Sarà colpa delle grosse mangiate di questi giorni, i fiumi di alcol che riempirebbero il pozzo di S. Patrizio, ma mi sento di sollevare una polemica su questo personaggio mitologico metà donna (forse) e metà libro. Sul web ci sono molte notizie biografiche su questa benedetta scrittrice nata a Napoli. Il problema maggiore, perché a me onestamente importa poco chi veramente sia, è tutto il bailamme scaturito dall’ uscita de L’amica geniale. Ora, parliamoci chiaro, la Ferrante ha scritto molto altro prima della quadrilogia esordendo nel mondo dell’editoria nel 1992 con L’amore molesto ed è mai possibile che la gente si sia chiesta chi fosse solo diciannove anni dopo? Nel 2003 pubblica La frantumaglia proprio per far comprendere al lettore i motivi che spingono l’autrice a rimanere nell’oscurità. La scrittrice stessa parla di un desiderio di autoconservazione del proprio privato, un desiderio di mantenere una certa distanza e non prestarsi alla spinta che alcuni scrittori hanno di mentire per apparire come ritengono che il pubblico si aspetti. Ferrante è convinta che i suoi libri non necessitino di una sua foto in copertina né di presentazioni promozionali: devono essere percepiti come “organismi autosufficienti”, a cui la presenza dell’autrice non potrebbe aggiungere nulla di decisivo.
Mia modesta opinione? Ma quanta importanza! Va bene che col tempo ha raggiunto un bel successo tanto da essere inserita dal settimanale Time nel 2016 tra le 100 persone più influenti al mondo, ma ora esageriamo. Dobbiamo anche sottolineare che il pubblico lettore, nel caso dei suoi scritti, si scinde in due categorie distinte: quelli che amano i suoi libri e, quelli che proprio non li sopportano trovandoli pedanti e noiosi.
La maggior parte di quello che ha pubblicato è finita sia sul grande che sul piccolo schermo come se tutto fosse già stato deciso a tavolino: devi fare un film? Bene, io scrivo il libro, quello esce e tu giri la pellicola. Una cosa che ha dell’incredibile che a me fa pensare ci sia un collegamento amicale o amoroso tra la cara Elena e qualche produttore cinematografico.
Vediamo insieme quante persone sono state coinvolte e scomodate per svelare la sua identità:
Anita Raja, traduttrice e saggista partenopea, moglie di Domenico Starnone; Starnone stesso ed in entrambi i casi l’età non coinciderebbe ( ma poi chi fa affidamento alle dichiarazioni della Ferrante?); Goffredo Fofi; gli editori della e/o Sandro Ferri e Sandra Ozzola; la storica normalista Marcella Marmo; ed infine Marcello Frixione.
Per quanto mi riguarda potrebbe trattarsi anche di una squadra di ghost writers o di Ciro, il salumiere che ha la bottega vicino casa mia, m’importa un fico secco. Trovo che tutto ciò sia di un ridicolo spaventoso e tutte queste congetture mi allontanano solo da un personaggio, non mi incuriosiscono neanche un po’, manco si stesse discutendo dell’esistenza di Dio.