Maria che scioglie i nodi (Virgen Maria Knotenlöserin) è un dipinto a olio su tela realizzato intorno al 1700 dal pittore tedesco Johann Georg Melchior Schmidtner e conservato ad Augusta; da esso ha avuto origine una grande devozione mariana.
Papa Francesco, quando era giovane prete gesuita durante i suoi studi di teologia in Germania, vide questa raffigurazione della Vergine, rimanendone profondamente colpito. Tornato in patria, si è impegnato a diffonderne il culto a Buenos Aires e per tutta l’Argentina.
Una Pala d’altare dovuta all’artista Marta Maineri, situata nella chiesetta dedicata a San Giuseppe presso la parrocchia San Francesco d’Assisi a Lainate (Milano), raffigurante la Madonna che scioglie i nodi.
A Napoli, la riproduzione fedele del dipinto originale è stato fortemente voluto dal parroco Don Simone Osanna, per avvicinare sempre più fedeli al culto del santo Rosario, nella chiesa di Santa Maria dell’ Incoronatella, già nota come Pietà dei Turchini, in Via Medina.
Di particolare suggestione è il rito dell’Incendio dei Nodi. I fedeli, recitando la novena della Madonna dei nodi, sono soliti lasciare ai piedi dell’altare a LEI dedicato, le loro preghiere scritte su foglietti di carta che vengono poi annodati. Questi vengono incendiati durante la celebrazione eucaristica il sabato.
Quest’anno, nelle ore serali, si celebrerà per la prima volta, in modo solenne, la festa in suo onore. Lo farà con la Solenne Novena, che avrà inizio lunedì 19 settembre, nella solennità del Patrono di Napoli San Gennaro, e terminerà, dopo nove giorni, martedì 27 settembre concludendosi con la processione per le strade del centro storico di Napoli della venerata immagine di Maria che scioglie i nodi percorrendo anche una parte di via Toledo.
La storia di Maria che scioglie i nodi
Il culto della Madonna che scioglie i nodi nasce da un divorzio mai avvenuto per intervento della stessa Vergine tra due giovani sposi, Wolfgang e Sophie. A quei tempi, durante la celebrazione del matrimonio, era usuale legare le mani degli sposi con un nastro bianco, segno del vincolo indissolubile.
Dopo solo tre anni, a causa di una serie di incomprensioni che ne avevano minato il loro legame, i due sposi si trovavano in piena crisi e meditavano di separarsi. Ma prima di risolversi in tal senso, Wolfgang si recò a Ingolstadt, a una settantina di chilometri da Augusta, per consigliarsi con padre Jakob Rem (†1618), un gesuita morto in odore di santità, a cui si deve l’invocazione Mater ter admirabilis (“Madre tre volte ammirabile”). Il sacerdote affidò la difficile situazione matrimoniale a Maria Santissima.
Dopo ogni litigio con il marito, Sophie faceva un nodo al nastro, cosicché Il 28 settembre 1615, nell’ultimo dei loro quattro incontri, il nastro che lo sposo consegnò a padre Rem risultava pieno di nodi. Quando il parroco dopo una preghiera lanciò in aria il nastro pieno di nodi, quest’ultimi si sciolsero tutti facendolo ritornare liscio e bianco intenso.
I coniugi per ringraziare la Vergine Maria per il suo intervento donarono il nastro nuziale, che li aveva legati in matrimonio, alla chiesa in cui c’era il dipinto della Madonna.