L’America, la patria della libertà e delle grandi opportunità. “Trovare l’America“ significa realizzare il proprio sogno. Terra lontana ma vicinissima grazie ai mass media e a tutto ciò che arriva qui a noi in termini di mode e costumi. Quello che sto per proporvi è un piccolo viaggio che tocca quattro città degli Stati Uniti: Washington, Baltimora, Chicago e Milwaukee.
Un piccolo itinerario (per lo più a tema LGBT) che mi ha fatto scoprire una porzione di questo sterminato continente
Quarta tappa: Milwaukee
Ultima tappa del mio viaggio Milwaukee nel Wisconsin. E finalmente un po’ di fresco in questa torrida estate. Milwaukee è definita una piccola Chicago, ma io non ci ho trovato nulla in comune. Forse solo perché è attraversata da un fiume come Chicago?
Le attrazioni sono poche ed un giornata in giro basta ed avanza. La prima tappa è stata l’Harley Davidson museum, a pochi passi dalla stazione. Caratteristico è il Public Market nei pressi sempre della stazione centrale, un mercato al coperto con prodotti tipici del luogo e oggettistica per turisti.
Seguendo il fiume ci sono una miriade di bar e pizzerie, e lì si trova la statua di Fonzie di Happy days, il celebre telefilm americano. La serie era ambientata a Milwaukee negli anni 50. Henry Winkler che lo interpretava è stato omaggiato con questa statua a grandezza naturale. Scopro così che Fonzie non brillava per altezza.
A Milwaukee non c’è una metropolitana come non c’è un centro commerciale degno di questo nome. E’ una città sonnolenta e c’era pochissima gente in giro. Sapevo di un posto particolare: il Black Cat Alley, è una luogo dedicato all’ arte di strada in un vicolo di un isolato a Milwaukee. Si trova dietro lo storico Teatro Orientale e comprende installazioni temporanee e semi-permanenti di una varietà di artisti e gruppi artistici. Per arrivarci ho dovuto prendere un taxi, ma ne è valsa la pena.
La scena lgbt di Milwaukee è invece molto quotata. C’è un bar che è un piccola istituzione qui, il This is it! bar più antico della città. Molto carino con un patio all’esterno con sedie e tavolini, sempre affollato. E poi segnalo il Woody’s, un bar sportivo gay. C’è una sala giochi e puoi guardare lo sport sulla TV. Cosa abbastanza inusuale.
Una piccola cittadina americana senza infamia e senza lode che non mi ha colpito particolarmente.