TUBEROSE: Pianta erbacea ornamentale delle Amarillidacee (Polyanthes tuberosa), coltivata per i fiori bianchi, rosei all’esterno, profumatissimi, riuniti in lunghi grappoli
Il mito, colei che ha rivoltato il mondo dello spettacolo quando il nostro paesello subiva ancora la censura per oltraggio al pudore, colei che ha fatto dell’ambiguità – tutto organizzato da lei – il marchio del suo successo, colei dall’età indecifrata e incalcolabile torna con un nuovo disco, titolo: TUBEROSE.
Il primo singolo estratto è MORE, un pezzo ritmato, ma nel disco troverete la più ricercata versione acustica.
Tuberose come dicevo è il nuovo lavoro discografico della ex musa di Salvator Dalì, un disco intenso e delicato dove Amanda con la sua voce roca delizia il nostro udito. Voce sussurrata, pezzi lenti quasi parlati che ti incantano al primo ascolto. Abbandonata quasi del tutto la dance da classifica e il pop per plebei, in questo disco si reinventa chanteuse francese reinterpretando i classici d’autore. Pezzi di Serge Gainsbourg, Barbara, Jacques Dutronc, Julien Doré, Miossec, George Moustaki, Dominique A. E c’è anche la cover del successo di Gianna Nannini Amandoti che lei interpreta con maestria e leggiadria.
Un disco poliglotta per una donna che non conosce confini; un bouquet di canzoni fresche e profumate.
Amanda nella sua carriera ha fatto di tutto spaziando dalla musica, il cinema, la pittura, la Tv e la modella. Tutto le è stato concesso: bellezza, talento e fisicità androgina senza tempo.
Ecco la tracklist:
- Strip-Tease
- Immortels
- Mon écho
- Opium
- Amandoti
- Le bel âge
- Il pleure dans mon cœur
- La mélancolie
- Ma solitude
- I Wish You Love (Que reste t-il de nos amours)
- More (Acoustique)
- (Have I Stayed) Too Long At The Fair?
Un album (il ventesimo della carriera) da ascoltare con un vecchio vinile, stesi sul divano facendosi cullare dalle sue note basse immaginando di vivere in un epoca lontana ma moderna, come lei.