Nella stagione primaverile si vedono spuntare fiori e piante. Tra le tante specie selvatiche che nascono in questo periodo ce ne sono alcune commestibili come il tarassaco e l’ortica, l’asparago o il carciofo. Non è un caso che tutte queste piante abbiano proprietà depurative e che la natura ce le offra proprio a primavera.
Questa stagione è considerata dai cinesi la fase in cui l’energia dell’Universo ritorna alla terra per la rigenerazione. Per loro questo passaggio si riflette soprattutto sul fegato. Il fegato è l’organo emuntore per eccellenza insieme ai reni e alla pelle. Attraverso di loro il nostro sangue viene ripulito dalle sostanze nocive che ci arrivano dall’esterno. Quindi in primavera è utile stimolare il loro drenaggio, utilizzando la fitoterapia.
Il carciofo (Cynara scolymus), ne è un esempio. Esso rappresenta una pianta digestiva e depurativa del fegato, contiene alcuni principi amari (cinarina, cinopicrina)che stimolano la secrezione gastrica e diversi polifenoli tra cui flavonoidi e derivati dell’acido caffeico che promuovono la produzione e la secrezione di bile da parte del fegato. Rappresentano una fonte preziosa di sali minerali, vitamina C e vitamine del gruppo B, in particolare B1 e B3. Contengono inoltre vitamina K, ritenuta utile nella prevenzione dell’osteoporosi. Sono inoltre una fonte di ferro e di rame, elementi impiegati dall’organismo nella produzione di cellule del sangue. Per sfruttare al meglio questo effetto è necessario utilizzare l’estratto acquoso ottenuto dalle foglie.100 grammi di carciofi apportano al nostro organismo soltanto 47 calorie, naturalmente le calorie aumentano a seconda dei condimenti che utilizziamo. E’ preferibile non usare il carciofo se si soffre di ulcere gastriche o di calcoli biliari.
Un’Asteracea come il carciofo è il cardo mariano (Sylibum marianum) che offre oltre all’effetto depurativo anche un’attività epatoprotettiva, antiossidante, utilizzato per migliorare il flusso di latte delle puerpere, come antidoto per il veleno dei serpenti. I costituenti attivi sono un gruppo di flavolignani chiamati nel loro complesso con il nome di Silimarina. Il capostipite di questa famiglia è la Silibina che incrementa la produzione di glutatione epatico, contribuendo così alla difesa antiossidante del fegato. La raccolta spontanea dei cardi è ancora oggi una pratica molto usata in Italia, meglio evitare le aiuole ed i terreni che fiancheggiano le strade a intenso traffico. In questo caso è preferibile rivolgersi agli erboristi o ai farmacisti che possono fornirvi estratti purificati di cardo. Attenzione ai pazienti affetti da ipertensione, perché il cardo contiene anche tiramina, una molecola che stimola la secrezione di dopamina, adrenalina e noradrenalina aumentando così la pressione arteriosa.