Il gol, bellissimo, del carneade Kovalenko, oltre ad aver ricordato che l’Empoli è decisamente indigesto ai colori azzurri (una sorta di Chievo 2.0), con sconfitte rocambolesche e gol subiti in modo incredibile, ha certificato la fine del rapporto tra il Napoli e il suo allenatore (?) Garcia.
Andava fatto prima, all’indomani della ridicolizzante sconfitta interna contro la Fiorentina: altre gare importanti sono state miseramente fallite, in campionato ed in Champions e adesso sembra difficile, anche per i più ottimisti, sperare di rimettersi in scia.
Le vittorie contro le derelitte Verona e Salernitana e il pareggio in rimonta contro il disastrato Milan (raggiunto anche grazie all’incapacità dei rossoneri di chiudere la gara nel primo tempo) avevano nascosto, ma solo agli occhi dei disattenti, i problemi irreversibili di questa squadra.
Il pareggio in Champions contro gli impresentabili tedeschi dell’Union, con sonanti annunci di un pronto riscatto miseramente fallito, ha incancrenito la ferita scoperta.
L’epilogo poteva essere solo uno. L’esonero di un allenatore presuntuoso (“non conosco il passato” ebbe a dire in sede di prima conferenza), scarso (le sue sostituzioni tardive e inopportune hanno fatto la gioia dei creatori di meme) e incapace anche di dare spiegazioni logiche in conferenza, nascondendosi dietro la tipica spocchia offesa dei francesi o con un umorismo davvero poco divertente nella terra dei più grandi comici della storia.
La gara di ieri non poteva portare a nessuna conseguenza diversa: già le cervellotiche scelte di formazione, attacco a due e Zielu e Kvara in panchina, sono decisioni di un uomo in confusione totale. L’ingresso dei due esclusi, contemporaneo e tardivo, una ammissione di colpa e di inettitudine.
Tutta Napoli attendeva il lieto evento: arriverà, ci auguriamo, oggi stesso.
I nomi che girano sono i soliti, chi scrive ha una preferenza per Tudor, ma trattasi di pensiero assolutamente personale.
Alle porte, dopo la sosta, quattro gare da dentro o fuori, soprattutto in campionato: Atalanta, Inter e Juventus, con la parentesi Real in Champios. Roba da far tremare i polsi.
Si deciderà il futuro prossimo dei Campioni di Italia, che lo scudetto che portiamo in petto sia difeso con maggiore determinazione dai giocatori stessi, che sono corresponsabili di questa situazione, è bene non dimenticarlo mai.
Il cuore, che in campo non si vede più e che sa infiammare i tifosi anche in caso di risultati non positivi, deve essere visibile, ma accompagnato da un’applicazione che in questi mesi, onestamente, si è vista poco e raramente.
Salutiamo con la gioia nel cuore l’inetto allenatore francese e auguriamoci un futuro almeno in linea con le aspettative di inizio anno.