E’ morto a 94 anni (li aveva compiuti giovedì 3 febbraio) Mino Milani, il più importante e conosciuto scrittore pavese. Si è spento nel pomeriggio del 10 febbraio nella sua casa di piazza San Pietro in Ciel d’Oro, nel cuore di Pavia, dove ha vissuto per tutta la vita.
Mino Milani è stato romanziere, giornalista, fumettista, e anche fine narratore del capoluogo lombardo e del suo fiume. Dopo aver scritto il suo primo racconto nel 1946, all’età di 18 anni, sul settimanale diocesano “il Ticino”, nel 1954 inizia a lavorare per il “Corriere dei Piccoli” di Giovanni Mosca, con il quale collaborerà per oltre 20 anni. Nel 1957 esce “Il cuore sulla mano”, il suo primo libro di racconti. Ne seguiranno molti altri. Nel 1977 pubblica per Mondadori “Fantasma d’amore”, un romanzo di grande successo ispirandosi al quale il regista Dino Risi girerà nel 1981 l’omonimo film con due straordinari interpreti come Marcello Mastroianni e Romy Schneider. E’ di Mino Milani anche una biografia critica di Giuseppe Garibaldi, pubblicata nel 1982 (nel centenario della morte dell’ “Eroe dei due mondi”) e tradotta anche in Cina. E’ stato autore di numerosi libri che hanno raccontato le inchieste del commissario Melchiorre Ferrari, ambientate in una Pavia ottocentesca ancora sotto il governo austriaco: li presentava sempre il 9 dicembre, giorno di San Siro, patrono cittadino. Alla sua città ha dedicato anche “Storia avventurosa di Pavia”.
Il fiume non si ferma
Il volume coglie nelle sue più lontane origini l’epopea garibaldina, quando la storia diventa leggenda. Infatti fu a Montevideo, in Uruguay, nel lontano 1843 che gli esuli italiani, nel corso di una sanguinosa lotta civile, si schierarono per la libertà, a fianco dei ‘colorados’ e costituirono la Legione Italiana, guidata da Giuseppe Garibaldi. Portavano tuniche rosse, l’abito da lavoro degli operai di un grande macello, che in seguito sarebbero divenute le camicie rosse, la divisa dei garibaldini. Tra loro Gaetano Sacchi, originario di Pavia, che in seguito avrebbe descritto in un diario le sue imprese in Uruguay, diario da cui l’autore ha tratto lo spunto per questo libro.
Un’avventura sul Po
Questa bella storia avventurosa, piena di pericolo e di mistero, vede protagonisti tre ragazzini lombardi. La storia è ambientata negli anni Cinquanta ma è attuale come una storia moderna. Sullo sfondo della narrazione, scorrono i due maggiori fiumi italiani: il Po, minaccioso e immenso, con le sue acque gialle e il Ticino, amichevole e sinuoso, con le sue acque azzurre. Età di lettura: da 9 anni.
Fantasma d’amore
Che cosa accadrebbe a un normale e forse prevedibile professionista di provincia se, dopo qualche segnale curioso e inquietante, gli si presentasse la donna amata in gioventù, uscita dalla sua vita e della quale si avesse poi notizia della morte? Che cosa accadrebbe, insomma, se gli si presentasse un fantasma? È la storia narrata nel libro, che ha per scenario e protagonista Pavia, che Mino Milani (a ragione considerato “lo scrittore di Pavia”, la formula è di Maria Corti) conosce a fondo e sa ben reinventare. Pubblicato nel 1977, nel 1981 Dino Risi ha tratto il film che replica il titolo del romanzo, con Romy Schneider e Marcello Mastroianni.
Di amore e di guerra
«Fu certo una stagione difficile. Per i ragazzi richiamati alle armi; per gli altri, che riuscivano a nascondersi, per gli altri ancora che per convinzione o per caso o per convenienza si mettevano dall’una o dall’altra parte, chi con i fascisti, cioè, chi con i partigiani»: gli anni di guerra diventano un romanzo attraverso la memoria di uno scrittore che in questo 2018 compie novant’anni nel segno della letteratura e dell’amore, che è il filo rosso delle storie del libro, tra pagine d’un tempo e pagine nuove e sorprendenti. Tra una città di provincia come Pavia e una grande città come Milano esplode lo scenario di una guerra piena di domande senza risposte.
Cuccare chi
Come può accadere che un tranquillo pomeriggio d’amore si trasformi in un incubo? Marco, giovane commesso di un ipermercato, dopo un fugace incontro con una ragazza si trova involontariamente testimone di un assurdo omicidio. Lo scenario è quello di una garzaia in pieno agosto, un’oasi di campagna deserta e appartata, in cui da qualche anno sono tornati a nidificare gli aironi. Da qui inizia un folle inseguimento tra i viottoli e i campi assolati della Lomellina, in cui il giovane, inconsapevole di chi sia l’uomo che lo bracca a bordo di una grande automobile nera, tenta di salvare la propria vita e quella della ragazza che lo accompagna.
Il vampiro di Piazza Cavagneria
Con questi due racconti, “Il vampiro” e “La ricamatrice”, le edizioni Effigie iniziano la ristampa della serie del commissario Melchiorre Ferrari. Quando la serie uscì per la prima volta negli anni Ottanta, con una distribuzione esclusivamente locale, aprì la strada a quel noir storico che oggi ha preso piede anche in Italia. Storico appassionato, cultore di Garibaldi e del Risorgimento, Milani integra qui l’accurato affresco della Pavia di metà Ottocento sotto il dominio austriaco con un’irriducibile curiosità “romantica” per i battitori solitari, di cui lo stesso commissario Ferrari, ma anche la Marescialla e Ofelia, sono esemplari a tutto tondo. Senza nessun compiacimento e, anzi, in un linguaggio asciutto, che gli viene dagli amatissimi Conrad e London, Milani spinge con risoluta discrezione il commissario Ferrari sulla scena criminale. Nel “Vampiro”, intrecciando la cronaca al mito transilvano, ricompone i probabili retroscena dell’ultima esecuzione di un militare austriaco avvenuta a Pavia in tempo di pace. Nella Ricamatrice, invece, il commissario Ferrari indaga sulla morte per tetano del vecchio colonnello Fraschetti – una figura bizzarra, prigioniera del mito napoleonico dopo la caduta dell’Imperatore – e di sua sorella Amalia. Partendo da documenti dell’epoca interpretati con la consueta acribia, Milani descrive la vita quotidiana nella Pavia di quei tempi – il fiume, le piazze e le vie, i palazzi, le case e gli interni, le osterie – e la popola di gente viva.