La pellicola è scritta e diretta da Sean Penn e interpretata da Emile Hirsch, William Hurt, Marcia Gay Hardem.
E’ la storia vera di Christopher McCandless che, dopo la laurea in scienze sociali, abbandona casa e famiglia per un lungo viaggio attraverso tutti gli Stati Uniti fino all’Alaska. A spingerlo alla partenza è il cattivo rapporto con la famiglia e il desiderio di sfuggire a una società capitalista e conformista.
Sean Penn ha impiegato ben dieci anni per avere i diritti del libro “Nelle terre estreme” da cui ha tratto il film. Egli ha fortemente voluto scrivere una sceneggiatura da questa storia e farne la regia, ha voluto raccontare dal suo punto di vista la ricerca della libertà e contemporaneamente una ricerca di sé stessi. Il giovane protagonista, nell’abbandonare gli agi della sua vita di benestante, diviene quasi parte integrante della natura e dei paesaggi in cui si immerge e durante il suo viaggio, mentre si spoglia del passato, acquisisce dagli ambienti e dalle persone nuove che incontra, nuove conoscenze, nuove consapevolezze, una saggezza e una libertà dello spirito che ne fanno un uomo nuovo.
Mangia Prega Ama
Mangia prega ama è un film del 2010 basato sul libro autobiografico “Mangia, prega, ama – Una donna cerca la felicità” di Elizabeth Gilbert. La pellicola è diretta da Ryan Murphy e interpretata da Julia Roberts, Javier Bardem e James Franco.
Liz Gilbert, scrittrice newyorkese di successo, appena divorziata si ritrova a un bivio e decide di allontanarsi dal suo mondo per dare un cambiamento radicale alla sua vita. Intraprende così un viaggio per ritrovare sé stessa: andrà in Italia per riscoprire il piacere del cibo e India per arricchire la sua spiritualità e, inaspettatamente, a Bali troverà il vero amore.
I temi del libro sono seri, complessi e attuali, ma la loro trasposizione sullo schermo risulta un po’ all’acqua di rose e quindi molto meno efficace. L’età di mezzo, specialmente quella femminile, è una linea d’ombra che il cinema ha indagato con una predilezione che è sempre stato sintomo di modernità, ma in questo film la solitudine e l’emarginazione che causano la scelta di Liz non durano mai più di un accenno e anche i suoi viaggi vengono trattati in maniera superficiale: la sensazione è semplicemente quella di vedere una diva che gioca a fare la turista in giro per il globo.
Troviamo scorci da cartolina, città ripulite da qualsiasi forma di inquinamento e personaggi che parlano per slogan. Quello che nel libro è un percorso di trasformazione interiore di una donna, nel film si riduce ad un viaggio turistico. La trasposizione cinematografica del libro di Elizabeth Gilbert è una commedia piacevole, senza pretese. Insomma, è solo la cornice da favola a rimanere impressa con l’alternanza delle inquadrature di paesaggi da sogno, ma noi spettatori non disdegniamo una visione del genere, soprattutto se in prossimità di un viaggio!
Little Miss Sunshine
Little Miss Sunshine è un film del 2006 diretto da Jonathan Dayton e Valerie Faris. Il cast è composto da Greg Kinnear, Toni Collette, Steve Carell, Alan Arkin e Abigail Breslin. La pellicola è stata presentata al Sundance dello stesso anno, i diritti vennero acquisiti dalla Fox Searchlight Pictures con uno degli accordi più importanti della storia del festival. Ha avuto 4 nominationa gli Oscar e ne ha avuti due: uno per la miglior sceneggiatura originale e l’altro per il miglior attore non protagonista ad Alan Arkin.
Il film è basato sulle vicissitudini della famiglia Hoove, una famiglia piuttosto strana composta dal padre che tenta di pubblicare un assurdo libro: “Come raggiungere il successo”, la madre che appoggia il marito nella sua crociata, uno zio omosessuale che ha perso il posto all’università e tentato il suicidio per amore, un figlio che ha fatto il voto del silenzio fino a che gli riuscirà di andare all’accademia aeronautica, una bimba di sette anni che sogna di diventare Miss America e infine un nonno che si fa di eroina e per questo motivo è stato cacciato dalla casa di riposo. Tutto gira intorno al viaggio con uno sgangherato pulmino per arrivare dal Nuovo Messico in Califronia dove si tiene proprio la finale del concorso di bellezza più famoso dello stato “Little Miss Sunshine”.
Il film è diretto da due registi entrambi esordienti che hanno brillantemente saputo guidare un cast di attori tutti validi e affermati. La sceneggiatura è molto particolare e vivace ma anche temeraria perché va dal comico alla black comedy al grottesco. Il ritmo è incalzante, le battute serrate. Insomma un film che ha riscosso notevoli successi di pubblico e di critica nonostante sia stato un esperimento a dir poco azzardato e coraggioso ma, come si dice, “chi non risica non rosica” e qui hanno risicato e ben rosicato.
Lost in translation – L’amore tradotto
Lost in translation – L’amore tradotto è un film del 2003 diretto da Sofia Coppola che proprio grazie a questa pellicola si è aggiudicata il Premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Gli interpreti principali sono Bill Murray e Scarlett Johansson.
Bob Hoskins e Charlotte sono due americani a Tokyo: il primo è una star del cinema che si trova nella capitale giapponese per girare uno spot pubblicitario, mentre la seconda è una giovane donna che arranca dietro al marito fotografo. Colpiti entrambi dall’insonnia a causa di pensieri tormentati, una notte Bob e Charlotte s’incontrano nel bar dell’hotel in cui alloggiano e tra i due nasce così un’insolita amicizia che li porterà ad avventurarsi insieme per le vie di Tokyo e soprattutto a raggiungere la consapevolezza che la vita ha in serbo per loro ancora innumerevoli possibilità.
Questa è una storia d’amore, di solitudine e di incomunicabilità. Nella metropoli asiatica, il famoso attore e la giovane sposa sono costretti a passare intere giornate da soli, soli con i loro pensieri sul senso dei rispettivi matrimoni, sulle loro vite, con i dubbi sul loro futuro accompagnati dal problema comune dell’insonnia e della lingua. A legare e ad accompagnare i due nel loro viaggio fisico e spirituale e nella loro conoscenza reciproca è Tokyo, città che ha il ruolo di vera e propria protagonista. Di giorno l’ambientazione è il lussuoso hotel di oltre sessanta piani in cui i due alloggiano mentre di notte, quando entrambi non possono dormire, le scene si spostano in esterno e qui regnano le luci colorate di una città che vive soprattutto di notte. Sarà proprio la Tokyo notturna ad accoglierli e farli uscire dalla loro malinconia e a dare loro una nuova fiducia e speranza nel futuro. Questa è una commedia dolce-amara che la critica e il pubblico hanno unanimemente acclamato, di fatti si può dire che “Lost in translation” sia ormai un cult.
Wild
Wild è un film del 2014 basato sul libro di memorie “Wild – una storia selvaggia” di Cheryl Strajed. La pellicola è diretta da Jean-Marc Vallée e interpretata da Reese Witherspoon e Laura Dern che si sono aggiudicate entrambe la nomination all’Oscar per questi ruoli.
America, anni ’90: una ragazza rimasta sola dopo il fallimento del suo matrimonio, la morte della madre e una dipendenza dall’eroina e dal sesso occasionale, decide di affrontare il Pacific Crest Trail ovvero più di milleseicento chilometri a piedi in due mesi, completamente sola. La protagonista, attraverso il suo viaggio e tutto ciò che le capiterà durante questo, affronterà un percorso di rinascita rimettendo in discussione la sua vita passata per andare incontro a quella futura.
Questo film ricalca il tema di “Into the wild” ma con un occhio meno attento ai paesaggi, alle persone e al significato che questi hanno per la protagonista. Non vi si avverte la fusione spirituale tra la donna, che pure ci dà un’interpretazione magistrale, e la natura che la circonda. I pareri della critica sono stati discordi: c’è chi ne ha detto meraviglie e chi ha detto che il regista non ha saputo comunicare ciò che la scrittrice ha voluto raccontare e ciò che lo sceneggiatore ha trascritto. Guardate “Wild”, guardate “Into the Wild” che vi ho già consigliato e traete le vostre conclusioni!