Trama: Protagonisti di questa storia ironica e fuori degli schemi un gruppo di strampalati amici, un po’ in là con gli anni ma con l’entusiasmo di ragazzini scatenati, alle prese con un’incredibile avventura. Tra una partita a carte e un cruciverba, i nostri s’imbattono in un omicidio e nel furto di una vecchia moneta di enorme valore. Capitanati dall’impavida Olga, gli arzilli vecchietti mettono in atto un ingegnoso piano che proverà a trasformarli in intrepidi giustizieri dai capelli d’argento. Ma sulla loro strada si presentano ostacoli e imprevisti di ogni tipo. Riuscirà la sgangherata banda di nonnetti a dipanare il bandolo della matassa?
Oakmond Publishing
Recensione: Due arzille vecchiette che ballano sotto la pioggia, questa è la copertina del libro nonché premessa dei personaggi che incontreremo nella storia.
Un delitto e tanti misteri da risolvere. Per quel che riguarda la costruzione del giallo, Galati sembra sapere il fatto suo: tutto è ben strutturato, il lettore segue il filo senza perdersi in vicoli ciechi ed in episodi confusionari, la spiegazione finale segue una logica. Ovviamente alcuni accadimenti hanno dell’assurdo, ma ricordiamoci che è un libro, la lettura è evasione, da questa non dobbiamo aspettarci la normalità. Tra i vari personaggi spicca Olga, una donnina arguta e testarda che ricorda Jessica Fletcher, grande fumatrice ed amica del commissario Schiappacasse con il quale spesso si perde in spassosissime diatribe. Con lei ed i suoi “vecchi” amici si passeggia, anzi è più appropriato dire si corre per i carruggi di Genova tra inseguimenti, pedinamenti e piani che potrebbero farci sentire tranquillamente davanti ad una fiction televisiva. Galati è stato bravo, i personaggi sono ben delineati, ognuno di loro con un segno caratteristico che lo contraddistingue: Berta, la gattara, trascina innumerevoli buste contenenti i suoi averi; Rina che ascolta Radio Maria; Beppe l’intellettuale…
E’ decisamente una storia fresca, ironica ed amabile ed oltre al mistero da risolvere c’è molto di più, racconta di un’anzianità vissuta con brio e voglia di fare perché i protagonisti sono ben consci di non essere quasi al capolinea, ma la loro è solo una fermata e dopo quella ce ne saranno altre e per ognuna ci saranno nuove cose da fare.
Nulla da criticare sulla prosa che si presenta semplice e scorrevolissima, una lettura consigliata per rilassarsi anche se non si è amanti del genere giallo.
Vincenzo Galati genovese, nato nel 1971, vive e lavora a Siena ed è impiegato per necessità, lettore per passione e scrittore per vizio. Ha esordito con Lo strano mistero di Torre Mozza, a cui è seguito Chi non muore.
È fermamente convinto che l’ironia salverà il mondo.
INTERVISTA
Come nasce Beata Gioventù?
Beata gioventù nasce dall’idea di scrivere una storia ironica, una commedia di situazione e di battuta ma con una riflessione di fondo. E’ venuto fuori questo giallo paglierino, condito di humor nero e con l’aggiunta di una goccia rosso sangue; un libro “colorato” a metà strada tra il romanzo umoristico e il giallo.
Lei è un appassionato di gialli, verso quale autore manifesta più stima?
Quante ore abbiamo? Scherzi a parte, io sono anzitutto un lettore e da lettore sono appassionato direi quasi in maniera maniacale di tutta la scuola del giallo contemporaneo all’italiana, sarebbe difficile per me fermarmi a quattro o cinque nomi. Tuttavia se proprio devo manifestare un giudizio, apprezzo moltissimo gli autori dotati di ironia, credo abbiano una marcia in più.
Olga, una dei protagonisti, è una specie di Signora in giallo?
Una Fletcher de noantri! Be’ in realtà solo in apparenza, con Olga ho voluto giocare un poco con gli stereotipi dei protagonisti del giallo classico. Per fare questo, mi occorreva un forte controcanto al genere, che fosse parte integrante del meccanismo del giallo ma che al contempo lo minasse dall’interno. Olga è un personaggio tutto sommato credibile ma che sdrammatizza l’atmosfera. E’ una donna che sa stare al mondo, è positiva, vitale, risoluta, con i suoi modi a volte computi da donna di altri tempi e altre volte eccessivi e quasi paradossali. E’ una donna, arguta e dall’ironia pungente che non le manda a dire ma che riesce sempre a mantenere la lucidità e la calma, anche nelle situazioni più estreme.
Lei è un esperto di numismatica o si è solo ben documentato?
Sembro un esperto di numismatica ma in realtà ho barato. Ho saccheggiato tutte le informazioni possibili dal web, le ho studiate e mi sono documentato. Santo internet!
Gli arzilli personaggi sono parte di un filone, un’idea ben riuscita, continuerà?
Come dice uno dei personaggi di Beata gioventù: “…tutto quello che è stato fatto una volta, vale la pena di essere ripetuto. Si potrebbe chiamarla filosofia della ripetitività.”
In verità sono già recidivo, esiste il prequel: Chi non muore. Comunque io credo nella regola del tre: la prima volta per testare, la seconda per perfezionare e la terza per confermare, dalla quarta è stalking!
Lei è fermamente convinto che “L’ironia salverà il mondo”, quanta verità in questa massima.
Lo credo davvero, l’ironia è un’ancora, soprattutto in un’epoca in cui tanti si prendono troppo sul serio. L’ironia stempera, l’ironia aiuta, l’ironia consola, l’ironia salva, l’ironia colora, quindi, lunga vita agli spacciatori di ironia e ai portatori sani di buonumore.