Fare una cronaca della gara di ieri tra il Napoli e la Salernitana sarebbe davvero noioso. La partita non è, di fatto, mai esistita, se non nella mente di qualche visionario addetto ai lavori o di qualche tifoso da tastiera, che hanno recriminato per dei presunti favori arbitrali appannaggio dei partenopei.
Si è giocato ad una sola porta, complice anche le innumerevoli assenze in casa granata; una sorta di allenamento attacco contro difesa, terminato di fatto al minuto 7 della ripresa, allorquando Insigne (su rigore) ha realizzato il gol del 4-1 (con annessa stucchevole e inutile dichiarazione d’amore: ne avremmo fatto volentieri a meno).
Eh si, perchè la squadra di Colantuono era riuscita a trovare un pareggio piuttosto inaspettato, nell’unica occasione da rete creata. Alla fine saranno ben 2 i palloni transitati nell’area partenopea per tutti i 90 minuti.
Onestamente a nessuno piace vedere gare del genere: i calendari sono affollati e la macchina del divertimento deve andare avanti. Ma chi si è divertito ieri?
Il derby di andata, brutto quanto a spettacolarità, aveva comunque regalato una gara vibrante, con il cavalluccio marino salernitano pronto a dar vera battaglia al ciuccio (siamo nostalgici, per noi questo è e resterà il vero simbolo del Napoli) che ebbe la meglio solo di misura ed al termine di 95 minuti tiratissimi.
Tutta la settimana che ha portato a questa partita, invece, era passata tra la conta dei contagiati, la conferenza stampa di Colantuono che avvisava che non ci sarebbe stata gara e le solite noiose chiacchiere sul calciomercato.
La dipartita di Gianni Di Marzio è stata l’unica, purtroppo, vera notizia.
Per la cronaca i gol del Napoli sono stati realizzati da Juan Jesus e Mertens (rigore) nel primo tempo e da Rrahmani e Insigne (come già detto dal dischetto) nella ripresa. In mezzo, il momentaneo pareggio di Bonazzoli…a seguire 40 minuti di noiosissimo giro palla del Napoli, volto ad evitare risultati dalle dimensioni clamorose e l’esordio di qualche ragazzino in maglia granata.
La differenza tecnico-tattica era lampante, almeno due le categorie di differenza tra le squadre.
Ai granata l’augurio di un girone di ritorno almeno dignitoso: tanti nomi sul taccuino di Sabadini, ma l’impresa salvezza appare davvero disperata.
Per i partenopei, ormai quasi al completo, in attesa solo dei tre in Coppa d’Africa, una sosta che potrà permettere di ricaricare le batterie fisiche e psichiche per presentarsi alla ripresa del campionato in condizioni smaglianti e pronti per dare battaglia all’Inter per il campionato, vero obiettivo della stagione. Restiamo infatti convinti che, senza i catastrofici mesi di novembre e dicembre che hanno decimato la rosa azzurra, covid e “coppedafriche” varie, il Napoli siederebbe almeno accanto alla Beneamata, ad oggi meritatamente prima seppur spesso baciata dalla Dea bendata.
Alla ripresa ci sarà il derby meneghino, la sfida tra Atalanta e Juve e azzurri in laguna: una occasione da non farsi sfuggire contro una avversaria che, comunque, ha dato filo da torcere a tutte le grandi del campionato.