Il Festival di Cannes è ormai alle porte: la cerimonia si svolgerà dal 14 al 25 maggio. Siamo giunti alla 72esima edizione, il cui manifesto omaggia la regista Agnès Varda morta il 29 marzo, e proprio pochi giorni fa è stata presentata la lista dei film in lizza per la Palma D’oro. A presiedere la giuria di quest’anno è il regista Alejandro G. Iñárritu. Il film di apertura del festival sarà The Dead Don’t Die di Jim Jarmush, mentre tra gli altri registi con un film in concorso per la Palma d’oro ci sono: Pedro Almodovar con il suo Pain & Glory, Xavier Dolan con Matthias & Maxime, Ken Loach con Sorry, We Missed You e Terrence Malick con A Hidden Life, ma soprattutto Marco Bellocchio con Il Traditore. Il Traditore è l’unico film italiano in concorso, la qual cosa ci rende carichi aspettative!
Il film racconta il primo grande pentito di mafia, l’uomo che per primo consegnò le chiavi per avvicinarsi alla piovra, cambiando così le sorti dei rapporti tra Stato e criminalità organizzata. Pierfrancesco Favino interpreta Tommaso Buscetta, il boss dei due mondi, secondo una prospettiva inedita e mai studiata prima: sarà il “Traditore.” Un racconto fatto di violenze e di drammi, che inizia con l’arresto in Brasile e l’estradizione di Buscetta in Italia, passando per l’amicizia con il giudice Falcone e gli irreali silenzi del Maxiprocesso alla mafia. Ed è proprio nel momento in cui la giustizia sembra aver segnato un punto, che Cosa Nostra ricorda a Buscetta e all’Italia che la sua sconfitta è ben lontana. Scoppia la bomba a Capaci e Buscetta alzerà il tiro facendo il nome di Andreotti: un tragico boomerang che lo costringerà a fuggire dall’Italia per sempre. Il film, prodotto da Ibc Movie – Kavac Film con Rai Cinema, uscirà nelle sale italiane da 01 Distribution dal 23 maggio, nel giorno dell’anniversario della Strage di Capaci.
Bellocchio, in conferenza stampa, ci illustra il film dopo aver saputo di essere stato candidato alla Palma D’oro, queste le sue parole: È un film ancora diverso da tutti i precedenti, forse assomiglia un po’ a “Buongiorno, notte” perché i personaggi si chiamano coi loro veri nomi, ma lo sguardo è più esposto, all’esterno, i protagonisti sono spesso in pubblico, per esempio nel gran teatro del Maxiprocesso di Palermo e in altri teatri di altri processi con un copione diverso, pur essendo i personaggi spesso ripresi a distanza ravvicinata, trascurando però quei tempi psicologici, quelle nevrosi e psicosi “borghesi” che sono state spesso la materia prima di molti film che ho fatto in passato.
“Il Traditore” è anche un film civile (o di denuncia sociale come si diceva una volta) evitando però ogni retorica e ideologia. Ho scoperto infine in questo film, sempre da dilettante, il siciliano, lingua meravigliosa spesso storpiata, ridicolizzata, caricaturizzata anche dal nostro cinema (e televisione)”.
Speriamo che Bellocchio, dopo i David di Donatello per Salto nel vuoto e Vincere, il Leone D’Oro per La Cina è vicina e l’Orso D’argento per La Condanna, si aggiudichi anche il prestigioso riconoscimento francese e porti ancora lustro al cinema italiano.