I microorganismi costituiscono un mondo vasto ed estremamente affascinante; sono in grado di interagire con il macromondo in diversi modi, spesso convivendo in modo pacifico, ma in altri casi creando danni gravi a creature immensamente più grandi di loro. Il modo di attaccare varia da organismo ad organismo ed i sistemi impiegati sono estremamente complessi ad esempio possono direttamente danneggiare le cellule umane o in altri casi produrre delle tossine in grado di portare a segno i loro terribili attacchi. Proprio quest’ultimo caso è tipico di un piccolo microrganismo chiamato Clostridium botulinum.
Il C. botulinum è un clostridio in grado di causare la malattia nota come botulismo; questa condizione è indotta da una tossina prodotta dal C. botulinum che se raggiunge il circolo ematico può interagire con la trasmissione delle cellule nervose. Le spore di C. botulinum sono molto resistenti al calore e possono sopravvivere alla bollitura a 100° C per diverse ore. Tuttavia, l’esposizione al calore umido a 120° C per 30 minuti uccide le spore. Le tossine, peraltro, sono rapidamente distrutte dal calore, e la cottura del cibo a 80° C per 30 minuti mette al sicuro dal botulismo
Il C. botulinum produce diversi tipi di neurotossine (8 tipi), di cui 5 possono colpire l’essere umano. Dato che il botulismo è, appunto, indotto dalla tossina e non dal microorganismo in sé, tale patologia può essere scatenata anche dall’ingestione della sola tossina preformata e non necessariamente quando viene elaborata in vivo dal C. botulinum.
Generalmente la forma in vivo è distinta in:
- Botulismo da ferita: il C.botulinum penetra nei tessuti tramite ferita e produce le neurotossine che si diffondono in circolo
- Botulismo infantile e Botulismo enterico adulto: le spore vengono ingerite e la neurotossina viene elaborata nel tratto gastro-intestinale. Il botulismo enterico dell’adulto è più raro ed in genere si presenta nei pazienti con resistenza ridotta.
Nel caso di acquisizione della neurotossina preformata, distinguiamo le seguenti forme:
- Botulismo alimentare: la neurotossina viene assunta tramite gli alimenti
- Botulismo iatrogeno: in questo raro caso viene iniettata sottocute in genere per scopo estetico.
I sintomi del botulismo alimentare si sviluppano improvvisamente, solitamente da 18 a 36 ore dopo che la tossina è penetrata nel corpo. Più tossine vengono ingerite, prima le persone si ammalano. I primi sintomi sono caratterizzati da nausea, vomito, crampi allo stomaco e diarrea. Col passare del tempo, in molte persone si sviluppa stipsi. Tali sintomi digestivi solitamente si manifestano prima che siano interessati i muscoli. Le persone con botulismo da ferita non hanno sintomi digestivi.
Come detto, quando la tossina entra in circolo si sviluppa la patologia chiamata botulismo, la quale è caratterizzata dai seguenti sintomi:
- Bocca secca
- Vista offuscata o doppia
- Palpebre cadenti
- Difficoltà a mettere a fuoco gli oggetti vicini
- Pupille che non si contraggono normalmente quando esposte alla luce
- Difficoltà a parlare
- Difficoltà di deglutizione
Il danno nervoso è caratterizzato da un’alterazione della forza muscolare, ma non della sensibilità; inoltre, la mente solitamente rimane lucida. Il deficit muscolare, può rendere la deglutizione difficile e gli alimenti e la saliva possono essere inalati (aspirati) nei polmoni, aumentando il rischio di polmonite.
Il danno muscolare è progressivo, partendo dal volto e dalla testa, sino a coinvolgere arti e muscoli della respirazione; la paralisi di questi ultimi può causare la morte se non viene fornita la ventilazione meccanica di supporto.
Le persone che pensano di aver ingerito cibi contaminati o che presentino sintomi iniziali devono rivolgersi a personale sanitario per un’attenta osservazione. Il trattamento varia in base al caso, può essere utile l’utilizzo di carbone attivo per ridurre l’assorbimento di tossina in caso di ingestione. Se è presente coinvolgimento dell’apparato respiratorio è necessario intraprendere trattamenti di supporto specifici.
Attualmente è possibile avvalersi di un’antitossina atta ad antagonizzare l’effetto della tossina sulle giunzioni neuromuscolari.