Stanchezza, sonnolenza diurna, perdita di concentrazione sono sintomi molto frequenti e spesso non è possibile identificare la causa di tali condizioni, tuttavia, in alcuni casi una causa precisa c’è, ma di frequente non viene ricercata. Per l’appunto, una delle ragioni principali della sonnolenza mattutina è legata alla sindrome dell’apnea ostruttiva del sonno.
Per apnea ostruttiva del sonno si definisce una condizione associata ad episodi di chiusura parziale o completa delle vie aeree superiori durante il sonno che portano a interruzione respiratoria (definita come un periodo di apnea o ipopnea superiore ai 10 secondi).
La prevalenza negli adulti varia dal 2 al 9% anche se tale patologia spesso non viene ricercata e per tale motivo è alquanto sottostimata; tale condizione è più frequente negli uomini rispetto alle donne (di circa 4 volte) ed in particolar modo nei pazienti obesi (fino a 7 volte più frequente) definiti come i soggetti con indice di massa corporea superiore ai 30.
Per quanto riguarda l’eziologia dell’apnea ostruttiva, possiamo riconoscere dei fattori di rischio maggiormente associati che possono andare da caratteristiche anatomiche delle vie aree superiori ( es. base della lingua o tonsille prominenti, forma della testa arrotondata e collo corto, circonferenza del collo > 43 cm) a condizioni associate a stato postmenopausale, invecchiamento ed assunzione di sedativi ed alcol. Si deve specificare che i fattori di rischio anatomici sono più frequenti tra le persone obese.
È possibile una familiarità in quanto un’anamnesi familiare positiva è presente nel 25-40% dei casi.
Alcune patologie come acromegalia, ipotiroidismo e talvolta ictus possono contribuire allo sviluppo dell’apnea ostruttiva del sonno. Infine tale condizione è frequentemente associata a malattie croniche, come ipertensione, ictus, diabete, iperlipidemia, reflusso gastroesofageo, angina notturna, scompenso cardiaco e fibrillazione atriale o altre aritmie.
I sintomi più comuni sono la presenza di roncopatia (il russare) nonché la sensazione di soffocare, ansimare, la presenza di sonno agitato e non ristoratore ed anche la difficoltà ad addormentarsi.
Specifichiamo che il russamento è spesso associato alla sindrome delle apnee notturno, poiché è presente nell’85% delle persone che soffrono di tale malessere, ma non tutte le persone che russano sono affetti da apnee notturne.
Di frequente il paziente è inconsapevole della sintomatologia poiché avviene durante le ore notturne e magari è il proprio compagno o le persone vicine a dare i primi segni di allarme.
Tutte le difficoltà di un sonno non ristoratore possono ovviamente ripercuotersi nelle attività mattutine con maggiore difficoltà a concentrarsi, sonnolenza e stanchezza diurna.
La diagnosi di apnee notturne del sonno deve essere sospettata nei pazienti che presentano i sopraindicati fattori di rischio. Una corretta valutazione deve essere intrapresa da medici specialisti del settore che si avvarranno di criteri clinici e di uno specifico esame strumentale chiamato polisonnografia che valuta l’attività respiratoria durante il sonno.
Il paziente, in cui viene identificato il problema e quindi sottoposto a trattamento specifico, ha un’ottima prognosi.
Il trattamento prevede:
- Controllo dei fattori di rischio come obesità, ipertensione, uso di alcol e uso di sedativi
- Ventilazione continua a pressione positiva (grazie ad apparecchiature specifiche che migliorano la respirazione notturna) o apparecchi orali progettati per prevenire la retrusione mandibolare
- Nei pazienti che non rispondono ai precedenti trattamenti è da considerare la terapia chirurgica