In attesa del tanto desiderato 3 Giugno, c’è chi è già alle prese con l’organizzazione delle vacanze estive. Se fino a questo momento, infatti, quasi nessuno aveva avuto ancora il coraggio di prenotare viaggi per paura di doverli poi disdire, rischiando anche di perdere eventuali somme di denaro lasciate in acconto, adesso ci sembra invece d’intravedere un barlume di speranza in partenza dal 3 Giugno. Quelle che più temono l’arrivo di questa data sono le regioni del Sud, che infatti chiedono al Governo di tenere ancora chiuse le regioni settentrionali più colpite dal virus, e cioè Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. In particolare, il governatore Vincenzo De Luca ha dichiarato che in Campania tutto si deciderà il giorno prima; non si sa ancora, quindi, quale sarà la posizione della Regione durante le due settimane successive al 3 Giugno. L’atteggiamento di De Luca, ancora abbastanza rigido e particolarmente prudente, sembra anche stavolta essere in contrasto con quello di altre regioni italiane; la prossima fase, infatti, sembra proprio voler rilanciare il turismo nazionale, e perfino quello internazionale.
Già, perché se da un lato si parla di apertura tra le regioni guardando con timore ad alcune zone del Nord che ancora registrano discreti numeri quotidiani di decessi e contagi per coronavirus, dall’altro lato si parla già ad esempio della prossima riapertura di cinema e teatri all’aperto ed anche, addirittura, di quella delle frontiere, novità entrambe previste concretamente a partire dal 15 Giugno. Non tutti i Paesi Europei, però, concordano con la decisione dell’Italia, ritenendola troppo repentina vista l’attuale situazione epidemiologica, non ancora del tutto rassicurante. Per alcuni spostamenti, come in Germania, Francia ed Austria, bisognerà aspettare il 15 Giugno, ma per altre destinazioni si rimanderà il tutto al mese di Luglio.
L’Italia sembra davvero volersi rimettere in gioco, cercando in qualche modo di recuperare le enormi risorse economiche perdute nel settore turistico durante il lockdown. Ma come si potrà gestire il turismo internazionale con una pandemia globale in corso? La previsione sembra alquanto preoccupante, se si pensa che le uniche disposizioni possibili saranno quelle relative ai trasporti, con la misurazione istantanea della temperatura corporea, che dovrà essere inferiore ai 37,5°, ed ovviamente col rispetto del distanziamento tra i passeggeri, oltre all’utilizzo obbligatorio di mascherine ed eventuali altri dispositivi di sicurezza all’interno di aerei, treni e bus. Non sarà possibile, ai fini turistici, disporre l’isolamento di 14 giorni per chi arriva da fuori, lasciando anche stavolta ampio spazio al senso di responsabilità personale. Inoltre, se in questi mesi all’interno del territorio italiano si sono potute delimitare abbastanza semplicemente le zone più colpite dal virus, con risultati di contenimento del contagio abbastanza soddisfacenti, non sarà ugualmente facile mantenere il controllo a partire soprattutto dalla metà del mese di Giugno, con l’apertura delle porte a turisti stranieri provenienti da nazioni che, fin dal principio, hanno adottato metodi di gestione epidemiologica completamente diversi dal modello italiano. Infine, sarà molto difficile far rispettare alla perfezione determinate abitudini igieniche ad ogni singolo cittadino del mondo ospite in territorio italiano, abitudini già tanto diverse in tempi di pace, ma che in questo caso sarebbero davvero indispensabili per la prevenzione del contagio. Alla luce di queste riflessioni, che altro dire se non soltanto: che Dio ce la mandi buona!