Ci eravamo lasciati con l’imminente esonero di Rudi Garcia, l’allenatore francese dei disastri, quello che ha svuotato completamente un gruppo vincente e unito dal quale non ha ricevuto una sola parola di saluti al momento dei suo meritato e tardivo esonero.
Walter Mazzarri ha preso il suo posto: si sono sprecate le batture sull’allenatore toscano, fatto passare per un vecchio rimbambito e coach da tempi ormai andati.
E’ vero che una rondine non fa primavera, ma la prima di Mazzarri sulla panchina azzurra è stato un successone: sul terreno di gioco dell’Atalanta, squadra forte e difficilissima da affrontare, al solito dura ai limiiti del lecito (con il benestare del solito, modestissimo, arbitro Mariani) il “vecchio” Walter ha fatto il suo, rimettendo gli interpreti nel loro ruolo, gestendo la gara con intelligenza e colpendo, anche con un pizzico di fortuna che non guasta mai, al momento giusto.
Nella prima frazione il Napoli è solido, attentissimo in difesa, anche se non riesce a pungere: ma nella seconda parte del primo tempo, i Campioni d’Italia si scatenano andando prima a segno con Rrahmani, gol poi annullato dal Var per questione di millimetri (il dubbio resta), poi passando in vantaggio con un gol buono di Kvara, di testa, e poi sfiorando il raddoppio con una azione tambureggiante che ha visto per ben 4 volte i difensori e l’estremo orobico respingere le conclusioni degli avanti azzurri. L’infortunio di Olivera è la notizia negativa: già privi di Mario Rui, adesso sarà necessario trovare soluzioni tampone sulla fascia sinistra: Juan Jesus e Zanoli i candidati principali, con l’esperto brasiliano candidato principale e subentrato già sabato.
Nella ripresa l’Atalanta inizia a spingere e a prendere campo: il pareggio di Lookman, bellissimo il suo colpo di testa in anticipo su Rrahmani, sembra il preludio ad un altro pomeriggio infausto. E già, perchè adesso i padroni di casa ci credono e per almeno un quarto d’ora cingono d’assedio la difesa partenopea che vacilla ma non crolla.
Scampato il pericolo della sfuriata neroazzurra, Mazzarri fa i cambi giusti: Osimhen e Elmas in campo per Raspadori e Politano, poi Cajuste e Ostigard per Zielinski e Natan (ammonito…capito Rudi???).
La fortuna aiuta gli audaci, ma anche chi fa le cose giuste al momento giusto: Cajuste approfitta di un errato rinvio del comunque ottimo Carnesecchi, Osimhen con la gambona la sistema per Elmas, il macedone del nord è freddo e lucido e fa gol a Bergamo per la terza volta di fila.
Gioco, partite e incontro, si direbbe nel tennis, sport molto in voga negli ultimi tempi, visti i successi dell’Italia con la racchetta.
Il finale è difesa attenta: l’Atalanta non punge più e i napoletani portano a casa tre punti pesantissimi su un campo difficilissimo, il miglior viatico per il trittico che attende Mazzarri e i suoi ragazzi, con gite a Madrid e Torino e intramezzo con l’Inter in casa…roba da far tremare i polsi ma anche tre gare da affrontare con la consapevolezza che dei risultati positivi potrebbero clamorosamente riaprire orizzonti che ormai sembravano lontani e dimenticati, anche grazie al francese che fin troppo ha abitato la panchina del Maradona, per fortuna lontano anche lui, mentre ci vorrà molto più tempo per dimenticarlo!!