La marcia di avvicinamento verso l’impatto della Meteora nell’universo di Dylan Dog procede inesorabile mese dopo mese: con l’albo N° 391 “Il sangue della terra” approdato nelle edicole sabato 30 marzo il countdown è giunto a -9 ALLA METEORA ed il logo della serie mostra ancora più crepe ed incrinature.
Anche questo mese soggetto e sceneggiatura sono opera di Paola Barbato, mentre ai disegni troviamo Werther Dell’Edera, tra i più talentuosi fumettisti italiani e che vanta una collaborazione di lungo corso con Roberto Recchioni oltre ad un curriculum ricco e di ampio respiro.
Sue sono ad esempio le tavole della graphic novel scritta da Tiziano Sclavi “Le voci dell’acqua” da noi già recensita qui, ma questo è il suo debutto con un intero albo di Dylan Dog. Fino ad ora si era infatti limitato ad affiancare Carlo Ambrosini per aggiungere tocchi di oscurità metafisica per l’albo N° 365 “Cronodramma”, ed a realizzare la breve storia “Il respiro del diavolo” per un Dylan Dog Color Fest del 2015.
Il suo tratto grafico spesso fuori dagli schemi e che in alcuni passaggi ricorda quello di Attilio Micheluzzi si rivela essere uno dei punti di forza di questo albo, perché la storia in esso contenuta è inusuale non tanto nella struttura quanto nel dipanarsi degli eventi: Dylan, quando affidato alle mani di Paola Barbato, è sempre un fantastico giocattolo che sa divertire e far riflettere, in questo caso con l’accostamento tra tematiche in antitesi quali terribili e spaventose fiabe popolari, streghe e demoni, fantascienza, il tutto condito da azione senza un attimo di respiro.
Riassumiamo la trama con un po’ di spoiler, per cui saltate il prossimo paragrafo se dovete ancora leggere l’albo!
Oleg Volkov è un miliardario russo che ha fatto le sue fortune proprio in Gran Bretagna, e che ha preferito “scappare” sul suo satellite privato in orbita per assistere da lontano all’impatto della meteora sulla terra e non subirne gli effetti. Non ha però fatto i conti con la sua sanguinaria “sposa”, la strega alla quale da ragazzo ha offerto il proprio sangue immolando in un cruento sacrificio la propria mano sinistra e stringendo con lei un patto demoniaco che solo con la rottura del cerchio di sangue nel quale l’ha imprigionata poteva sciogliersi.
Uno dei sommovimenti tellurici conseguenti alla pioggia di meteoriti (vedi DYD N°389) ha però incrinato il terreno ed ha infranto quel cerchio, ed è Dylan, che mai come in questo caso vediamo essersi “rassegnato” all’uso dello smartphone, ad essere convocato direttamente dallo spazio con telefonate “orbitali” per risolvere il fastidioso inconveniente, armato di sacche di sangue di Volkov – indispensabili per proteggersi, e per ripristinare l’incantesimo – e, udite udite, di un lanciafiamme (!).
Fine dello spoiler!
Chi ha già letto l’albo può ben comprendere perché parlavamo di avventura inusuale, perché sembra essere immerso in un atmosfera di realismo magico sia per la presenza di elementi legati a leggende folkloristiche che per una sorta di acritica accettazione da parte dei protagonisti degli eventi più inspiegabili.
Nel suo complesso Il sangue della terra si fa apprezzare come un anello sicuramente più robusto e resistente nella catena che compone gli albi della Meteora, per un gusto nuovo. Bisogna fare un po’ l’abitudine agli effetti di movimento del tutto peculiari allestiti da Dell’Edera, ma lo sforzo è gratificante perché porta ad attraversare le 94 tavole giungendo alla fine con contrastanti sentimenti: soddisfazione per aver letto una bella storia, malinconia per gli atteggiamenti di alcuni comprimari e per la loro rassegnazione all’ineluttabile evento.