Sempre, fortissimamente Osimhen: il Napoli si aggrappa al suo centravanti e, pur soffrendo, batte un’ottima Udinese e torna alla vittoria in casa, restando a 3 lunghezze dal Milan capolista corsaro a Cagliari e guadagnando altre due lunghezze sull’Inter, bloccata dalla Fiorentina.
Pubblico delle grandi occasioni al “Maradona”, complice l’orario propizio che ha consentito a tanti papà di festeggiare il 19 Marzo allo stadio con i propri figli.
Spalletti ripropone per 10/11 la squadra vittoriosa a Verona, con il solo Insigne al posto di Lozano: davanti ad Ospina, solito quartetto con Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly e Mario Rui; centrocampo a tre con Fabian ed Anguissa ai lati di Lobotka, e Politano sull’out destro con Osimhen al centro dell’attacco.
Chi si aspettava un approccio aggressivo degli azzurri, insolitamente in rosso, resta deluso: il Napoli parte al piccolo trotto, mantiene un possesso palla sterile e subisce il pressing feroce ed organizzato dell’Udinese, ben messa in campo da Mister Cioffi.
La sensazione di un pomeriggio difficile si fa concreta quando al 22′ Deulofeu, lasciato liberissimo al limite dell’area, trafigge Ospina con un destro chirurgico nell’angolino basso alla destra del portiere colombiano.
Il Napoli accusa il colpo e fatica a ritrovarsi, rischiando di subire il raddoppio quando Ospina salva con un gran colpo di reni su incornata ravvicinata di Pablo Mari.
La reazione dei partenopei è tutta in due fiammate sul finire del primo tempo: prima Insigne con il solito tiro a giro costringe Silvestri alla deviazione in angolo, poi il portiere friulano è fortunato a deviare di piede, in controtempo, il sinistro di Fabian da appena dentro l’area.
Spalletti capisce che per ribaltare la partita deve affiancare un’altra punta all’isolatissimo Osimhen, e lancia in campo Mertens al posto di un impalpabile Fabiàn all’inizio della ripresa.
La mossa si rivela azzeccatissima dal punto di vista tattico, ma è il cambio di ritmo e di aggressività a risultare subito decisivo: il Napoli riparte all’arrembaggio e trova subito il gol del pari con “Air Victor” Osimhen, bravissimo a sfruttare la punizione di Mario Rui con il solito, imperioso stacco aereo.
I partenopei non si fermano, recuperano spesso e volentieri il pallone con un pressing finalmente efficace e mettono la freccia ancora con Osimhen, bravo a sfruttare da vero centravanti l’assist di Di Lorenzo al termine di un’azione ben congegnata e simile a quella dello 0-2 al Bentegodi.
L’Udinese sembra stanca, e resta anche in 10 per un brutto fallo di Pablo Mari su Zielinski: il Napoli sfiora il tris con Mario Rui, ma gestisce il finale con meno autorevolezza rispetto alla settimana scorsa, pur rischiando poco.
Le uniche brutte notizie arrivano in prospettiva, visto che i gialli a Rrahmani ed Osimhen (quest’ultimo molto discutibile) priveranno Spalletti di due uomini chiave nella delicata trasferta di Bergamo, da giocare dopo la sosta per i playoff mondiali che vedranno impegnata l’Italia di Mancini.
A preoccupare più di tutto sono però le condizioni di Di Lorenzo, uscito per uno scontro col portiere Silvestri, cui è stata diagnosticata una distorsione al ginocchio: c’è da sperare che il fortissimo laterale azzurro possa rientrare quanto prima per dare il suo contributo nel finale di campionato.
Il Napoli infatti è ancora secondo ad otto giornate dalla fine, e nessuna delle 3 squadre di vertice sembra in un momento particolarmente brillante: la volata-scudetto è incertissima, ma con questo Osimhen nulla è impossibile.