Doveva esserci qualcosa nell’aria, alla fine degli anni ’20. Qualcosa che suggeriva agli autori dell’epoca icone pop incredibilmente durevoli e dall’ efficacia trasversale. Il 17 gennaio del 1929, a pochi giorni dalla prima comparsa di Tin Tin (ve ne abbiamo parlato qui) e a qualche mese dalla nascita di Topolino, Elzie Crisler Segar dava vita ad un altro personaggio dalla fama mondiale. Popeye nasce sulle strisce di The Thimble Theatre, come comprimario di Castor Oyl (In Italia Davide Bertolio), altro prodotto della fantasia di Segar. Il quale, evidentemente, si rende ben presto conto delle potenzialità del nuovo arrivato, e lo promuove a personaggio principale, cambiando anche il nome della serie.
Se il cognome Oyl vi fa scattare qualcosa, è perché il buon vecchio Poldo è il fratello di Olive (alias Olivia), la storica fidanzata del buon marinaio, spesso messa in pericolo dalle mire del nemico di sempre: Bluto (o Bruto).
Alcune caratteristiche del personaggio sono presenti fin dalla prima apparizione: Popeye è un marinaio dal fisico esile ma dalla grande forza fisica sincero ed impulsivo, pronto a risolvere problemi e diverbi grazie ai suoi pugni. In seguito Segar giustificherà la sua forza con l’espediente degli spinaci, costantemente ingurgitati direttamente dalla latta, come una sorta di elisir miracoloso dell’età industriale (cos’è questo fortissimo deja vu?). Trovata che negli anni divenne una sorta di propaganda pro-verdure utilizzata da genitori e autorità varie, per creare appeal attorno a cibi altrimenti snobbati. In quel periodo il consumo di vegetali veniva incentivato in molti modi, e la produzione di spinaci era già in aumento.Lo stesso Segar voleva che il personaggio fosse un esempio di alimentazione virtuosa per i giovani.
Insomma, quello che Bogart (insieme a molti, moltissimi altri) è stato per le sigarette. Andandoci tutto sommato vicino: sebbene ruminare spinaci non sia mai stato socialmente figo (termine tecnico) quanto inalare tabacco in combustione, l’idea che l’ortaggio verde sia incredibilmente benefico è ormai diventata proverbiale. Effetto ancor più significativo alla luce del fatto che la cosa non è affatto vero. Test clinici (condotti su numerosi marinai fumatori di pipa) dimostrano infatti che una dieta a base di Spinacia oleracea non aiuta lo sviluppo di un miracoloso trofismo muscolare: mangià spinaci non dà la super-forza.
Portato sullo schermo per la prima volta da Dave e Max Fleischer (gli studios di Betty Boop e il primo Superman animato) dal 1933 al 1942, Braccio di Ferro è stato ripreso anche successivamente, per esempio dagli studi Hanna & Barbera alla fine degli anni ’70. Impossibile non citare il mitico, stranissimo, cartoonesco e dolce-amaro film di Robert Altman del 1980, co-prodotto da Disney e Paramount, con il leggendario Robin Williams nella parte di Braccio di Ferro. Nel film Altman fa del marinaio una sorta di pezzente eroe dei pezzenti. Sottolineando, grazie anche all’abilità di Williams, le caratteristiche semplicità e spontaneità che hanno fatto la fortuna del personaggio, il regista riprende bene lo zeitgeist dell’epoca nella quale le prime tavole furono accolte. L’ambientazione fra il reale, il favolistico e il puramente grottesco, riecheggia decisamente il contesto socio-economico del ’29, l’anno della grande crisi economica e del venerdì nero. Non a caso Altman riporta sul grande schermo quelle atmosfere appena un anno dopo lo scoppio della grande crisi petrolifera, in un nuovo momento di recessione economica planetaria. Un momento, non a caso, in cui il personaggio iniziava a godere di un rinnovato successo. E’ in fondo su quello sfondo che le sue caratteristiche migliori risaltano meglio: coraggio, bontà d’animo, forza di carattere, entusiasmo ingenuo; incapace di malizie e prepotenze, e per questo contrapposto alla violenza prevaricatrice e rozzamente furbesca di Bluto. Per nove decadi Braccio di Ferro ha incarnato la tranquillizzante e infantile fantasia che alla fine, per quanto il cattivo sia grosso e privo di scrupoli, basti essere sinceri, altruisti e disciplinati per averne ragione. Che un pugno ben assestato possa risolvere ogni cosa. Le cose ovviamente non stanno sempre così semplici, anzi non lo sono quasi mai. Risolvere i problemi a cazzotti è più o meno come riempirsi di spinaci per pompare i muscoli: ha il fascino della semplicità, ma il valore della favola. Ma è forse proprio per questo che le avventure di Braccio di Ferro rimangono assolutamente memorabili, oltre che vagamente ipnotiche. Nella sua inossidabile e ruspante schiettezza, Popeye resta nell’immaginazione di mezzo mondo perché sempre fedele a quello che è: un eroe quotidiano e consolante, fatto di botte, spinaci e fantasia.