Trama: Monaco, 1990. Il vento del Nord è arrivato, e con lui quella lettera. Una lettera inaspettata, datata 1944, e destinata a cambiare la vita di Martha Wiesberg per sempre. Martha è una sopravvissuta, ha conosciuto l’odio e la violenza, ma, per la prima volta, ha paura. Paura di quelle parole scritte, del segreto che custodiscono e che la riporta agli anni dell’ascesa di Hitler e del Terzo Reich. Scoprire la verità è pericoloso, ma Martha non ha scelta: deve partire per un luogo che solo lei conosce, anche a costo di abbandonare la nipote, la giovane Maya, che ha allevato e accudito sin dalla nascita.
Stati Uniti, 2016. Morbide colline si stendono a perdita d’occhio fino a incontrare una foresta densa e scura: è qui, nel folto degli alberi, che sorge un antico e lussuoso residence. È qui che Maya cerca di far luce sulla morte della nonna Martha. Era scomparsa nel nulla, molti anni prima. E adesso la scoperta del corpo. Anche se non è riuscita a perdonarla per averla lasciata all’improvviso, Martha sa di doverle molto: è lei ad averle insegnato tutto quello che sa attraverso le sue storie. Favole che narravano di tempi in cui amarsi era proibito, in cui una carezza poteva fare male, in cui la notte pareva senza fine. Ora Maya vede tutto con chiarezza: la nonna ha sempre voluto che lei arrivasse lì, disseminando tanti piccoli indizi nelle sue storie. E adesso ha intenzione di ritrovarli tutti per riportare a galla la verità. Perché c’è un’ultima storia che aspetta di essere svelata. Quella di un amore profondo e contrastato che la guerra ha reso impossibile, ma non ha distrutto. Di una promessa che attende di essere mantenuta. Di un odio che non bisogna dimenticare, perché è capace di uccidere ancora.
Garzanti Editore
Recensione: La sinossi e le prime pagine sono state altamente fuorvianti: credevo di trovarmi a leggere un libro sull’Olocausto ma da un punto di vista completamente differente da quelli che siamo abituati a trovare sugli scaffali delle librerie. Pensavo di partecipare alla storia sul Nazismo leggendo le vicende di chi i soprusi non li ha subiti, ma li ha osservati e vissuti da tedesco, non da ebreo, da chi non appoggiava il regime Hitleriano, ma ha fatto di tutto per opporsi. Invece, tutto ciò è stato solo un pretesto per dare il via ad una saga familiare fatta di intrecci, raggiri, misteri, cattiverie e neanche tanto bene strutturati. Durante la narrazione vengono lanciati degli interrogativi che non sempre vengono svelati, il lettore pretende risposte che non arrivano da nessuna parte, probabilmente l’autrice non riteneva di vitale importanza dare tante spiegazioni ai fini della storia, ma in realtà lasciano dei buchi neri abbastanza profondi.
Una storia che consiglio solo se siete amanti degli intrighi familiari senza grandi spessori. Ci sono buoni elementi per un giallo, ma abbondano anche le assurdità; i personaggi, però devo ammettere che sono ben caratterizzati e le beghe familiari fanno sì che la storia si legga avidamente; i sospetti sul potenziale assassino si spostano velocemente da un protagonista all’altro dando un pizzico di suspance.
Daniela Tully dopo una carriera nel mondo del cinema, debutta sulla scena letteraria internazionale con un’opera prima che ha conquistato pubblico e critica. Dove finisce la notte è una storia epica che trascina il lettore nelle pieghe del tempo ricordando come l’amore incondizionato sia capace di vincere anche le ombre più lunghe. Quelle prodotte dai pregiudizi degli uomini e che la Storia, nonostante tutto, ci chiede di non dimenticare.