D’accordo, vi ho mentito. Vi avevo promesso che il pezzo di un paio di settimane fa su Call of Duty e sul fenomeno Battle Royale in generale sarebbe stato l’ultimo articolo sui videogiochi che avrei scritto per un po’ di tempo. E invece mi trovo a dover riprendere l’argomento visto che, tra pochi giorni, ci sarà uno degli eventi più importanti per noi amanti videoludici: l’ Electronic Entertainment Expo 2018.
L’”E3” (quasi sempre abbreviato in questo modo) è dal 1995 che trasforma Los Angeles nella capitale dei videogiochi per qualche giorno e rappresenta, fondamentalmente, la fiera principale in cui le maggiori software house hanno l’opportunità di mostrare al pubblico quelli che sono i progetti più ambiziosi che hanno in porto. Inoltre, da quando il mercato dei videogiochi si è trasformato in uno dei mercati più fruttuosi e più frequentati dal pubblico, l’ E3 è diventata l’occasione d’oro sfruttabile dagli appassionati per poter vedere ciò che stavano aspettando da anni o, semplicemente, per godersi una tre giorni all’insegna dei videogiochi.
Dopo questa breve panoramica, direi che possiamo passare ai fatti: cosa ci sarà all’E3 di quest’anno? Cosa dobbiamo aspettarci dai principali producer? Alla prima di queste domande è piuttosto semplice rispondere, almeno in parte (è cosa risaputa che le case produttrici non presentano mai solo quello che annunciano). The Last of Us Part II, Spider-Man, Bayonetta 3. Sono questi alcuni dei titoli che hanno confermato la propria presenza all’E3 di quest’anno. Quello che però ha catturato di più la (mia) attenzione è rappresentato da tutte quello software house che hanno sì confermato la propria presenza, ma senza annunciare alchunchè. La prima che mi viene in mente è FromSoftware (casa produttrice, tra gli altri, di Demon’s Souls, Dark Souls e di Bloodborne), famosa per i suoi trailer, o teaser, criptici che risvegliano nelle menti dei suoi fan più sfegatati numerose fantasie. Ma la parte che più di tutte le altre io attendo con ansia è un’altra; e non si vive a Los Angeles. Ciò che a mio parere più di ogni cosa fa risaltare la passione che circonda questo mondo sono le ore, gli attimi che precedono le conferenze delle major. Eh si, perché sono quelli i momenti di maggior fermento negli animi degli appassionati. Tra i vari “toto-videogame” e l’ansia che sale man mano che il tempo passa e ci si avvicina al fatidico momento, la vigilia dell’E3 è un evento che quasi regala più emozioni e soddisfazioni delle conferenze in sé (tra l’altro non dimentichiamoci delle innumerevoli delusioni che ci ha riservato la suddetta convention, causa anche dell’hype smisurata che si veniva a creare).
Insomma, l’E3 si può considerare come un momento di aggregazione e condivisione di un certo tipo di passione, oltre che come mero evento che raccoglie al suo interno le maggiori rappresentanti del mercato videoludico.
Quindi, concludendo, cosa dobbiamo aspettarci da questo E3? Io direi che, come ogni grande evento, la cosa migliore e non avere miriadi di aspettative: se ci saranno gli annunci che sogniamo da anni non avremo che da guadagnarci; se annunceranno solo giochi di cui non ci interessa minimamente, non saremo poi tanto delusi. Ma soprattutto il consiglio che posso darvi è il seguente: godetevelo. Cercate di apprezzare l’E3 per quello che è, cioè un convegno in cui tutti i maggiori produttori di videogiochi si riuniscono per fare quello che dovrebbe essere il loro obbiettivo principale: farci felici.