Emozionante, impattante, soprattutto dal punto di vista visivo, per la qualità delle immagini e per l’ accostamento dei colori, è la mostra personale su Esteban Villalta Manzi, allestita nelle sale del PAN di Napoli, fino al 3 ottobre 2017, organizzata dal Comune di Napoli in sinergia con l’ Istituto “Cervantes”, ente culturale spagnolo del capoluogo campano. Esponente della corrente artistica della New Pop Art, è uno degli artefici della “rigenerazione estetica” della Pop Art, acuto osservatore della realtà, focalizza la sua attenzione sulle dinamiche politiche e sociali del nostro tempo, interpretando con originalità icone e atmosfere della tradizione spagnola e italiana, attingendo anche da altre fonti, utilizzando un linguaggio tipico della cultura nordamericana e orientale. Il cinema e il fumetto sono le fonti di ispirazione di EVM (Esteban Villalta Manzi), eroi e supereroi decontestualizzati e inseriti in un nuovo piano di azione assumono un altro significato, da qui il titolo alla mostra “C(h)aracter”, personaggi reinterpretati hanno una propria forza e personalità, un “carattere”.
Ottanta sono le opere in esposizione, un percorso diviso in diverse sezioni seguendo due linee guida, per epoca e tematica, si parte con le “EVM Girls”, una serie di donne seminude, con abiti succinti, tacchi altissimi in pose provocatorie e sguardi ammiccanti esprimono erotismo e sensualità, tra cui l’ opera “Senza peli sulla lingua” in cui si assiste ad un bacio saffico, poi man mano in rassegna le altre opere, la serie dedicata alla pratica del bondage e quella del burlesque, una pulsione erotica accattivante e aggressiva ma che conserva eleganza e raffinatezza molto simili alle donne di Milo Manara. Alla serie “Ice Guys” sono dedicate diverse opere, un personaggio ripreso più volte, un corpo caratterizzato da una forte tensione muscolare accentuato dalla camicia strappata e ridotta in brandelli e da uno sguardo volitivo. La sezione dei “Blood runner” ha come protagonisti i supereroi del fumetto, EVM rielabora i singoli personaggi, li “umanizza”, ne fa emergere un lato insolito e innovativo, un “Incredibile Hulk” imponente e monumentale posto accanto ad una ballerina ne evidenzia la forza ma al tempo stesso mostra il paradosso, l’ antitesi nell’ osservare una simile scena.
Un’ altra opera con un “Wolverine nel regno del Barocco” in cui emerge la figura muscolosa dell’ eroe in primo piano rispetto ad uno sfondo incolore e baroccheggiante, realizzato nei minimi dettagli, un raro caso di integrazione fra un’ icona del fumetto e la tradizione spagnola, oppure un Batman, supereroe autorevole e austero nelle vesti di ballerino di flamenco. Una particolare attenzione merita l’ opera intitolata “Crash”, una energia cinetica è visibile nell’ osservare la scena, ciò è dovuto all’ impatto tra due automobili, se da una parte è evidente nella realizzazione la conoscenza dell’ arte del fumetto, dall’ altro, si potrebbe ipotizzare una influenza di matrice futurista. Nella sezione “Graffitismi” si osserva una tecnica pittorica in continua metamorfosi, restano campiture cromatiche sgargianti ma un nuovo elemento entra prepotentemente nella rappresentazione, le linee di contorno nero, le “outline”, si accentua un certo dinamismo dei soggetti e le pennellate diventano più fluide, un esempio sono “El rapto de Superman” e la “Cosa al Pantheon”, il graffitismo che sarà il fenomeno anticipatore della Street Art. L’ ultima sezione è intitolata l’ “Espressionismo feroce”, è il sunto delle conoscenze e delle esperienze che EVM ha acquisito nei suoi viaggi in giro per il mondo, nell’ opera “Balla coi lupi” nuovi elementi subentrano nello schema compositivo, l’ utilizzo delle lettere che è una delle caratteristiche della precedente Pop Art e dei suoi artisti, tra cui Roy Lichtenstein, si sentono le urla di paura della donna raffigurata inseguita dai lupi, non è un evento statico e silenzioso, anzi, EVM riesce a conferire al personaggio, dinamismo, movimento e sentimenti di angoscia e sgomento, e punto fondamentale è la sovrapposizione e l’ accostamento dei colori in maniera omogenea, armoniosa, si passa dai toni freddi e cinici di un quadro come “Io te vurria vasà” (titolo ironico di un’ opera che raffigura un mostro proiettato verso l’ osservatore), ai colori caldi e romantici di una “Paris Mon Amour”.
Una tecnica pittorica che lentamente perde la ricerca del dettaglio a favore di un espressionismo puro, in cui il colore è l’ elemento dominante, EVM è l’ artefice di una “estetica esplosiva” capace di coinvolgere l’ osservatore in una dimensione onirica, surreale e fantastica.