E’ allestita nelle sale della Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, nella Marche, in via Buozzi 14, la mostra intitolata “Vedo Nudo”. Arte tra seduzione e censura, curata da Stefano Papetti, Elisa Mori e Giorgia Berardinelli, fino al 6 ottobre 2019. L’ obiettivo è lo sviluppo di un percorso storico artistico, ma anche concettuale, che accompagni lo spettatore a scoprire le molteplici espressioni e trasformazioni dei contenuti legati al nudo e alla sua percezione, dai primi del Novecento ai giorni nostri. Si focalizza l’attenzione sulle forme d’arte, quali pittura, scultura, video installazioni, grafica e fotografia, al fine di coinvolgere il visitatore in un gioco di seduzione sottile che cresce in stretta connessione con le opere. Un concept espositivo che non dimentica l’aspetto ironico, e in alcuni casi, la componente di sensibilizzazione verso un tema che può anche essere identificato come controverso, ma che da sempre ha stuzzicato la mente e la fantasia umana. Le opere sono collocate nei due piani espositivi della Palazzina Azzurra e provengono da prestigiose collezioni pubbliche e private, da artisti affermati nell’ambito dell’arte contemporanea a livello nazionale e internazionale.
Il percorso espositivo accoglie il pubblico con l’“Estasi” di Giuseppe Renda, un busto di donna in bronzo realizzato dallo scultore nel 1890. E’ una immagine molto delicata di una figura femminile con la testa china su un lato, sembra richiamare tempi lontani, anche se la grazia della composizione restituisce una nuova concezione di modernità.
“Estasi” (1890)- Giuseppe Renda.
Diversi sono i dipinti e i disegni di nudi maschili e femminili, dall’olio su tela “Nudo femminile” di Osvaldo Licini, al disegno su carta “Ritratto femminile” di Amedeo Modigliani, all’olio su tavola di Cagnaccio di San Pietro che ritrae una donna allo specchio, in cui contrasta con le tendenze dominanti del suo tempo, e si sottrae alle liturgie delle avanguardie e anche alle suggestioni della metafisica per definire un realismo duro, plastico, di vitrea verità. Raffigura una pensierosa donna allo specchio, dal volto malinconico e dallo sguardo assente, indicando una dimensione interiore.
“Donna allo specchio”- Cagnaccio di San Pietro.
Si susseguono una serie di opere, dalla “Maddalena” di Renato Guttuso e le ancestrali sculture della serie ‘tagli’ di Lucio Fontana, per arrivare ai giorni nostri con il nudo inquietante di Oliviero Toscani per la campagna contro l’anoressia: la foto di Isabelle Caro, ragazza anoressica protagonista della campagna pubblicitaria di Nolita. La modella francese accettò di esporsi nuda allo scatto di Toscani per mostrare a tutti la realtà di una malattia che insieme alla bulimia, vede coinvolte oltre due milioni di persone in Italia.
“No anorexia”- Oliviero Toscani.
Provocatorio e irriverente è il grande acrilico su tela di Giuseppe Veneziano, dal titolo “Novecento” (2009) che riprende la tradizione iconografica dell’allegoria restituendoci, in una immagine grottesca, i tratti dei protagonisti della storia del secolo scorso. L’artista immagina alcuni personaggi della storia politica come Hitler, Stalin, Mussolini e Berlusconi in un’orgia con le eroine dei fumetti e alcune pornostar, tanto per dare la sua visione del rapporto tra politica e sesso nel secolo passato.
“Novecento”- Giuseppe Veneziano.
Tra gli altri artisti in mostra grande spazio è dato alla fotografia con Gian Paolo Barbieri, Piero Gemelli, Giuseppe Mastromatteo, e il nudo del noto critico d’arte Vittorio Sgarbi. La fotografia in bianco e nero, “Adamo”, di Gianpaolo Barbieri, immortala un corpo nudo maschile di spalle che regge una mela. Un serpente avvolge l’uomo e si dirige verso il frutto. E’ un chiaro riferimento alla religione, al desiderio e all’insidia.
“Adamo”- Gian Paolo Barbieri.
Sono presenti anche alcune ceramiche, un esempio è il “Testone”, di Andrea Salvatori, una riproduzione in grandi dimensioni della testa del David di Michelangelo. Per realizzarla si è avvalso della collaborazione di WASP, un innovativo processo produttivo per il mondo ceramico basato su un percorso di scansione, modellazione e stampa 3D. All’interno della testa ha collocato una donna nuda in miniatura, innescando nell’osservatore spunti di riflessione tra la percezione psichica del soggetto e visiva del fruitore.
“Testone”- Andrea Salvatori.
Altre opere presenti in mostra sono quelle del quartetto The Bounty Killart, tra le quali campeggia un inedito creato ad hoc per l’exihibit e altre di Claudio Cintoli, Scipione (Gino Bonichi) e Amedeo Bocchi. E’ presente anche un video “Peep Show” di Rino Stefano Tagliafierro
“Love me tinder”- The bounty killart.