Paziente: “No dottore, io sono allergica ai farmaci!”
Medico: “Si, ma a quali?”
Paziente: “TUTTI!”
Questa conversazione è frequente tra medico e paziente ed è meglio chiarire che è praticamente impossibile essere allergico a tutti i farmaci, è molto più probabile invece che il paziente confonda un effetto indesiderato del farmaco con una reazione di tipo allergica.
Per fare maggiore chiarezza, definiamo bene quale sia la differenza tra effetto indesiderato e reazione allergica.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce una reazione avversa ad un farmaco (RAF) “ogni risposta indesiderata che fa seguito alla somministrazione di un farmaco per motivi profilattici, diagnostici, terapeutici o per indurre modificazioni di una funzione fisiologica”.
Quindi ciò che è stato detto prima sembrerebbe vero e cioè ogni reazione ad un farmaco risulta essere allergia, ma non è assolutamente così; infatti dobbiamo fare una distinzione fondamentale. Le reazioni avverse ai farmaci vanno distinte in due tipi: reazioni di Tipo A e Tipo B.
Le Reazioni di Tipo A, che generalmente rappresentano l’80% delle RAF, sono quelle provocate dall’azione del farmaco sul nostro organismo ed in genere sono prevedibili e sono tipicamente illustrate sulla scheda tecnica di ogni farmaco, a loro volta possiamo classificarle in:
- Effetti collaterali, un esempio possono essere la comparsa di alcuni sintomi come la diarrea, il vomito o la cefalea indotti da un farmaco adibito a preciso scopo terapeutico come un antibiotico;
- Effetti secondari, un esempio tipico può essere il dolore allo stomaco indotto da farmaci come alcuni antinfiammatori che come effetto secondario provocano alterazioni nella secrezione della mucosa gastrica;
- Effetti tossici, un esempio può essere il sanguinamento per l’uso di anticoagulanti, che riducendo le capacità di coagulazione del sangue facilitano il sanguinamento dalle mucose (come quella gastrica);
- Interazione farmacologica, di recente viene posta molta attenzione a quest’ultimo problema, infatti alcuni farmaci vengono metabolizzati dallo stesso sistema enzimatico e se utilizzo più farmaci insieme potrei sovraccaricare questo sistema inducendo un accumulo eccessivo di una delle due molecole, provocando una conseguente comparsa di eventi avversi
Le Reazioni di Tipo B, che rappresentano invece circa il 15% delle RAF, hanno un meccanismo del tutto diverso dal caso precedente e sono provocate da una predisposizione del soggetto, anche queste possono a loro volta essere distinte in:
- Reazioni allergiche: una reazione per essere definita allergica deve presentare un meccanismo immunomediato. In poche parole il nostro organismo riconosce la sostanza assunta come estranea e quindi attiva una reazione immunitaria (generalmente con produzione di anticorpi IgE). Tale reazione scatena i più noti sintomi allergici come prurito, rossore cutaneo, ponfi, ma anche sintomi più gravi quali broncostenosi con asma e stato ipotensivo anche grave come lo shock anafilattico.
- Reazioni non-allergiche: quando il meccanismo coinvolto non è immunomediato, ad esempio orticaria-angioedema dopo assunzione di ACE-inibitori o di mezzi di contrasto per esami radiologici.
Le reazioni allergiche purtroppo, non sono prevedibili poiché dipendono da una nostra personale predisposizione e non sono dose dipendente, cioè basta una piccola quantità di farmaco per poter scatenare la cascata immunitaria, differentemente da effetti tossici dovuti ad accumulo di farmaco per un sovradosaggio. Esistono farmaci che a causa della loro struttura molecolare possono più frequentemente indurre reazioni di tipo allergico come ad esempio alcuni antibiotici (cefalosporine, penicilline) o chemioterapici.
Le reazioni allergiche possono anche non manifestarsi alle prime assunzioni del farmaco, ma potrebbero presentarsi anche dopo diverso tempo. La diagnosi di allergia ad un farmaco non è cosa del tutto semplice e si basa in primo luogo su una corretta e meticolosa anamnesi atta in particolar modo a distinguere una vera reazione allergica da un’eventuale reazione avversa. In caso di reale sospetto di allergia possiamo implementare il percorso diagnostico grazie ad alcuni test come i test cutanei (prick test, test intradermico, patch test), esami di laboratorio (ricerca di IgE specifiche per alcuni farmaci) ed anche eventuale test di provocazione con il farmaco (eseguito sotto stretto monitoraggio medico e che consiste nella somministrazione del farmaco sospetto secondo dosaggi ed intervalli definiti dalle linee guida).
In conclusione presentare un sintomo (es. diarrea, cefalea, dolore gastrico) dopo assunzione di un farmaco, non vuol dire esserne allergico. La reazione allergica è un meccanismo molto specifico con sintomi definiti e fortunatamente più raro rispetto ad altre reazioni avverse.