La trama della maggior parte dei film non è mai originale, ma prende ispirazione da libri più o meno famosi. Capita spessissimo di vedere una pellicola interessante, scoprire che è stata tratta da un libro e catapultarsi in libreria per leggere la storia autentica. Ovviamente non è facilissimo riprodurre fedelmente gli accadimenti e succede che il film sia una vera delusione. Esempi sono La casa degli spiriti di Isabel Allende, il film è veramente bello, con un cast stellare ma non raggiunge minimamente la complessità dell’opera; La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne la cui versione cinematografica è totalmente differente, la storia risulta eccessivamente manipolata. Tutt’altro discorso vale per i colossal come Via col vento e Ben-Hur, ma probabilmente i tempi erano differenti e si cercava di riprodurre fedelmente le vicende generando film lunghissimi che almeno trent’anni fa venivano suddivisi dai palinsesti televisivi in due puntate.
I puristi della carta stampata occupano un discorso a parte: loro leggono solo il libro, spesso si rifiutano categoricamente di vederne il film perché poco tollerano le delusioni e vedono i cambiamenti ed i tagli come un anatema.
E poi ci sono film che devono la candidatura o la vincita di un Oscar proprio al libro che ha ispirato il regista. Vediamone qualcuno.
12 anni schiavo di Solomon Northup
Solomon Northup, un uomo nato libero, fu rapito a Washington nel 1841, poi ridotto in schiavitù per dodici, interminabili anni. In queste memorie, pubblicate per la prima volta nel 1853, troviamo tutta la sua storia: catturato con l’inganno a Washington da due mercanti che fingevano di essere interessati alle sue doti di violinista, venne drogato, legato e trascinato al mercato degli schiavi. Lì fu subito minacciato: se avesse rivelato di essere nato libero, sarebbe stato ucciso. Iniziarono così dodici anni di schiavitù, di violenze, brutalità e sofferenze senza fine. Capì che gli schiavi valevano meno del bestiame: potevano essere picchiati, costretti a lavori massacranti, potevano morire nella completa indifferenza. Lui stesso venne assalito con un’ascia, minacciato di morte, fu costretto a uccidere per salvarsi. Poté vivere sulla sua pelle una delle pagine più nere della storia d’America, la piaga purulenta nascosta dietro la splendente vetrina del Paese che cresceva e abbatteva ogni confine. Persino il Campidoglio, il massimo monumento all’orgoglio americano, fu costruito dagli schiavi. Poi, al culmine della disperazione, Solomon incontrò un uomo buono, un bianco che era completamente diverso dagli altri. A lui Solomon affidò una lettera per sua moglie, per farle sapere che era ancora vivo. Ebbe inizio il lungo, doloroso processo. E da quel momento tutto cambiò.
Premio Oscar 2014 per Miglior film; Miglior attrice non protagonista; Miglior sceneggiatura non originale
Paradiso amaro di Kaui Hart Hemmings
Matt King, discendente di una ricca principessa, era considerato uno degli uomini più ricchi e fortunati delle Hawaii ma ora la sua buona stella sembra avergli voltato le spalle…
Sua moglie, la modella Joanie, ha un brutto incidente ed entra in coma. Le sue figlie, Alex e Scottie, si dibattono tra i conflitti dell’adolescenza e un disperato bisogno di attenzione. A peggiorare le cose, una scoperta inaspettata: Joanie aveva un amante. Sembra l’inizio della fine. Invece è una rinascita. Perché Matt, finalmente, si rende conto di aver amato davvero Joanie ed è costretto ad affrontare il suo fallimento di uomo, di marito e di padre: un percorso doloroso ma salvifico. Una storia di passioni forti e contrastanti che fanno di Paradiso amaro un romanzo straordinario, capace di illuminare la realtà dei rapporti familiari con la luce della sincerità.
Premio Oscar 2012 per Migliore sceneggiatura non originale
Push – La storia di Precious Jones di Sapphire Push
Precious Jones ha 16 anni ma ne dimostra almeno 30, è nera, povera e grassa. A scuola è derisa e tutti la credono ritardata. Quando si accorgono che è incinta la cacciano da scuola. Precious è incinta di suo padre che la violenta da quando aveva sette anni e a 12 aveva già partorito una bambina Down. Anche sua madre abusa di lei. Ma Precious è intelligente, anche se praticamente analfabeta. La sua ostinazione a proseguire gli studi è dettata dalla coscienza che l’istruzione è l’unica chiave per sfuggire all’emarginazione. Entra in un’altra scuola, l’insegnante la tratta come un essere umano: è l’inizio della sua redenzione…
Premio Oscar 2010 per Miglior attrice non protagonista e Migliore sceneggiatura non originale
Non è un paese per vecchi di Cormac McCarthy
Nel 1980, nel Texas meridionale, al confine con il Messico, il giovane Llewelyn Moss, un reduce dal Vietnam, si imbatte, mentre sta cacciando antilopi nella prateria, in un convoglio di jeep colme di cadaveri, di droga e di soldi. Prende i soldi e decide di tenerseli, ma diventa subito la preda di una spietata partita di caccia: inseguito dai trafficanti, da uno sceriffo vecchia maniera, nonché dal solitario Chigurh, un assassino psicopatico munito di una pistola da mattatoio. Moss tenta disperatamente di sfuggire a un destino inevitabile, coinvolgendo per ingenuità la giovanissima moglie.
Premio Oscar 2008 per Miglior film; Migliore regia; Miglior attore non protagonista; Migliore sceneggiatura non originale
Sideways di Rex Pickett
E’ la storia di un viaggio, una spensierata settimana di vacanza fra i vigneti della vallata californiana di Santa Ynez, a suggellare l’addio al celibato di Jack, dongiovanni esuberante, insieme all’amico di lunga data Miles, scrittore e grande esperto di vino. Seguendo le tappe di un percorso enologico, “l’ultima baldoria” dei due amici si rivela un’occasione di incontri che rischiano di sconvolgere i piani di matrimonio dell’uno e i progetti di una vita di solitudine e scrittura dell’altro. Così, fra rocambolesche e bizzarre situazioni comiche, il tempo passato assieme darà loro modo di riflettere sulla vita e sulle proprie aspirazioni e la passione per il vino diventa protagonista, metafora e riflesso di umori e modi di intendere la vita.
Premio Oscar 2005 per Miglior sceneggiatura non originale
BlacK Klansman. Un poliziotto nero dentro il Ku Klux Klan di Ron Stallworth
Stati Uniti, 1978. Ron Stallworth è il primo detective afroamericano a entrare nel dipartimento di polizia di Colorado Springs e il suo arrivo, in un periodo di profondi sconvolgimenti sociali, non è gradito ai colleghi bianchi. Gli viene affidato un incarico di routine: leggere i giornali e segnalare «attività insolite e potenzialmente pericolose». Così, un giorno, tra gli annunci, legge: «Ku Klux Klan per informazioni: casella postale 4771 Security, Colorado…» e decide di rispondere. Dice di essere un «Bianco» difensore della purezza razziale, preoccupato del fatto che «i negri stiano prendendo il sopravvento» e quindi interessato a sapere cosa bisogna fare per affiliarsi al KKK. Da quel momento, inizia la più incredibile e straordinaria missione sotto copertura della Storia. Grazie alla coraggiosa collaborazione di un collega, Chuck, la sua «controfigura» bianca, Ron riesce a entrare nel Klan con inattesa facilità e perfino a contattare il Gran Maestro, David Duke. Dopo alcune azioni di sabotaggio, però, il pericolo di essere scoperto e di pagare con la vita diventa sempre più concreto…
Premio Oscar 2019 per Migliore sceneggiatura non originale