Oggi parleremo di un pesciolino d’acqua dolce che era originariamente diffuso esclusivamente nel sud est asiatico, in particolare nel fiume Mekong: il Betta Splendens o Pesce Combattente; come ogni specie interessante per l’acquariofilia è stato poi diffuso in tutto il mondo.
Si tratta di un piccoletto molto resiste, infatti in natura vivrebbe in acque stagnanti (risaie, specchi lacustri ecc.) con pochissima ossigenazione grazie al “labirinto”, un organo che gli da la possibilità di respirare direttamente emergendo in superficie dall’aria.
Si tratta di pesciolini che presentano un evidente dimorfismo sessuale, le femmine sono meno vistose, corte e tozze, mentre i maschi presentano un forma affusolata e pinne vistose e colorate.
Il primo nome che venne dato a questi esemplari fu “pla kat” il cui significato letterale è “pesce che morde”, l’origine di questo nome è dovuta alla celebre natura “rissosetta” dei maschi che arrivano a mutilazioni ed uccisione non solo dei co-specifici dello stesso sesso, ma anche di altri pesci colorati e di dimensioni simili alle loro. Questa naturale aggressività è stata, come sempre, sfruttata dall’uomo per questioni losche e lucrative; sono famose, le bische clandestine sui combattimenti dei betta in Thailandia.
Gli acquariofili sanno bene che questo, all’apparenza, tenero ed innocuo pesciolino va introdotto per ultimo nell’habitat e con pesci compatibili e poco territoriali, infatti un combattente che occupa già un territorio accetterebbe con molta difficoltà anche un semplice pulitore.
È il maschio che si occupa del nido, ma si tratta di un nido fatto di bolle d’aria, che inizierà a costruire una volta incontrata la femmina; la curiosità sorprendente è che una volta avvenuto l’accoppiamento e rilasciate le uova il maschio, dopo averle raccolte con la bocca e portate al sicuro nel nido di bolle, caccia la femmina per proteggere i futuri avannotti; solo quando i piccoli diverranno autonomi inizierà ad ignorarli e poi attaccarli.
Si tratta, come abbiamo detto in precedenza, di pesci molto resistenti, ma che necessitano comunque di acqua “trattata” e non da “rubinetto”.
Ne esistono veramente di tantissime varietà e colori che sono stati nel tempo selezionati dall’uomo: a partire dal “modello base” monocolore o “solid plakat” al più estroso “marbled halfmoon”.
Oltre le bische clandestine per gli efferati combattimenti tra maschi, il problema più grande è il trasporto e la “detenzione” nei negozi di questi particolarmente resistenti pesciolini; difatti spesso vi capiterà, entrando in negozi specializzati o serre, di vederne non solo in acquari attrezzati, ma purtroppo, anche in semplici bicchieroni monouso di plastica, senza spazio minimo nemmeno per nuotare.