Autore: Gianni Passavini
Editore:Milieu
Collana: Ombre rosse
pp264
Prima delle videocassette, dei dvd e poi dello streaming selvaggio i fruitori del porno avevano poca scelta. Tra gli anni 70 e 80 in Italia fece capolino una scandalosa rivista di nudo (allora si usava questo gentile termine) che era destinata a cambiare i costumi italiani. Sebbene fosse una rivista da recuperare nel retro del giornalaio o passata di mano in mano (e nascosta avvolta nella carta di un giornale rispettabile), Supersex ebbe grande successo. Un fotoromanzo porno “da antagonista” ai fotoromanzi classici molto in voga all’ epoca.
L’ Italia pornografica e guardona aveva pane per i propri denti.
Supersex era il nome dell’extraterrestre proveniente dal pianeta Eros, precipitato con la sua astronave sulla terra e costretto, per sopravvivere, a occupare il corpo di un umano, rendendolo sessualmente irresistibile. Il protagonista che lo interpretava con tutto (davvero tutto) il suo corpo era Gabriel Pontello, uno dei primi pornostar, colui che per anni ha incarnato un simbolo sessuale libero e disinibito.
Pontello ha avuto anche il privilegio di scoprire e lanciare Rocco Siffredi.
Gabriel Pontello, noto anche con lo pseudonimo di Gabriela Ponti è un ex attore pornografico, produttore cinematografico e regista francese di film e fotoromanzi pornografici, attivo particolarmente negli anni settanta e ottanta.
Con lo pseudonimo femminile di “Gabriela Ponti”, ha diretto una cinquantina di film, soprattutto per il mercato tedesco, di genere BDSM, fisting e pissing
Il nome di Pontello è indissolubilmente legato a quello della rivista che lo ha reso un’icona del mondo hard.
Il libro racconta con dovizia di particolari la genesi della rivista, i set, chi li frequentava e ci da qualche notizia su Pontello, ormai quasi ottantenne e di cui si sono perse le tracce.
Il libro descrive il sesso felice e davvero spensierato dell’ epoca. Gli uomini lo sfogliavano con (per ovvi motivi).. una sola mano soffermandosi sull’ immagine più gradita. Anche perché i dialoghi erano davvero privi di spessore. Lontano dalle malattie e dalle censure le fanciulle discinte e intimamente superpelose potevano avere rapporti con tutti liberamente.
Supersex racchiude un’epoca antecedente al “golden age of porn”, in cui ci accontentava di poco e si godeva di più. All’epoca era uno degli escamotage per vedere del porno, oggi una rivista del genere con il digitale che avanza farebbe sorridere.
Un volume che sarà apprezzato dalla mia generazione (io sono dell’epoca vhs delle videoteche con le tendine, per intenderci) e per tutti quelli curiosi di conoscere la storia del porno italico raccontata da un boomer. Il libro è esplicito e senza censure. È l’occasione per raccontare uno spaccato di vita dei masturbatori seriali italiani.
E la nostra società può essere guardata anche attraverso la lente obliqua della pornografia.
Oggi i collezionisti pagano a peso d’oro le copie che ci sono ancora di Supersex.
Resta un solo mistero: ma cosa vuol dire Ifix Tcen Tcen, urlo orgasmico dell’alieno?