Gli oggetti smart dotati di sensori e connessi alla Rete ci osservano e ci ascoltano, come se avessero occhi e orecchie. Possono conoscere la nostra posizione, monitorare il battito cardiaco o la sudorazione, sentire le nostre chiacchierate e tanto altro.
Secondo le stime della compagnia d’analisi Business Insider Intelligence, saranno 55 miliardi i dispositivi online entro il 2025. Un mercato che sta crescendo a ritmi esponenziali, conquistando ogni settore. Dalle lavatrici agli indumenti. L’ Hi-tech promette di migliorare la nostra vita quotidiana, ma al tempo stesso mette potenzialmente a rischio la nostra privacy. Tra le tante rivelazioni di Wikileaks ricordiamo che l’agenzia di spionaggio del governo Usa, la celeberrima CIA, avrebbe sviluppato un software capace di rubare l’audio catturato dalle Smart TV Samsung F8000,.
Secondo il ricercatore dell‘IoT Lab del Politecnico di Milano Razvan Pitic: “Da un lato, molte aziende stanno trascurando la sicurezza nella fretta di rimanere al passo con i tempi. Dall’altro, gli utenti non sono abituati a percepire questi prodotti come possibili minacce”.
Basti pensare al caso dei bambolotti prodotti dalla Genesis Toys, My Friend Cayla e I-Que Intelligent Robot che sono finiti sotto accusa perché “raccoglievano” informazioni personali dei bambini e delle relative famiglie, salvando il tutto sui server di una compagnia legata ad agenzie governative d’intelligence. Per non parlare della Standard Innovation, azienda produttrice di giocattoli erotici smart che nel 2017 ha pagato 3,7 milioni di dollari per aver collezionato i gusti sessuali dei propri fruitori, ovviamente a loro insaputa. Ma nella lista ci sono anche gli assistenti digitali domestici che rimangono sempre in “ascolto” .
Così come le telecamere che usiamo per controllare casa dal cellulare. Molte di loro utilizzano la password impostata al momento dell’acquisto, rendendo facili le intrusioni. Andrea Zapparoli Manzoni, membro del consiglio direttivo dell’Associazione italiana per la sicurezza informatica afferma che “Gadget totalmente insicuri che si stanno diffondendo a macchia d’olio” e “bisogna rafforzare i controlli sulle normative che impongano test obbligatori di sicurezza per questo tipo di oggetti prima d’immetterli sul mercato”.