Lo scorso fine settimana, in pieno pomeriggio, come tutti abbiamo avuto modo di apprendere, un uomo è stato accoltellato a Piazza Bellini, cuore della movida giovanile partenopea nel pieno centro della città. I vari giornali hanno subito rilanciato la notizia dando per certo che si trattasse di un regolamento di conti tra spacciatori o, tutt’al più, di una tipica rissa tra balordi, tra alcol e droghe. Una volta venute a conoscenza del fatto che l’uomo gravemente ferito all’addome fosse di carnagione scura, le stesse testate hanno allora immediatamente stabilito che si trattasse di un immigrato. La verità dei fatti però, come emerso nelle scorse ore, è totalmente diversa e da qui si evince come pure gli organi di stampa, spesso, siano avvinghiati dalla melma del pregiudizio. Infatti, il ragazzo aggredito si chiama Walter Natividade Fortes ed è di origini capoverdiane ma nato a Napoli, quindi è napoletano e non un immigrato (ma se lo fosse stato, cosa sarebbe cambiato?). Il movente dell’accoltellamento, in aggiunta, non ha nulla a che vedere con le dinamiche dello spaccio. Il giovane, infatti, è stato colpito perché ha difeso la sua migliore amica dall’ex, stalker e violento, il quale era già stato segnalato più volte alle forze dell’ordine senza esito, evidentemente. Alla base di questa storia terribile dunque vi è, ancora una volta, la questione della violenza di genere, della violenza sulle donne.
Walter ora si trova in ospedale, le sue condizioni, seppure critiche, restano stazionarie. Ovviamente, gli auguriamo vivamente che possa tornare al più presto alla sua grande passione, ovvero la break dance e la musica rap, con la quale, mettendo a disposizione la sua arte, ha spesso preso parte a iniziative di integrazione sociale nelle scuole delle periferie. Tanti sono i messaggi di solidarietà e sostengo, anche da parte dei suoi amici artisti, che stanno giungendo per lui che ha compiuto il gesto eroico di difendere una donna e che non meritava di essere additato dalla stampa per ciò che non è.
A margine di tutta questa incresciosa vicenda ci si consenta, allora, di muovere una critica, come si diceva, alla distorta e superficiale narrazione che ne è stata fatta anche su fonti ufficiali, nella quale, peraltro, si intravede una certa dose di razzismo strisciante che tanto attanaglia il nostro Paese. Inoltre, duole apprendere che il ragazzo sia stato lasciato per molto tempo a terra prima che arrivassero i soccorsi. Vogliamo, a tal proposito, ribadire, a chiare lettere, che non si può calibrare il rispetto che dobbiamo alla vita in base alle diverse caratteristiche di ognuno, perché essa è sacra sempre, sempre. Quand’anche si tratti di un extracomunitario (e non è assolutamente una colpa o un difetto esserlo) o, ad esempio, di uno spacciatore o di un ladro, un uomo, in quanto tale, va aiutato rapidamente, senza se e senza ma.