Dopo il pirotecnico 3-4 con il quale il Napoli ha espugnato il Franchi di Firenze, nuova impegnativa trasferta per gli azzurri, di scena all’Allianz Stadium di Torino contro la Juventus campione in carica da otto stagioni consecutive.
Arriva dunque subito, a chiudere l’estate, la grande sfida che, siamo certi, avrà stravolto i piani di rientro dalle ferie di buona parte dei tifosi napoletani, che per nulla al mondo perderebbero questa partita.
Appare superfluo sottolineare la difficoltà di questo match per i partenopei, che da quando la Juventus, nel 2011, si è “trasferita” dallo Stadio Olimpico di Torino (il vecchio “Comunale”) al nuovo impianto di proprietà, hanno raccolto solo una vittoria a fronte di ben 7 k.o.
Del resto, in generale, i precedenti non sono più incoraggianti, visto che solo in 8 delle 73 precedenti sfide in Serie A gli azzurri si sono imposti a Torino, mentre 20 sono stati i pareggi e ben 45 le affermazioni bianconere.
Ecco perché ogni vittoria ottenuta nella città della Mole ha sempre avuto il sapore della grande impresa, a partire proprio dall’ultima, quello 0-1 del 22 Aprile 2018 firmato al 90′ da Koulibaly, che fece impazzire ed illudere una città intera, pronta a festeggiare uno scudetto che sarebbe invece volato via, come raccontato la settimana scorsa, nel match successivo a Firenze.
La precedente vittoria degli azzurri, arrivata 9 anni prima, fu ancora più clamorosa ed inattesa, visto che il 31 Ottobre 2009 (mai Halloween fu più…gioioso) la Juventus si portò addirittura avanti 2-0 con Trezeguet e Giovinco prima di subire l’incredibile rimonta del Napoli, che ribaltò il risultato con la meravigliosa doppietta di Marek Hamsik inframezzata dall’unico (ed indimenticabile) gol in maglia azzurra di Jesus Datolo.
Il centrocampista slovacco, spesso a bersaglio contro la Juventus nelle partite al San Paolo, conquistò definitivamente il cuore dei tifosi napoletani, che ha deliziato, da capitano, fino allo scorso febbraio, conquistando anche il record di gol realizzati nel Napoli, ora insidiato da Dries Mertens.
Per risalire alle altre vittorie degli azzurri a Torino dobbiamo tornare addirittura all’epopea Maradoniana, quando nel giro di tre anni, dal 1986 al 1988, il Napoli battè la Juventus a domicilio in ben due occasioni.
La prima fu l’indimenticabile 1-3 del 9 Novembre 1986, anche quella volta con una imperiosa rimonta dell’iniziale vantaggio bianconero di Laudrup, firmata da Ferrario, Giordano e Volpecina: quella vittoria lanciò definitivamente il Napoli allenato da Ottavio Bianchi verso il primo scudetto della sua storia.
La seconda fu lo spettacolare 3-5 del 20 Novembre 1988, con il grande centravanti brasiliano Antonio Careca sugli scudi, autore di una fantastica tripletta, preceduta dal gol (di ginocchio!) di Carnevale su cross di Diego, e seguita dal rigore di Renica; inutile il tentativo di rimonta della Juventus, con le reti di Galia, Zavarov e De Agostini (anch’egli su rigore).
Renica segnò un gol ben più importante alla Juventus, durante quella stagione, ma ne parleremo in occasione della sfida di ritorno…
Queste le poche gioie, a fronte delle tante cocenti delusioni patite a Torino, spesso arrivate per mano di ex idoli della tifoseria azzurra.
L’esempio più recente è ovviamente costituito da Gonzalo Higuain, che dopo tre stagioni e 91 gol con la maglia del Napoli, ed il record di gol in un solo campionato stabilito nel 2016 con 36 reti (battuto il primato di Nordahl che resisteva dal 1950), decise di passare proprio ai rivali, firmando la vittoria della Juventus del 29 Ottobre 2016 con il gol del 2-1 dopo che Callejon aveva pareggiato la rete iniziale di Bonucci.
Higuain nelle due stagioni seguenti ha spesso segnato contro la sua ex squadra, sia in coppa Italia (1 gol all’andata e due al ritorno nelle semifinali 2016/2017) che in campionato al San Paolo (suo il gol vittoria del 1 Dicembre 2017 per lo 0-1 finale), guadagnandosi a giusta ragione l’appellativo di “core ‘ngrato”.
Questo soprannome, rispolverato per il “Pipita”, fu coniato dai tifosi azzurri molti anni prima per il brasiliano Josè Altafini.
Il centravanti, passato dal Napoli alla Juventus a fine carriera, nel 1972 , dopo 180 presenze e 71 gol con la maglia partenopea, firmò il gol del 2-1 del 6 Aprile 1975, dopo il vantaggio di Causio ed il pareggio di Juliano.
Questo risultato contribuì in modo decisivo a strappare lo scudetto alla sua ex squadra a vantaggio dei bianconeri, rimandando per l’ennesima volta l’appuntamento del Napoli con la storia.
Più o meno la stessa cosa accaduta il 13 Febbraio 2016, quando un gol di Zaza (tiro deviato da Albiol) regalò alla Juventus una partita destinata allo 0-0 e segnò il sorpasso sul Napoli capolista, che non sarebbe più riuscito a riprendere i bianconeri nel finale di campionato.
Quest’anno Higuain, dopo la parentesi dello scorso anno con Milan e Chelsea, sarà di nuovo contrapposto agli azzurri con la maglia della Juventus (a meno di sorprese di calciomercato dell’ultim’ora), ma l’ex più atteso non sarà certamente un giocatore, stavolta.
Infatti sulla panchina bianconera (se la polmonite con cui sta lottando glielo permetterà) siederà Maurizio Sarri, divenuto nel triennio trascorso a Napoli (2015-2018) un’autentica icona, del bel gioco ma anche della lotta al potere precostituito (il cosiddetto “Palazzo”), rappresentato plasticamente proprio dalla compagine di proprietà della famiglia Agnelli, di cui sembrava essersi professato fiero oppositore, oltre che difensore della causa partenopea.
La presenza di Sarri alla guida dei rivali darà quindi a questa sfida un sapore ancora più particolare, sperando che stavolta sia l’ultimo “core ‘ngrato” ad uscire sconfitto.