Quattro a zero. Era marzo 2023, sembra passata una vita. Il Napoli di Spalletti mostrava con orgoglio la sua meraviglia all’Italia intera mentre i tifosi azzurri gongolavano in attesa di festeggiare l’agognato successo.
Dieci mesi dopo, i partenopei di Mazzarri tracollano al cospetto di una squadra davvero irrilevante che ha approfittato della assoluta inettitudine di tutti i partecipanti in maglia azzurra.
Il nulla assoluto, condito dalla incapacità evidente di un allenatore ormai non in grado di dare qualcosa ad una squadra di calcio e, se da queste pagine avevamo salutato con fiducia l’ingaggio di Mazzarri, oggi non possiamo far altro che un mea culpa gridato ad altissima voce.
I numeri sono impietosi, la faccia degli splendidi protagonisti dello scudetto sono tutto un programma. Impossibile addossare la colpa ad uno o ad un altro: è uno sfacelo totale, con situazioni che rasentano il grottesco.
La fuga di Osimhen che si fa cacciare a Roma per scappar in discoteca in Nigeria dopo aver firmato un contratto multimilionario, senza dimenticare deliri di accuse razziste e roba da bimbominkia (scusate il neologismo) per il famoso video su tik tok, il tutto accompagnato da una assenza fisica e mentale dal rettangolo verde. L’assurda espulsione di Mazzocchi di ieri, gli orrori della premiata ditta Jesus-Rrahmani con Ostigard punito non si sa perchè, l’indolenza di Kvara…e potremmo continuare…l’assurdo accentramento di potere del Presidente che si è circondato di yesman, annunci di mercato con nomi altisonanti (oggi è otto e l’unica cosa altisonante è stata la cessione di Elmas dalla sera alla mattina), di conferenze stampa esplicative, un mercato estivo incomprensibile, la gestione di Zielinski…
Insomma, ce ne sarebbe per tutti i gusti. Ma oggi per i tifosi, solo disgusto.
Il Torino di Juric ha banchettato sui resti di una squadra incapace di mettere quattro passaggi in fila, con una difesa colabrodo che ha sofferto Sanabria, e un attacco che, nelle rare occasioni in cui per caso i avvicina alla porta avversaria, non farebbe gol nemmeno con le mani.
Non c’è soluzione alla rivoluzione, mettendo in discussione tutti, senza esclusione alcuna: il silenzio è una scelta corretta, dovrebbero seguirla anche certi procuratori che invece di parlare di pancia piena e di progetti estivi, dovrebbero spiegare alla gente le prestazioni imbarazzanti di questi mercenari plurimilionari.
Mio figlio, 10 anni e il Napoli come ragione di vita, al terzo gol dei granata mi ha chiesto se poteva tornare a giocare con i videogiochi: come non capirlo?
La stagione ha ancora delle competizioni in cui siamo in corsa: che almeno si faccia qualcosa per evitare di raccogliere pomodori e giusti sfottò in giro per l’Italia e che giugno sia il mese di saluti e dei ringraziamenti per tanti che oggi pensano a preservare gambe e tasche.