Il 28 dicembre ci lascia il grande scrittore Amos Oz.
Nasce a Gerusalemme il 4 maggio del 1939 ed è spirato a causa di un tumore dopo un rapido deterioramento, nel sonno ed in pace, circondato dalle persone che lo amavano.
Il suo cognome era Klausner ed assunse quello di Oz quando quindicenne decise di abbandonare Gerusalemme e la sua famiglia. In ebraico Oz vuol dire Forza, una scelta atta a contrastare la vita angosciosa del padre ed il suicidio della madre quando lui aveva solo tredici anni come ha raccontato nel suo capolavoro, Una storia di amore e di tenebra. Un cognome che ha scandito la sua giovinezza e vita intera: giocava alla guerra con britannici e arabi su mappe; doveva costruire Israele, unica patria possibile dopo che l’Europa sterminato gli ebrei. Viveva nei kibbutz scrivendo di notte gettando le basi per il suo primo libro Terra dello sciacallo. Il tema più amato era la famiglia, i legami d’amore indivisibili, il matrimonio, le donne che diceva sempre di non capire abbastanza anche se le studiava, le rivoltava, ci entrava e ne usciva come un segugio nel bosco ed il tutto venne a galla nei lavori come Soumchi, Una pace perfetta, Scatola Nera.
Oltre ai suoi romanzi, Oz pubblicava regolarmente saggi di politica, di letteratura e sulla pace ed era uno degli intellettuali più influenti e stimati di Israele. Non usava il computer e sulla sua scrivania aveva sempre due penne: una era quella politica che adoperava quando si “arrabbiava, ma tanto e davvero”, l’altra quella del narratore che stava usando per scrivere il suo nuovo, atteso, romanzo.
Negli anni Sessanta aveva aderito al movimento pacifista Shalōm ‘akhshāv («Pace ora»), insieme ad altri intellettuali e scrittori come Abraham Yehoshua e David Grossman.
Indimenticabile sarà sempre Una storia di amore e di tenebra (2002), la storia della sua vita di cui si diceva stesse scrivendo il seguito. Da quel momento tutti si sono aspettati che ricevesse il Nobel. Ma il pregiudizio verso Israele a Stoccolma è stato troppo grande. Di riconoscimenti, comunque ne ha ricevuti e tutti meritatissimi soprattutto il premio Israel, il più importante tra quelli conferiti dallo Stato.
La sua è stata davvero una storia di amore e di tenebre,ma anche di coraggio e grandissima Forza.