Sedicesimo di finale di gran lusso al Madrigal tra il Villareal e il Napoli: Sarri opta per un ampio turnover con Chiriches in difesa al posto di Albiol, Strinic (che risulterà forse il migliore tra gli azzurri) per l’affaticato Ghoulam, a centrocampo Valdifiori e Lopez per Jorginho e Allan, Gabbiadini in attacco con Mertens e Callejon.
L’inizio del submarino Amarillo è veemente, per una decina di minuti i partenopei subiscono la pressione degli spagnoli ma rischiano solo in un’occasione con tiro sventato da Reina dopo un’avventurosa uscita dello stesso portiere spagnolo. Lentamente il Napoli prende le misure e guadagna campo, fa girare bene palla ma Valdifiori non è Jorginho e, soprattutto, chi dovrebbe accendere la luce in attacco spesso sbaglia la giocata decisiva. Sono particolarmente imprecisi soprattutto Hamsik e Mertens che in più di una occasione falliscono l’assistenza decisiva. Il belga, in particolare, sembra vivere un periodo di appannamento: non punta mai l’uomo (specialità della casa) e sbaglia tanti appoggi in misura e forza.
Le occasioni latitano se si escludono un paio di velleitarie conclusioni dalla distanza dello stesso Hamsik (parata) e di Gabbiadini (fuori).
Nella ripresa la gara resta equilibrata ma le occasioni migliori capitano al Napoli che ci prova con Gabbiadini (tiro potente ma centrale) e soprattutto con Callejon che, su assistenza pregevole di Valdifiori, in spaccata manca il bersaglio a tu per tu con il portiere di casa.
E’ a questo punto che il modestissimo arbitro olandese Nijhuis diviene protagonista: verso la metà del secondo tempo Callejon si libera sulla destra e crossa basso per Higuain (subentrato a Gabbiadini, mai troppo in partita), Soriano interviene in scivolata e sposta il pallone col braccio…sarebbe rigore ma il pessimo direttore di gara olandese fa proseguire tra le veementi proteste dei giocatori ospiti.
A questo punto il Napoli perde un po’ le distanze: Hamsik pare stanchissimo, Valdifiori ha ritmi troppo bassi e Lopez sembra aver dato tutto: il risultato è che la difesa azzurra, solida e precisa fino ad allora, inizia a scricchiolare. La panchina azzurra sforna Insigne per Callejon (meglio lo spagnolo di Mertens, bisogna ammettere), ma il Napoli appare un po’ stanco e ormai la gara si avvia verso il pari. Serve un episodio e lo trova Suarez con una punizione dal limite non angolatissima che Reina, non impeccabile, non riesce ad alzare in angolo. A otto dalla fine azzurri immeritatamente sotto. Arbitro protagonista nel finale: Soldado falcia Insigne a palla ormai lontana, l‘ineffabile olandese ammonisce lo spagnolo (era da rosso) che continua a minacciare l’azzurro anche dopo il fischio arbitrale.
Una punizione dal limite alta di Insigne (con barriera a cinque metri) mette fine alla contesa.
La gara è stata molto bella dal punto di vista tattico con due squadre che giocano un calcio bello e ragionato, mai una palla buttata via, gran pressing e squadre cortissime. Forse una gara da altri palcoscenici, peccato rovinata sempre da dilettanti allo sbaraglio mandati da Collina in giro per l’Europa, con le squadre spagnole a fare da padrone in fatto di piaceri arbitrali (si legga anche per Roma Real di ieri sera).
Tra sette giorni ritorno al San Paolo, esito della qualificazione che sarà incerto fino alla fine, sperando di vedere una gara non inquinata da episodi strani che si ripetono ciclicamente, la vergogna delle semifinali del’anno passato è una ferita lenta da rimarginare….