E’ cambiato in fretta il clima attorno al Napoli: dal pessimismo cosmico che ha avvolto i ritiri di Dimaro e Castel di Sangro, si è passati all’euforia crescente che accompagna la vigilia dell’esordio casalingo degli azzurri in campionato.
Merito sia dei ragazzi di Spalletti, che hanno iniziato la stagione rifilando 5 gol a domicilio al Verona, che della società, capace di piazzare durante questa settimana un “triplete” di acquisti in grado di far ricredere anche i tifosi più scettici.
All’ufficialità dell’arrivo del “Cholito” Giovanni Simeone, giunta a suggellare un acquisto già definito nello scorso weekend, è seguita infatti quella del centrocampista francese ex Tottenham Tanguy Ndombele.
A breve, poi, sarà formalizzato anche l’arrivo del tanto atteso Giacomo Raspadori, strappato al Sassuolo per 35 milioni tra prestito e riscatto: l’attaccante della Nazionale ha già svolto le rituali visite mediche a Villa Stuart.
Con la trattativa per il portiere del PSG Keylor Navas ancora in piedi, e con Fabiàn destinato a sua volta a giocare nei Campioni di Francia, il mercato azzurro può dirsi sostanzialmente chiuso, con piena soddisfazione sia di Spalletti che del club.
Il tecnico di Certaldo ha infatti a disposizione una rosa ringiovanita ma altamente competitiva, con vasta scelta in ogni reparto e la possibilità di utilizzare più moduli.
La duttilità di Raspadori lo rende infatti in grado di agire come esterno in un 4-3-3, ma soprattutto come seconda punta o “falso nueve” in un 4-2-3-1, prendendo di fatto il posto di Mertens nello scacchiere partenopeo.
La società, dal canto suo, ha completato la missione che si era prefissata ad inizio estate: svecchiare l’organico, abbattere il monte ingaggi, e dar vita ad un nuovo ciclo pluriennale, all’insegna della sostenibilità finanziaria, senza perdere di vista i risultati sportivi.
Non si può certo dire infatti, all’alba di un campionato senza padroni, che il Napoli non sia in grado di lottare alla pari o quasi con le “strisciate”, la Lazio e la tanto decantata Roma di Mourinho, al netto della necessità di integrare i tanti nuovi acquisti e della scarsa esperienza ad alti livelli, che potrebbe inizialmente incidere sul rendimento dei numerosi giovani arrivati.
Grandi meriti vanno riconosciuti, questa volta, al DS Giuntoli, che dopo annate complicate ha saputo condurre un mercato esemplare sia sotto l’aspetto tecnico che economico.
Questa doppia scossa, dentro e fuori dal campo, sembra aver risvegliato dal torpore la torcida partenopea, al punto che sono previsti circa 50mila spettatori per la sfida di domani pomeriggio (ore 18:30), quando al “Maradona” arriverà il neopromosso Monza, trascinato dal patròn Berlusconi e dal Direttore Galliani ad una storica prima apparizione in Serie A.
Gli ultimi arrivati partiranno sicuramente dalla panchina, con Spalletti ovviamente orientato a confermare in toto la squadra che ha trionfato al Bentegodi: 4-3-3 dunque, con Kim e Rrahmani coppia centrale davanti a Meret e Di Lorenzo e Mario Rui ai lati.
A centrocampo, unico sicuro assente sarà Diego Demme, vittima in allenamento di un’infrazione al cuboide del piede destro che lo terrà lontano dal campo per un po’: con Fabiàn ormai fuori rosa, verrà confermato dunque il terzetto composto da Lobotka, Anguissa e Zielinski.
In avanti, nonostante l’ottimo ingresso condito dal gol del 5-2, Politano sembra destinato a partire ancora dalla panchina, con le conferme di Kvara, Osimhen e Lozano che appaiono pressoché certe.
La sfida di domani sarà una “prima” assoluta in Serie A, e curiosamente il Napoli ha battuto in casa i biancorossi solo in uno dei 5 precedenti casalinghi disputati tra Serie B e Coppa Italia, con 2 vittorie degli ospiti ed altrettanti pareggi.
Il 23 Agosto 1989, al “Menti” di Castellammare di Stabia (il San Paolo era indisponibile per i lavori di Italia ’90), a regalare la qualificazione al secondo turno di Coppa Italia dopo i calci di rigore fu…il portiere Giuliani, che segnò il penalty del definitivo 10-9.
Protagonista nel bene e nel male di quel match fu Andrea Carnevale, che dopo aver sbagliato il rigore del possibile 1-0, annullò nel finale dei tempi regolamentari il vantaggio ospite siglato da Cappellini.
Fu Canè, con una tripletta, il mattatore nel 5-0 con cui gli azzurri di Pesaola si imposero il 20 Settembre 1964: quel Napoli a fine stagione sarebbe tornato in Serie A.
L’anno prima era stato il Monza ad imporsi per 2-1, e finì allo stesso modo il 30 Maggio 1999: a decidere la sfida, dopo le reti di Lemme e Turrini, fu il terzino ospite Massimo Oddo, che l’anno dopo in maglia azzurra sarebbe stato tra i protagonisti della promozione in massima serie sotto la guida di Walter Novellino.
Neanche quel Napoli, però, riuscì a battere i lombardi al San Paolo: la doppietta di Bellucci fu vanificata dalle reti di Mazzeo (da centrocampo, sul calcio d’inizio successivo al gol, grazie alla dormita del portiere Bandieri) ed Ambrosi.
La cabala suggerisce quindi di non sottovalutare la matricola biancorossa: servirà il Napoli scintillante di Verona, magari senza le amnesie difensive, per conquistare i tre punti e non disperdere l’entusiasmo finalmente ritrovato.