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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
Salute & Benessere

CORONAVIRUS E TEST DIAGNOSTICI

Luca Fontanella
Luca Fontanella 5 anni fa
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8 Min Lettura
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Per sconfiggere il nostro nemico dobbiamo identificarlo e quindi eliminarlo. Si è molto discusso di quali test siano utili per la ricerca del SARS-CoV-2 e del portatore di tale infezione (soprattutto se asintomatico), per permettere di limitare il contagio. Attualmente esistono in circolazione diversi test diagnostici che vanno dal tampone agli esami sierologici. Prima di descrivere i suddetti test definiamo alcuni criteri e termini importanti per una giusta comprensione ed interpretazione come: specificità e sensibilità, falso positivo e falso negativo.

Si definisce specificità di un test la capacità di identificare i soggetti sani. Più è alta la specificità più basso è il rischio di falsi positivi, cioè di soggetti che risultano avere un valore alterato pur essendo sani (ad esempio risultare positivi al tampone per ricerca SARS-CoV-2 pur non essendo infetto).

Si definisce sensibilità di un esame diagnostico la capacità di identificare correttamente i soggetti ammalati. Più è alta la sensibilità, più è basso il rischio di falsi negativi, cioè di soggetti che  risultano avere un valore negativo pur essendo ammalati (ad esempio risultare negativi al tampone per ricerca SARS-CoV-2 pur essendo infetti).

Fatta questa premessa vediamo attualmente quali siano i principali esami diagnostici impiegati per la ricerca del SARS-CoV-2.

Il tampone: Il test diagnostico di riferimento utilizzato per la ricerca del SARS-CoV-2 è basato su un saggio di real-time PCR; in cosa consiste tale metodica? Il virus SARS-CoV-2 al suo interno contiene il proprio patrimonio genetico o meglio detto RNA, il test in real-time PCR non fa altro che cercare questo frammento di RNA e per farlo al meglio si amplifica il genoma del virus con tecniche specifiche. Quindi una volta rilevata la presenza di RNA nel nostro organismo, possiamo avere la certezza di presentare il virus, si ribadisce che il virus può essere presente nel nostro corpo anche se completamente asintomatici. La metodica è alquanto affidabile, ma come qualsiasi test di laboratorio è soggetta ad errori. Ad esempio uno degli errori più comuni, può essere legato non al laboratorio in sé, ma ad un errato prelievo del campione. Infatti per migliorare la sensibilità del test, il campione dovrebbe essere prelevato dalle basse vie aeree (come: espettorato, aspirato endo-tracheale, lavaggio bronco-alveolare). Tali prelievi sono sicuramente più complessi e meno fattibili nella crisi attuale, quindi si procede al prelievo grazie ad aspirato rino-faringeo (ciò delle alte vie aeree), ma in questo caso, il prelievo per essere affidabile deve essere compiuto con giusto metodo; se ad esempio ripongo lo stantuffo del tampone nel cavo orale e non scendo nelle prime vie aeree il risultato potrebbe essere falsato. Inoltre l’esame potrebbe dare esito negativo anche per altre ragioni come ad esempio nelle prime fasi dell’infezione se la carica virale è molto bassa, per tale motivo se un soggetto ha presentato un alto rischio di contatto con soggetto positivo è opportuno ripetere il tampone a distanza di tempo. Un recente studio pubblicato su di Annals of Internal Medicine conclude che la probabilità di falsi negativi è del 100% il giorno dell’esposizione, del 38% all’inizio dei sintomi e del 20% 3 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi

La ricerca di anticorpi: un sistema diverso si basa sulla ricerca degli anticorpi specifici contro il Coronavirus. Ovviamente tale test ha un valore clinico del tutto diverso rispetto al precedente. Infatti mentre con il tampone rileviamo la presenza diretta del virus nel nostro organismo, con la ricerca di anticorpi possiamo comprendere se siamo stati a contatto con il SARS-CoV-2. Grazie alla ricerca delle IgG ed IgM potremmo fare un’ipotesi sul tempo dell’infezione, sapendo che gli anticorpi IgM sono i primi a formarsi e che tendono a sparire dopo alcune settimane, mentre gli anticorpi IgG generalmente si formano dopo 20 giorni dall’infezione. Ovviamente queste sono stime non molto sicure, dato che ci sono ancora molte incognite  sul comportamento di questo virus ed è certo che la presenza di anticorpi non esclude categoricamente la presenza di virus nel nostro organismo. Per tale ragione è necessario effettuare il tampone a chi dovesse presentare anticorpi positivi. Inoltre anche l’assenza di anticorpi non esclude la presenza di virus, in quanto potrei essere infetto, ma non aver ancora sviluppato gli anticorpi (soprattutto nelle prime fasi dell’infezione).

Inoltre per quanto riguarda la ricerca degli anticorpi possiamo distinguere due tipi di test:

  • Test rapido, si effettua grazie ad una goccia di sangue per digitopuntura (un po’ come si fa per il diabete) e stabilisce se un soggetto ha prodotto anticorpi senza definire la quantità di anticorpi presenti. Il test all’apparenza è simile al più noto test di gravidanza ed è in grado di identificare la presenza o meno di IgG ed IgM. L’affidabilità di tali test non è del tutto chiara poiché ne esistono di diversi tipi in commercio, ma potrebbero esserci diversi errori dovuti ad una bassa specificità e sensibilità
  • Test quantitativo, si effettua regolarmente su prelievo di sangue e dosa in maniera specifica la quantità di anticorpi IgG ed IgM per il SARS-CoV-2. Tale tipo di test, che utilizza un metodo detto ELISA, ha sicuramente una specificità ed una sensibilità superiori rispetto al precedente ed è in grado di dirci se gli anticorpi siano presenti ed anche la quantità circolante. Integrato con la RT-PCR, ci permette di migliorare ulteriormente la possibilità di una corretta diagnosi.

Da tutto questo si evince una grande confusione e poche certezze sulla possibilità di diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, fortunatamente però non è così, poiché è sempre il personale sanitario che deve dare indicazione alla somministrazione del test. Un medico esperto non si basa solo su un semplice test per la diagnosi, vi sono infatti diversi elementi (criteri anamnestici, clinici, epidemiologici) che messi insieme permettono una giusta e corretta diagnosi. Infatti non è mai da sottovalutare il criterio clinico, un paziente con tutti i segni di infezione, con esami strumentali (ad esempio TAC torace) indicativi di malattia COVID-19, anche se a tampone negativo, è prudente trattarlo come infetto e ripetere il tampone in più battute per maggiore sicurezza. Quindi tutti i test hanno un giusto valore se correttamente effettuati ed interpretati, proprio in questa fase di ansia e paura è giusto affidarsi al personale sanitario competente in materia.

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Luca Fontanella Mag 19, 2020
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Pubblicato da Luca Fontanella
Sportivo e dinamico, da sempre la sua passione è la medicina e lo dimostra con la dedizione e serietà che mostra nel suo lavoro con diverse pubblicazioni scientifiche e numerose partecipazioni come relatore a convegni scientifici nazionali e internazionali. Attualmente è Dirigente Medico di Primo Livello, presso il reparto di Medicina Interna ad indirizzo Cardiovascolare e Dismetabolico dell'A.O.R.N. Ospedali dei Colli, Monaldi, Napoli
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